Il piombo in alchimia spiegato da Olimpiodoro
Di seguito si potrà leggere un estratto dal libro “Alchimia” di Marie-Louise von Franz nel quale si citano alcuni passi tratti dal capitolo XXX e XLI contenenti l’essenza del tema sull’alchimia pensati e scritti da Olimpiodoro[1] ne Sull’arte sacra della pietra filosofale.
Primo passo di Olimpiodoro

“Il piombo è talmente posseduto dai diavoli e talmente spudorato che coloro i quali vogliono imparare a conoscerlo cadono preda della follia a causa della loro incoscienza.
Ora darò una spiegazione riguardante gli elementi chimici e ciò diverrà chiaro.
L’uovo ‒ intendo dire l’uovo dei quattro elementi ‒ vien chiamato piombo, e questo è quanto dice Zosimo, e con ciò intende veramente il piombo. Quando si danno spiegazioni riguardo alla sua forma, in realtà si allude segretamente alla cosa intera, poiché come dice Maria[2], i quattro elementi sono uno solo.
Quando sentite la parola “sabbie”, sappiate che significa “forme” o “idee”. Se udite “eide”[3] sappiate che in realtà quella parola significa “le sabbie” ‒ il tipo di sabbia ‒, poiché i quattro corpi, o i quattro elementi, sono anche la quadri-corpicità[4].
Zosimo spiega le quattro-corpicità nel modo seguente: Ora la povera cosa cade nella quattro-corpicità nella quale viene incatenata, e immediatamente passa da un colore all’altro, prendendo tutti i colori in cui l’arte vuol costringerla: bianco, giallo, o anche nero, o prima nero, poi bianco, e poi giallo, e quando questa cosa femminile ha evidenziato tutti i suddetti colori, ed è ringiovanita, procede ed entra nella vecchiaia e quindi muore nella quadri-corpicità, che significa ferro, stagno, bronzo e piombo, con ciascuno dei quali essa muore nella rubedo ‒ lo stato di arrossamento ‒ e così è completamente distrutta di modo che non può fuggir via, il qual fatto è di gran soddisfazione per gli alchimisti, ché ora essa non può scappare. E quindi si ripete la stessa cosa, mediante la quale anche il suo persecutore viene incatenato, e tutto ciò avviene fuori dal vaso rotondo.
Cos’è il vaso rotondo?
O il fuoco o la forma rotonda del vaso le impediscono di fuggir via. Proprio come se, in una malattia, il sangue fosse stato prima distrutto e poi rinnovato, così nel suo stato argenteo essa mostra di aver sangue rosso, e quello è l’oro.”
Secondo passo di Olimpiodoro
“Osservate ora come si prepara il piombo nero. Come ho già detto, il piombo comune è nero fin dall’inizio, ma il nostro piombo diventa nero, mentre all’inizio non lo era.
Ciò è quanto apprenderete sperimentando, e per mezzo degli esperimenti ne scoprirete l’autentica dimostrazione e prova. Su questo argomento vi sono opinioni unanimi e fededegne.
Proverò ora ad avvicinarmi al nostro scopo. Se l’Asem[5] non si trasforma in oro, o non ha potuto trasformarsi in oro anche se è un’Opera, non bisogna disprezzare ciò che dicevano gli antichi, cioè che la lettera uccide, ma lo spirito vivifica[6].
Ora ciò si armonizza perfettamente con quanto dicevano gli antichi filosofi e mira allo stesso fine, alla parola del Signore. Anche gli oracoli di Apollo si armonizzano con quanto intendiamo noi, poiché fanno menzione della tomba di Osiride.
Ma cos’è la tomba di Osiride?
C’è un cadavere, una mummia avvolta in bianche fasce di lino, con solo il volto scoperto visibile e, interpretando Osiride, l’oracolo dice: «Osiride è la bara soffocata in cui sono nascoste le sue membra e il cui volto soltanto è visibile ai mortali. Nascondendo i corpi, la natura è stupefatta. Lui, Osiride, è il principio originale di tutte le sostanze umide. Egli è tenuto in basso, prigioniero della sfera del fuoco. Egli, dunque ha soffocato tutto il piombo.»”
*
Cadere preda della follia. L’iniziato non comprende al principio del viaggio quanto sia periglioso il cammino e quanto sia oscuro l’abisso, eppure una forza trasporta la mente, taluni la chiamano curiosità ma è ben più accesa e soffocante: è un comando diretto della mente istintuale, è un comando interno al quale non si può restare sordi a lungo.
È la diretta voce del daimon che, riconoscendo i simboli, percepisce nuovamente parte di sé, un lieve ricordo del luogo al quale apparteneva e di cui non rimembra esattamente i confini. Interviene con un lamento che diventa sempre più insistente sino alla presa finale della coscienza che inizia, in modo un po’ scettico, a leggere qualcosa, frugare nei simboli alchemici alla ricerca di qualche risposta per poter riprendere fiato.
Ma proprio quando lo scetticismo diventa più mordace l’abisso interviene e divora quel viaggiatore, e ti divora, perché sì, sto parlando proprio di te e ti sto descrivendo ciò che ti accadrà.
Ma non temere, se scamperai alla follia potrai ricostruirti secondo i canoni di ciò che ritieni opportuno. E comunque vada sarai un eroe.
* Tratto da “Blue Book” di Estia *
Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).
Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani, in questo caso di Olimpiodoro e di Marie-Louise von Franz.
“La Natura ti sia guida, seguila lieto ad arte:/ Fallirai se non ti sarà compagna di strada;/ La ragione ti sia bastone, fortifichi l’esperienza/ Gli occhi tuoi, che possa tu vedere in lontananza./ La lettura sia una chiara lampa nelle tenebre,/ Perché ti guardi dagli ammassi di parole e cose.” – “Atalanta Fugiens” di Michael Maier, epigramma del quarantaduesimo emblema
Note
[1] Nel testo della von Franz si parla di Olimpiodoro il Vecchio, filosofo neoplatonico e mistico del V secolo, mentre su Wikipedia l’opera citata è sotto le spurie di Olimpiodoro il Giovane (480 circa – dopo il 565).
[2] Maria Prophetissa, conosciuta anche come Maria la Giudea (III secolo), è stata alchimista e filosofa vissuta probabilmente ad Alessandria d’Egitto. La sua figura è avvolta da mistero ma si ritiene non sia un personaggio inventato, la menzione più concreta della sua figura è stata data da Zosimo di Panapoli (fine III secolo-inizio IV secolo). Gli Arabi l’hanno nominata spesso come la “Figlia di Platone”. Motto di Maria del quale ha scritto spesso Carl Gustav Jung: “L’Uno diventa Due, i Due diventano Tre, e per mezzo del Terzo il Quarto compie l’Unità”.
[3] Forme, modelli, idee.
[4] Anche nel testo originale greco è presente questa parola inventata da Olimpiodoro.
[5] L’Asem è simile all’argento ma non ne conosciamo la composizione.
[6] Corinti 3.6: “ché la lettera uccide, mentre lo spirito dà vita”.
Bibliografia
Marie-Louise von Franz, Alchimia, Bollati Boringhieri, 1984, ristampa febbraio 2023
Michael Maier, Atalanta fugiens, Edizioni Mediterranee
“Il piombo […] coloro i quali vogliono imparare a conoscerlo cadono preda della follia a causa della loro incoscienza”. Chiaro riferimento al saturnismo, ossia l’avvelenamento da piombo, che tra i diversi sintomi annovera anche quello della schizofrenia o comunque dei disturbi della mente. Una assai ardita interpretazione vuole le stravaganze di Caligola e le turpitudini di Nerone, ammesso fossero realmente tali, cagionate dal saturnismo, per l’uso smodato che pare costoro facessero del vino, che a Roma si soleva trattare in grandi paiuoli di piombo. Addirittura al piombo alcuni fanno risalire la caduta dell’impero romano, per via oltre che della citata pratica del vino anche dell’uso delle condutture idriche fatte col piombo. Sia come sia, questo Olimpiodoro e altri alchimisti più o meno spuri (lo stesso Aquinate), avevano dalla loro la giustificazione della filosofia della natura, che non è scienza medica…E allora che dire del fatto che il divieto dell’uso del piombo nella pratica industriale (dalle vernici alle ceramiche, dalle benzine alle batterie) risale soltanto al 1978? Altro che Paracelso: siamo in mano ad autentici stregoni, quelli del profitto ossia del Pensiero Unico.