“Anima Mundi” di Marsilio Ficino #19: Sul male

“Come nel corpo il male è duplice ‒ deformità nelle membra esterne e malattia negli umori ‒, così due sono le specie di malvagità nell’anima: nella parte cognitiva è l’ignoranza, bruttezza in tutto simile a una deformità, nella parte affettiva è la disonestà, simile a una malattia.” ‒ Marsilio Ficino

Anima Mundi Marsilio Ficino sul male
Anima Mundi Marsilio Ficino sul male

Diciannovesima puntata della rubrica “Anima Mundi” che presenta il primo capitolo della Parte Quinta Cristianità e presagi della fine suddivisa in: Sul male; Profezia; Preghiera e sacrificio; De Trinitate; Lode al Sole.

Sul male, primo capitolo de Cristianità e presagi della fine, è a sua volta suddiviso in quattro sezioni intitolate Commento ai Nomi divini di Dionigi Aeropagita; Lettera a Giovanni Vettorio Soderini e a Francesco Cattani da Diacceto; Commento al sofista di Platone; Commento all’Epistola ai Romani di san Paolo.

La rubrica Anima Mundi propone al lettore una selezione di brani come invito ad intraprendere la conoscenza di Marsilio Ficino, il “nuovo” Orfeo che, a differenza del suo “predecessore”, ebbe successo perché dal suo viaggio portò seco “numerosi tesori”. Il filosofo Marsilio Ficino (1433-1499) è ricordato come il primo traduttore delle opere complete di Platoneseguace del neoplatonismo commentò le Enneadi di Plotino in modo esemplare (si ringrazia Pico della Mirandola), equiparò Ermete Trismegisto a Zoroastro, PitagoraOrfeo, Filolao, Zalmoxis: ogni sapiente del passato fu sul tavolo di lavoro di Marsilio Ficino, vero promotore del pensiero umanista ed influente esponente del Rinascimento. Giamblico, Porfirio, Avicenna, Averroè, Niccolò Cusano, Macrobio, Agostino, Apuleio, Dionigi Aeropagita, LucrezioDante Alighieri (et cetera) sono solo alcuni dei nomi degli autori che Marsilio Ficino interpretò e promosse come menti illustri da osservare da vicino per riuscire a “cogliere le cose superiori senza trascurare le inferiori”.

In questa diciannovesima puntata Sul male si presenta il Commento al Sofista di Platone. Probabilmente Ficino compose questo commento prima dell’estate del 1494 composto in 48 capitoli che, nel volume “Anima Mundi”, è presentato con i capitoli che vanno dall’ottavo al quindicesimo con l’analisi della declinazione del tema sul male.

 

Estratto da Commento al Sofista di Platone ‒ Sul male

[VIII] Quadruplica divisione delle arti.

Il sofista è un animale variegato e difficile da afferrare. L’arte diairetica è duplice: una separa il simile dal simile, l’altra il peggiore dal migliore. Quest’ultima è perciò detta «purgatoria». Anch’essa è duplice: una purga il corpo, l’altra l’anima. Quella relativa al corpo purga il corpo animato o quello inanimato. Nel primo caso è detto ginnastica, medicina e arte di fare il bagno, nel secondo è detta arte del lavandaio e simili. Se purifica l’anima è detta disciplina razionale.

[IX] L’ignoranza è simile alla deformità, la malvagità alla malattia.

Come nel corpo il male è duplice ‒ deformità nelle membra esterne e malattia negli umori ‒, così due sono le specie di malvagità nell’anima: nella parte cognitiva è l’ignoranza, bruttezza in tutto simile a una deformità, nella parte affettiva è la disonestà, simile a una malattia. E come, riguardo al corpo, rimedio alla deformità è la ginnastica e rimedio alla malattia è la medicina, così riguardo all’anima rimedio all’ignoranza è lo studio e rimedio alla disonestà è la pena giudiziaria.

[X] L’ignoranza è duplice.

L’ignoranza è duplice. Una di tipo semplice, l’altra è doppia ‒ quando cioè qualcuno che non sa crede di sapere, cosa che prende il nome di stupidità. Alla prima si oppone l’educazione nel campo delle arti, alla seconda la disciplina confutatoria. Tale disciplina è duplice: la prima educa e ammonisce con leggerezza, la seconda è una punizione e accusa severa contro coloro che non sanno di non sapere. Il sofista assomiglia a un simile confutatore, ma occorre fare attenzione a questa somiglianza, perché è molto ingannevole.

[XI] Le sei definizioni del sofista.

Prima definizione del sofista: «cacciatore mercenario di ricchi giovani». Seconda: «mercante di dottrine dell’anima». Terza: «trafficante delle dottrine dell’anima». Quarta: «commerciante delle sue invenzioni relative all’apprendimento». Quinta: «disputatore e finto litigante». Sesta: «purgatore dell’anima» ‒ così appare quando sembra estirpare le opinioni che sono d’ostacolo all’apprendimento.

[XII] Professione del sofista.

Il sofista fa la professione di praticare e insegnare l’arte di discutere, con la quale ribalta il giudizio su ogni cosa.

[XIII] Il sofista si affida all’opinione, non alla conoscenza.

Il sofista, dal momento che discute con forza e insegna a tutti senza distinzione, sembra sapere ogni cosa. Posto però che non possa sapere tutto, sarà piuttosto in possesso di un’opinione su tutto, che di una conoscenza.

[XIV] Descrizione del sofista.

Il sofista è un prestigiatore e imitatore, capace di dipingere con le parole fallaci immagini di tutte le cose vere; in questo modo inganna le orecchie degli inesperti, come un pittore e uno scultore sommo, imitando certi animali, inganna da lontano gli occhi dei fanciulli. Ma gli esperti, come guardando da vicino, si accorgono degli errori di entrambi.

[XV] Due specie di imitazioni.

Esistono due specie di imitazioni. La prima che mira a qualcosa di vero e, proponendosi di usare la cosa vera come modello, produce similitudini, come fa il pittore e come fanno altri. La seconda invece, pur non avendo visto la cosa versa, si sforza di fabbricare sue immagini; macchina così fantasmi, che possono sembrare simili al vero, ma che in realtà non lo sono. Qui si deve porre il sofista.

***

In una nota a conclusione del XV, nel volume “Anima Mundi” si trascrivono i capitoli XXXXIV e XLV che riportiamo.

[XXXXIV] In che modo il sofista finge simulacri di cose che non esistono.

L’arte immaginaria è duplice: la prima è assimilativa; essa rappresenta una certa cosa sulla base di un modello di qualcosa di esistente. La seconda è fantastica; essa finge simulacri di cose che non esistono. Il sofista si pone nel genere fantastico. È anche uno scaltro mercante e un trafficante.

Marsilio Ficino citazioni sofista
Marsilio Ficino citazioni sofista

[XLV] In che modo il sofista finge. E delle opere di Dio, della natura, dell’arte.

Il sofista è falso produttore e imitatore di simulacri. Sono due generi della facoltà produttrice, il divino e l’umano. Gli enti mortali che si trovano sotto la Luna, sia animati che inanimati, discendono da Dio, l’artefice, ossia dalla stessa virtù della ragione, dell’arte e della scienza che è infusa nell’intera natura. Con la ragione e la necessaria persuasione possiamo però dimostrare che queste cose non sono state prodotte dal caso, ma dall’arte divina. Qualsiasi cosa sia detta generate dalla natura è generata dall’arte divina. Le altre cose, che procedono a imitazione di quelle, sono prodotte dall’arte dell’uomo.

***

Nella prima puntata della rubrica si è scelto di pubblicare un brano estratto dall’introduzione di Raphael Ebgi, nella seconda si è presentata una delle due lettere presenti nel primo capitolo intitolato Un circolo lucreziano all’amico, poeta e suonatore di lira Antonio Serafico; nella terza si è optato per la pubblicazione di un estratto dalla Epistola sul divino furore all’amico e studioso di eloquenza Pellegrino Agli; nella quarta ci si è soffermati su un estratto tratto da Trattato di Dio et anima ed uno tratto da Le quattro sette dei filosofi; nella quinta puntata si è preso in oggetto un estratto della lettera all’amico Antonio Canigiani presente nel capitolo Virtù e fortuna; nella sesta puntata si è presentato il primo capitolo Platonismo e repubblicanesimo della Parte seconda del volume intitolata “Firenze Atene”; nella settima lo spazio è stato riservato ad un estratto dal secondo capitolo Pietas et sapientia della Parte seconda intitolata “Firenze Atene”, capitolo suddiviso in sei sottocapitoli; nell’ottava puntata si è scelto di sottoporre una selezione tratta dal terzo capitolo della Parte seconda intitolato Poeti platonici: Argomento allo «Ione» di Platone; nella nona si sono presentati due estratti dal capitolo De miseria hominisnella decima Misteri d’Amore si presentano due estratti da El libro dell’amore e dalla Lettera ai confilosofi ed a Ermolao Barbaro; nell’undicesima Del bello o della grazia un estratto da Argomento all’«Ippia maggiore» di Platone; nella dodicesima Immortalità e resurrezione un estratto da Argomento al «Fedone» di Platone; nella tredicesima Il regno dei nomi un estratto da Argomento al «Cratilo» di Platone; nella quindicesima Il tempo della magia si presenta un estratto dal primo Commento alle «Enneadi» di Plotino; nella quindicesima Il mondo delle immagini un estratto da Parafrasi del «De mysteriis» di Giamblico; nella sedicesima Sui demoni un estratto da Lettera a Braccio Martelli, nella diciassettesima un estratto da Fatalianella diciottesima un estratto da Medicina del corpo, medicina dell’anima.

 

Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali “impolverati”; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).

Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani del passato, in questo caso di Marsilio Ficino.

 

Info

Rubrica Anima Mundi

Rubrica Enneadi di Plotino

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Bibliografia

Marsilio Ficino, Anima Mundi, Einaudi, 2021

 

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