Cinema 2017: da Michael Haneke a Federico Moccia, ecco tutte le novità sui film in uscita nelle sale italiane #11

Ben ritrovati, cari amici e amanti del cinema, con la consueta panoramica che quest’oggi indaga le grandi e piccole produzioni a popolare le sale dello Stivale negli ultimi 2 mesi del 2017: preparatevi a riservare una buona dose di serate in nome di quest’intelligentissima attività culturale.

Cinema novembre 2017

Proponiamo la rosa completa (dichiarata al 31 ottobre, e come tale senza improbabilità suscettibile di rettifica) delle programmazioni che abiteranno le prime settimane a venire; per quanto riguarda dicembre seguirà un pugno di titoli di spicco, selezionato fra i circa 30 resi noti finora.

Nel consigliarvi di tenere d’occhio gli aggiornamenti su questa e altre piattaforme, viste le numerose uscite pianificate senza largo preavviso fra un post e l’altro, vi introduciamo alla scoperta di ciò che potremo gustare a…

Novembre

1 novembre: “Gli asteroidi”, di Germano Maccioni. Esordio nel cinema di finzione che muove due adolescenti in conflitto con la società di periferia sotto l’ombra incombente di un sasso spaziale che minaccia di piombare sul suolo terrestre.

1 novembre: “Capitan Mutanda”, di David Soren. Posticipato di circa 5 mesi (da noi), il 35esimo film per il cinema della Dreamworks Animation segue il 34esimo (“Baby Boss”, piccolo successo da mezzo miliardo d’incassi), dando vita sotto la guida del regista di “Turbo” (2013) al supereroe in brache nato dalla fantasia a fumetti di due amici dispettosi.

1 novembre: “Geostorm”, di Dean Devlin. Un cast capitanato da Gerard Butler, Ed Harris ed Andy Garcia si dimena inutilmente nell’ennesimo disaster movie che, concentrando le proprie energie sul reparto effettistica, scorda di rendere plausibile il plot e i suoi personaggi. Da evitare.

1 novembre: “Gifted – Il dono del talento”, di Marc Webb. Posticipato di circa 5 mesi, giungerà finalmente la nuova fatica firmata dal regista dei due “Amazing Spider-Man”: un dramma in cui Chris Evans padre putativo della graziosa e dotatissima nipotina McKenna Grace, rimasta orfana, tenta in ogni modo di farla accedere al percorso di studi cui è destinata. In America ha suscitato opinioni entusiastiche e al tempo stesso tiepide.

1 novembre: “My Name Is Emily”, di Simon Fitzmaurice. Storia di una giovane sottratta all’educazione del padre naturale, rimasto vedovo e internato in clinica. Un esordio registico (ancora del 2015) che ha registrato pareri misti, alcuni moderatamente positivi, altre anche molto negativi.

1 novembre: “Una questione privata”, di Paolo e Vittorio Taviani. La più famosa coppia di registi italiani festeggia 55 anni di collaborazione nel campo dei lunghi di finzione mettendo in scena uno dei romanzi più apprezzati del partigiano Beppe Fenoglio: Luca Marinelli è Milton, un giovane in viaggio attraverso l’Italia belligerante in cerca di giustizia e di certezze che testimonino la fedeltà dell’amata. Da vedere.

2 novembre: “Felicissime condoglianze”, di Tom Ponti. Commedia last minute (messa in programma l’ultimo giorno di ottobre) su un figlio che, non riuscendo a metabolizzare la morte dei propri genitori, si spaccia per funeral planner partecipando a tutte le esequie del proprio paese, nella speranza un giorno di esorcizzare il malessere che lo opprime.

Non c’è campo di Federico Moccia

2 novembre: “Non c’è campo”, di Federico Moccia. Alla settima prova, l’indimenticato autore di “Amore 14” (2009) e “Scusa ma ti chiamo amore/ti voglio sposare” (2008/2010) torna fra gli studenti, raccontando dei disagi causati dall’assenza di internet in una località divenuta meta di una gita scolastica governata dalla professoressa Vanessa Incontrada. Sconsigliato.

5 novembre: “Pokémon – Scelgo te!”, di Kunihiko Yuyama. Dedicato a tutti coloro che sono curiosi di sapere com’è nata l’amicizia indistruttibile fra Ash e Pikachu. Solo il 5 e 6 novembre.

7 novembre: “Bosch – Il giardino dei sogni”, di José Luis López-Linares. Nuova indagine sul celebre pittore olandese del XV-XVI secolo, incentrata precipuamente sul Trittico del Giardino delle delizie, suo capolavoro indiscusso. A svelarne i segreti intervengono molte menti illuminate, compreso il compositore Ludovico Einaudi. Solo il 7 e 8 novembre.

9 novembre: “Addio fottuti musi verdi”, di Francesco Capaldo. I The Jackal si rendono protagonisti di un’improbabile avventura fantascientifica edulcorata con le tematiche sociali più autoctone ed attuali: la difficoltà di trovare lavoro. Se la Terra rifiuta ogni richiesta, sarà forse il caso di provare con gli alieni…?

9 novembre: “Auguri per la tua morte”, di Christopher Landon. Sceneggiati tre “Paranormal Activity” e direttone un mediocre spin-off (“Il segnato”, 2014), il cineasta losangelino, attraverso una sorpresa a basso budget (costata meno di 5 milioni) riuscita finora a rastrellarne 70 in tutto il mondo, ci avvicina ad una collegiale che rivive senza posa il giorno in cui è stata assassinata, intenzionata a scoprire il responsabile della sua morte.

9 novembre: “Borg McEnroe”, di Janus Metz Pedersen. Dopo il grazioso “La battaglia dei sessi”, che vedeva protagonista la brillante coppia Emma Stone-Steve Carell, una nuova sfida sul campo da tennis impersonata da Sverrir Gudnason (Björn Borg) e Shia LaBeouf (John McEnroe), meno leggera ma non per questo meno appassionante. Nel cast spicca anche Stellan Skarsgård.

9 novembre: “L’esodo”, di Ciro Formisano. Una distinta donna di mezza età con a carico la nipote, privata di qualunque sostegno economico, finisce per strada a mendicare. Il suo portamento le procura naturali diffidenze, ma anche qualche singolare amicizia che la spingerà a gonfiare sempre più il proprio grido di esasperazione.

9 novembre: “Lola + Jeremy”, di July Hygreck. Love story parigina in cui lui tenta di riconquistare il cuore di lei, delusa per aver scoperto che il progetto innovativo di filmare un video-diario della propria vita di coppia da rivedere anni dopo è in realtà un clone approntato dal compagno a imitazione di quello con protagonista il padre.

9 novembre: “Malarazza”, di Giovanni Virgilio. Alla seconda prova, il regista catanese propone una storia di periferia che ritrae le angherie subite dalla moglie di un boss mafioso in declino.

9 novembre: “Paddington 2”, di Paul King. Lo stesso cineasta dell’acclamato primo capitolo prende le redini del secondo, raccontando le indagini del dolce orsetto londinese sulle tracce del ladro che gli ha rubato un bel libro acquistato presso un negozio di antiquariato per la centenaria zia Lucy. Evidentemente, il volume nasconde qualche segreto fra le sue pagine; da vedere.

9 novembre: “The Place”, di Paolo Genovese. Come nell’acclamata serie “The Booth at the End” (2011-2012), un uomo (Valerio Mastandrea) promette di esaudire i desideri di chi si siede al tavolo del ristorante in cui è solito passare le giornate. Ai visitatori è però chiesto un fio da pagare. Pregevole il cast, composto anche da Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Marco Giallini, Silvio Muccino, Giulia Lazzarini (la nonna Ada del morettiano “Mia madre”), Rocco Papaleo, Vittoria Puccini, Alba Rohrwacher. Da vedere.

The Square di Ruben Östlund

9 novembre: “The Square”, di Ruben Östlund. Dopo aver vinto il Premio della Giuria della sezione Un Certain Regard a Cannes nel 2014 grazie al sorprendente “Forza maggiore”, il regista svedese conquista la Palma d’oro ideando una vicenda che ruota attorno ad un’opera d’arte contemporanea a forma di quadrato, chiunque entri nella quale si trova ad assumere i medesimi diritti e doveri. Da non perdere.

13 novembre: “The Paris Opera”, di Jean-Stéphane Bron. Il settimo lungometraggio per il cinema del documentarista svizzero ci riporta all’autunno del 2015, periodo in cui il nuovo direttore artistico dell’Opéra parigina, prese le redini dei palinsesti, si trova ad affrontare scioperi ed altri inaspettati cambi di programma. Da noi grazie al progetto in 8 parti “I Wonder Stories” (avviato con il sensazionale “Manifesto” della coppia Rosefeldt-Blanchett), da vedere.

14 novembre: “Never Ending Man – Hayao Miyazaki”, di Kaku Arakawa. Dopo “Il regno dei sogni e della follia” (2013) approda in Italia un nuovo documentario che ritrae da vicino uno dei maggiori artisti della settima arte, conosciuto e ammirato in ogni angolo del pianeta. Evento imperdibile per tutti gli appassionati, solo il 14 novembre.

16 novembre: “À Bras Ouverts”, di Philippe de Chauveron. Chi ha apprezzato “Non sposate le mie figlie!” (2014) non si lascerà sfuggire questa nuova commedia francese, in cui un intellettuale sprona i propri aficionados ad accogliere in casa propria il prossimo bisognoso. Quando però anche a lui qualcuno suona il campanello per chiedere ospitalità…

16 novembre: “The Big Sick”, di Michael Showalter. Love story fra un aitante indiano trapiantato in America assieme alla famiglia schiettamente tradizionalista e una giovane di belle speranze che però non va a genio ai parenti di lui. Una sorpresa, da vedere.

16 novembre: “The Broken Key”, di Louis Nero. Il settimo lungometraggio del singolare cineasta torinese tenta le vie della fantascienza immaginando un futuro distopico che versa ormai in pessime condizioni di eco-sostenibilità. Un umile ricercatore però ha in mano la soluzione che potrebbe risollevare le sorti dell’umanità. Nel cast internazionale spiccano Rutger Hauer, Michael Madsen, Christopher Lambert, Geraldine Chaplin, Kabir Bedi e Franco Nero.

16 novembre: “La casa di famiglia”, di Augusto Fornari. Commedia esordiale che mette in difficoltà quattro fratelli che hanno appena venduto l’accogliente villa in cui sono cresciuti per venire incontro alle difficoltà economiche di uno di loro: il genitore da anni in coma si è infatti svegliato giusto in tempo per chiedere una riabilitazione da realizzarsi nel caldo ambiente familiare d’un tempo.

16 novembre: “I’m – Infinita come lo spazio”, di Anne Riitta Ciccone. Dramma adolescenziale girato in Italia da una finlandese che mette in scena la riappropriazione da parte della giovane protagonista di una realtà difficile da accettare, quella provinciale in cui si trova a vivere, sublimata attraverso lo strumento del disegno.

16 novembre: “Justice League”, di Zack Snyder. Dal regista de “L’alba dei morti viventi” (2004), “300” (2006), “L’uomo d’acciaio” (2013) e “Batman V Superman: Dawn of Justice” (2016), ecco il capitolo supereroistico che lancia, alle spalle film corali come “The Avengers” e il suo sequel, i paladini della DC uniti contro le forze del male. Accanto ai volti noti di Henry Cavill/Superman, Ben Affleck/Batman, Gal Gadot/Wonder Woman, troveremo Amy Adams, J. K. Simmons, Willem Dafoe e Jeremy Irons. Da vedere.

Lezione di pittura di Pablo Perelman

16 novembre: “Lezione di pittura”, di Pablo Perelman. Sesto lungometraggio diretto nell’arco di una carriera durata 37 anni (1974-2011), racconta dei brevi mesi in cui un ragazzino cileno poté mettere a frutto le sue spiccatissime doti per le arti figurative prima di finire vittima del colpo di Stato del 1973.

16 novembre: “Ogni tuo respiro”, di Andy Serkis. In attesa della sua personale versione de “Il libro della giungla” in arrivo per il 2018 con appresso un cast stellare comprendente Cate Blanchett, Christian Bale, Benedict Cumberbatch e Naomie Harris, il celebre mago della motion capture che ha dato vita a Gollum e King Kong, nonché recentemente al Leader Supremo Snoke, avanza in qualità di opera prima una love story fra un Andrew Garfield gravemente malato e una Claire Foy che agisce contro il parere dei medici per regalare al marito giorni sereni in famiglia.

16 novembre: “Pipì, Pupù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite”, di Enzo D’Alò. Da uno dei maggiori maestri dell’animazione italiana, autore de “La freccia azzurra” (1996), “La gabbianella e il gatto” (1998), “Momo alla conquista del tempo” (2001), “Opopomoz” (2003) e “Pinocchio” (2012), una nuova avventura per i più piccoli, alla caccia di un ladro di partiture che avvicinerà i protagonisti del titolo alla grande produzione operistica.

16 novembre: “La signora dello zoo di Varsavia”, di Niki Caro. Tratto da “The Zookeeper’s Wife” di Diane Ackerman, giunge posticipato di ben 7 mesi il nuovo film dell’indimenticata regista neozelandese de “La ragazza delle balene” (2002) a raccontare delle attività filantropiche di Jan Zabinski e della moglie Antonina (Johan Heldenbergh e Jessica Chastain) attuate a favore di moltissime persone e animali durante l’invasione della Polonia da parte dei nazisti. Nel cast anche Daniel Brühl; da vedere.

21 novembre: “Prince – Sign ‘o’ the Times, di Prince e Albert Magnoli. Dal 1987 attendeva ancora di approdare nelle sale italiane questa collezione di performance live di un artista e la sua band al top. Imperdibile per tutti gli appassionati; solo il 21 e 22 novembre.

21 novembre: “Il senso della bellezza”, di Valerio Jalongo. Documentario che, ancorato alla sede del CERN a Ginevra, vuole spiegare come la bellezza dell’universo sia presente anzitutto nella materia che non è visibile: l’atomo.

23 novembre: “American Assassin”, di Michael Cuesta. Dal regista de “La regola del gioco” (2015), un nuovo thriller d’azione in cui Dylan O’Brien interpreta un giovane che, persa la fidanzata durante un attacco terroristico, devolve la propria vita alla vendetta offrendosi di collaborare con i servizi segreti americani sotto la guida di un mentore tutto d’un pezzo, Michael Keaton. Critiche miste.

23 novembre: “Caccia al tesoro”, di Carlo Vanzina. Il “maestro delle Vacanze” recupera Vincenzo Salemme dopo “Non si ruba a casa dei ladri” (2016) affidandogli il ruolo di un padre che per salvare il nipotino di 9 anni malato di cuore si rivolge a San Gennaro… travisando il responso: si metterà così alla ricerca di un gioiello da convertire nella somma necessaria all’operazione.

23 novembre: “Detroit”, di Kathryn Bigelow. La muscolosa regista di “Point Break – Punto di rottura” (1991), “K-19” (2002), “The Hurt Locker” (2008) e “Zero Dark Thirty” (2012) si interessa alle rivolte che scossero la grande città del Michigan sul finire degli anni ‘60, dove subì particolari violenze la comunità nera. Da vedere.

23 novembre: “Directions”, di Stephan Komandarev. In concorso a Cannes nella sezione Un Certain Regard, un road movie che segue il servizio notturno e i racconti di sei tassisti.

Il domani tra di noi di Hany Abu-Assad

23 novembre: “Il domani tra di noi”, di Hany Abu-Assad. Dal regista di “Paradise Now” (2005), “Omar” (2013) e “The Idol” (2015), un film di amore e sopravvivenza in cui spiccano da protagonisti assoluti Kate Winslet, scrittrice in procinto di sposarsi, e Idris Elba, medico di ritorno da una conferenza, entrambi usciti vivi da un disastro aereo. Accoglienza tiepida oltreoceano.

23 novembre: “Flatliners – Linea mortale”, di Niels Arden Oplev. Al danese di “Uomini che odiano le donne” (2009) viene affidata l’improbabile vicenda in cui è coinvolto un gruppo di studenti di medicina che vivono esperienze di premorte interrompendo per brevi istanti il proprio battito cardiaco: le conseguenze saranno nefande. Nonostante la presenza nel cast di Ellen Page, un lungo evitabile.

23 novembre: “Gramigna”, di Sebastiano Rizzo. Storia di un ragazzo che gira le scuole del sud Italia condividendo la propria esperienza di figlio di un camorrista condannato all’ergastolo.

23 novembre: “Il libro di Henry”, di Colin Trevorrow. Dal regista di “Jurassic World” (2015), un dramma familiare in cui un ragazzino, annotazione dopo annotazione sul suo taccuino personale, arriva a capire che la giovane vicina di casa è maltrattata dal patrigno. Assieme alla madre (Naomi Watts), si prodigherà per salvarla. Nel cast anche il talentuoso Jacob Tremblay; ciononostante evitabile.

23 novembre: “Nut Job – Tutto molto divertente”, di Cal Brunker. Affidato al non eccessivamente apprezzato regista di “Fuga dal Pianeta Terra” (2013), arriva il sequel di “Nut Job – Operazione noccioline” (2014), dove lo scoiattolo Spocchia combatte assieme ai suoi amici per salvare il proprio parco dai piani del sindaco che lo vuole trasformare in un luna park. Inutile dire che il titolo italiano (e fino a qualche tempo fa suonava “Andiamo a comandare”) ha ben poco a che fare con quello originale…

23 novembre: “Gli sdraiati”, di Francesca Archibugi. Dalla cineasta romana di “Verso sera” (1990), “Il grande cocomero” (1993), “Questioni di cuore” (2008) e “Il nome del figlio” (2015), l’adattamento dell’omonimo romanzo di Michele Serra capitanato da Claudio Bisio: un’indagine sul millenario rapporto fra padri e figli aggiornato alla realtà della contemporaneità italiana.

25 novembre: “Anna”, di Charles-Olivier Michaud. Dopo la première del 2015 al Festival Internazionale di Busan in Corea del Sud, arriva direttamente in Italia il quinto lungometraggio del regista canadese, storia di una fotoreporter che finisce per subire le stesse violenze perpetrare in Asia ai danni delle donne su cui sta indagando.

27 novembre: “Canaletto a Venezia”, di David Bickerstaff. Dopo Van Gogh, Goya, Michelangelo e Bosch, dello stesso director la Nexo Digital distribuisce il documentario sul più celebre vedutista della storia dell’arte, raccontato attraverso la lettura delle diverse opere sparse oltremare. Solo dal 27 al 29 novembre.

27 novembre: “Egon Schiele – Death and the Maiden”, di Dieter Berner. Il primo biopic di rilievo su uno degli artisti dall’esperienza più sofferta e osteggiata del primo Novecento viennese.

28 novembre: “Uninvited – Marcelo Burlon”, di Mattia Colombo. Documentario che ritrae da vicino la figura dello stilista argentino che nel giro di pochi mesi, a partire dal 2012, è riuscito a convincere oltre 500 negozi in tutto il mondo ad includere il proprio marchio in vetrina.

29 novembre: “Amori che non sanno stare al mondo”, di Francesca Comencini. La regista di “Mi piace lavorare (Mobbing)” (2004) e “Lo spazio bianco” (2009) sceglie di raccontare il modo in cui una coppia scoppiata resta in bilico fra il volersi ricomporre e il rivolgersi a nuove passioni. Da vedere.

C’est la vie – Prendila come viene”, di Eric Toledano e Olivier Nakache

30 novembre: “C’est la vie – Prendila come viene”, di Eric Toledano e Olivier Nakache. Sesto film della coppia di registi francofoni, ancora una volta decisamente sul pezzo: tutto ruota attorno ad un ricevimento di matrimonio dal programma assai ricco e… pronto a subire irrimediabili cambiamenti da addurre alla squadra capitanata dal wedding planner di turno. Da vedere.

30 novembre: “Daddy’s Home 2”, di Sean Anders. Will Ferrell (Brad) e Mark Wahlberg (Dusty) tornano nell’atteso sequel della commedia del 2015: questo giro i padri si sdoppiano, essendo coinvolti anche i nonni, interpretati da Mel Gibson e John Lithgow.

30 novembre: “L’età imperfetta”, di Ulisse Lendaro. Dramma esordiale che narra dell’amicizia/inimicizia fra Camilla e Sara, rispettivamente di 17 e 18 anni, entrambe decise a partecipare ad un’importante audizione per danzatrici classiche: alle spalle due famiglie differenti che si fanno percepire in maniera differente.

30 novembre: “Gli eroi del Natale”, di Timothy Reckart. Da un regista già nominato all’Oscar per un cortometraggio, ennesima avventura animata targata Sony che mette a fuoco la storia della Natività così come la videro gli animali di Betlemme.

30 novembre: “Happy End”, di Michael Haneke. La famiglia Laurent (Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, Mathieu Kassovitz, Fantine Harduin e Franz Rogowski) alle prese con una morte sospetta in azienda, tensioni sviluppate all’interno della parentela e nei meandri del mondo esterno. Di questo parla l’iconico cineasta di “Funny Games” (1997 e 2007), “La pianista” (2001), “Il nastro bianco” (2009) e “Amour” (2012). La vicenda, presentata dall’Austria agli Oscar 2018 per la sezione dedicata ai film stranieri, auspichiamo non incorra nella medesima squalifica che si abbatté su “Niente da nascondere” (2005), capolavoro dello stesso regista che fu escluso dalla competizione in quanto il francese, lingua in cui era recitato (così come è per “Happy End”), venne contestato in quanto non predominante nel Paese di provenienza. In concorso lo scorso maggio a Cannes, da non perdere.

30 novembre: “Il Gruffalo”, di Max Lang e Jakob Schun. Strano a dirsi, le nostre sale ospiteranno anche un cortometraggio del 2009 nominato all’Oscar nel 2011: è la storia del mostro di buon cuore da cui il titolo (un incrocio fra un grizzly e un bufalo), il quale avrà da penare per farsi accettare dagli animali della foresta per quello che è.

30 novembre: “Polaroid”, di Lars Klevberg. Ispirandosi al proprio corto omonimo del 2015, il regista norvegese ci racconta di uno spirito in cerca di vendetta intrappolato in una vecchia macchina fotografica.

30 novembre: “Riccardo va all’inferno”, di Roberta Torre. L’autrice di “Tano da morire” (1997) e “I baci mai dati” (2010) torna al musical appoggiandosi al talento, fra gli altri, di Massimo Ranieri: l’ambientazione è fissata in un regno fantastico alle porte di Roma, in cui il giovane protagonista è intenzionato all’ascesa sociale per impossessarsi del comando di un florido traffico illecito.

30 novembre: “Sami Blood”, di Amanda Kernell. Il film racconta il ritorno alla terra e alla famiglia native del Nord della Svezia della protagonista di etnia Sami, una volta lasciatasi alle spalle le discriminazioni razziali che ha dovuto subire in età adolescenziale già in ambiente scolastico. Da vedere.

30 novembre: “Seven Sisters”, di Tommy Wirkola. Il regista di “Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe” (2013) ci propone uno scenario distopico in cui il Governo, tremando di fronte il problema della sovrappopolazione, ha imposto un solo figlio per famiglia; senonché, due genitori riescono ad aggirare il sistema e a far assumere alle loro sette creature un’unica identità. Opinioni miste.

30 novembre: “Smetto quando voglio – Ad Honorem”, di Sydney Sibilia. Terzo episodio dell’acclamata saga made in Italy (2014, 2017), in cui la banda di fuorilegge attanagliati dalla crisi capitanata da Edoardo Leo regola i conti col proprio passato chiedendo aiuto al nemico di sempre, il boss mafioso Neri Marcorè. Da vedere.

30 novembre: “The Void – Il Vuoto”, di Jeremy Gillespie e Steven Kostanski. Zombie movie ancora dello scorso anno che ha strappato più d’una critica generosa: senz’altro pane per i denti degli appassionati.

Dicembre

Faithfull di Sandrine Bonnaire

4 dicembre: “Faithfull”, di Sandrine Bonnaire. La celebre attrice francese giunge alla terza prova dietro la macchina da presa tornando al genere documentario: al centro delle sue indagini sta una figura appartenente al panorama musicale dagli anni ’70 alla contemporaneità d’indubbio rilievo: Marianne Faithfull, non di rado anche attrice. Da vedere.

6 dicembre: “Assassinio sull’Orient Express”, di Kenneth Branagh. Dopo il celebre adattamento del 1974 firmato per il grande schermo da Sidney Lumet, i panni dell’amatissimo investigatore passano dal pensionato Albert Finney a Branagh stesso, spalleggiato da Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley: un cast a dir poco da urlo, che si dovrà necessariamente confrontare con quello capitanato 40 anni or sono da Lauren Bacall, Ingrid Bergman (premiata con l’Oscar), Jacqueline Bisset, Sean Connery, Anthony Perkins, Vanessa Redgrave e Micheal York. Da non perdere.

7 dicembre: “Due sotto il burqa”, di Sou Abadi. Coraggiosa commedia francese in cui due giovani innamorati divisi dal fratello estremista di lei escogitano un piano per vedersi ugualmente: l’amante si presenterà fingendo di essere Sheherazade, fanciulla con i soli occhi scoperti e molto altro da nascondere. Da vedere.

13 dicembre: “Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi”, di Rian Johnson. Al regista di “Looper” (2012) l’arduo compito di mantenere sulla buona rotta gli incrociatori stellari e la figura prodigiosa di Rey, l’eroina in cui la Forza ha ripreso vita non più di un anno fa. Ovviamente da non perdere.

14 dicembre: “Natale da chef”, di Neri Parenti. È tempo di cinepanettone e per l’occasione torna Massimo Boldi a capitanare un branco di improbabili maghi della cucina. Chi può, si salvi.

14 dicembre: “Poveri ma ricchissimi”, di Fausto Brizzi. A un anno esatto dal primo capitolo arriva il sequel del piccolo campione delle vacanze di Natale passate: confermata la presenza di Christian De Sica ed Enrico Brignano, oltre che di Lodovica Comello, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone.

14 dicembre: “Suburbicon”, di George Clooney. Il sesto lungo diretto dal divo due volte Premio Oscar, scritto in collaborazione coi fratelli Coen, ci porterà sul finire degli anni ’50 in una tranquilla realtà di periferia, pronta ad essere scossa da un avvenimento che getterà nel caos famiglia dopo famiglia. Nel cast spiccano Matt Damon, Oscar Isaac e Julianne Moore. In concorso a Venezia, da vedere.

21 dicembre: “Coco”, di Lee Unkrich e Adrian Molina. Dopo il flop di pubblico e critica costituito da “Cars 3”, la Pixar avanza la carta che (spera) vincente: un’avventura fra il Messico dei viventi e quello dei morti nel giorno della loro festa, un giovane protagonista la cui passione per la musica è osteggiata dalla famiglia, un viaggio di crescita alla ricerca delle forze per affermare la propria natura. Da vedere.

Il toro Ferdinando di Carlos Saldanha

21 dicembre: “Il toro Ferdinando”, di Carlos Saldanha. La Blue Sky (“L’era glaciale”, “Rio”) progetta col suo 12esimo lungometraggio un’espansione del corto “Ferdinando il toro” (1938), l’unico a vincere l’Oscar nella decade a non rientrare nelle “Silly Symphonies” disneyane. Il protagonista è il più grosso della mandria e quelli come lui non tardano a finire nell’arena… Da vedere.

21 dicembre: “Tutti i soldi del mondo”, di Ridley Scott. Kevin Spacey veste i panni del ricchissimo magnate del petrolio Jean Paul Getty, che nel 1973 si rifiutò di pagare il riscatto per la liberazione del nipote rapito, spingendo la madre del giovane (Michelle Williams), assieme ad un agente della sicurezza (Mark Wahlberg), a cercare per conto proprio la somma necessaria. Da vedere.

28 dicembre: “Wonder”, di Stephen Chbosky. L’autore del fortunato “Noi siamo infinito” (2012) torna a dirigere storie dal profilo schiettamente umano, affidando al talentuoso Jacob Tremblay (il co-protagonista di “Room”) il ruolo di un bambino piagato da un’anomalia facciale che lo isola dalla società. Assieme ai genitori (Owen Wilson e Julia Roberts), tenterà una progressiva, difficile integrazione.

 

Written by Raffaele Lazzaroni

 

 

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