“Il cucchiaio e l’oca”: storiella yiddish sulla fallace punizione

“«Per il volgare scherzo del cucchiaio Hershele deve pagare il fio. Pensate voi a una punizione.»” ‒  “Il cucchiaio e l’oca”

Il cucchiaio e l'oca storiella yiddish
Il cucchiaio e l’oca storiella yiddish

“Il cucchiaio e l’oca” è la cento ventiquattresima storiella yiddish sita nel Capitolo VI intitolato Motteggiatori e mattacchioni presente nel volume “Racconti e storielle degli Ebrei” edito in Italia da Bompiani, curato da Elena Kostioukovitch e tradotto dal russo da Benedetta Sforza.

Più volte si è ribadita la scarsità di notizie sul web di Efim Samojlovič Rajze, autore di questo splendido volume che raccoglie la tradizione yiddish dell’Europa dell’Est.

“Racconti e storielle degli Ebrei” è suddiviso in dieci capitoli a loro volta suddivisi in sottocapitoli: “Favole magiche” (Avventure magiche; Personaggi magici: il profeta Elia; Personaggi magici: i giusti segreti; Personaggi magici: il Besht); “Storie credibili e incredibili” (Racconti su sinagoghe; Racconti sul maligno; Storielle di tesori; Racconti di buoni spiriti domestici; Racconti di diavoletti); “Apologhi, racconti e favole pie”; “Favole per bambini”; “Novelle popolari di come il mondo gira” (Maymonide; I potenti dell’universo; Ladri astuti; Briganti e malfattori); “Motteggiatori e mattacchioni” (Hershele Ostropoler; Shmerl Snitkover; Motka Khabad; Leyb Gotsvinder; Shayne Fayfer; Kolev Letz; Binka Dibek; Yosl Marshalik; Shloyme Ludmirer; Buffonate e furbe invenzioni); “Stolti, sempliciotti, pazzerelli e picchiatelli” (Storie sugli stolti abitanti di Chelm, di Tupshishok e di Kulikov; Quel furbacchione di Benya; Il rabbino di Derazhnya; Racconti su Yekele lo sciocco, su Peysya e sullo scemo Khoyze; Racconti sull’arguto Melamed; Racconti di altri gonzi; Racconti di altri matti); “Poveri o ricchi”; Religiosi o empi” (Racconti di Zaddikim; Racconti di rabbini; Racconti dei predicatori, dell’inferno e del paradiso; Racconti di quelli che non credono in Dio); “Ogni sorta di genere” (Artigiani e vetturini; Racconti di mezzani; Mercanti e bottegai; Ladri; Ebrei e i signori; Altri).

Dopo aver presentato “Il peccato venduto”, “La calunnia del sangue”, “Lo sposo promesso nell’altro mondo”, “Lo zar e l’ebreo”, “La verità viene a galla come olio sull’acqua”, “Il principe stupido”, “Arguzia da musicante”, “Come un rabbino si accordò con Dio”, “La domanda di matrimonio di uno sciocco”, è la volta de “Il cucchiaio e l’oca” nel quale troviamo uno dei burloni preferiti della tradizione yiddish: Hershele Ostropoler.

Nato ad Ostropoler nel 1757 e deceduto nel 1811 (la cui tomba si trova nel cimitero di Miedzyborz), Hershele occupa nell’immaginario popolare un posto equiparabile a quello del Profeta Elia. Hershele è sia saggio sia scemo, inganna ma ama la verità, povero come un santone ma balsfemo. Si vedrà, infatti, questa perenne dicotomia nella breve storiella “Il cucchiaio e l’oca”.

***

“Il cucchiaio e l’oca”

“Un giorno Hershele se ne stava seduto insieme a dei chassidim attorno a una tavola di festa in casa di un rebe.

Servirono una zuppa e distribuirono i cucchiai. Al solo Hershele dimenticarono di darne uno.

Se ne accorse il rebe e gli disse:

«Si sono dimenticati di darti un cucchiaio? Tu fa’ un colpo di tosse, se ti metterai a tossire te lo daranno».

Hershele tossì alcune volte come gli era stato suggerito e un servo gli portò il cucchiaio.

Dopo il banchetto lo zaddik ebbe necessità di recarsi in bagno. Trascorso un po’ di tempo si udirono provenire di lì dei colpi di tosse. Afferrato prontamente un cucchiaio, Hershele si precipitò in bagno per porgerlo attraverso una fessura dicendo:

«Eccovi il cucchiaio, rebe».

Lo zaddik si arrabbiò molto e una volta ritornato a tavola disse ai chassidim:

«Per il volgare scherzo del cucchiaio Hershele deve pagare il fio. Pensate voi a una punizione».

In quel mentre stavano portando in tavola un’oca arrosto e Hershele era tutto intento a pregustarsi il pasto senza distogliere gli occhi di dosso all’appetitosa pietanza.

«Sia data tutta l’oca ad Hershele», decisero i chassidim, «e ciò che lui farà all’oca noi lo faremo a lui: se le spezzerà un’ala, gli romperemo un braccio, se una coscia, noi gli spezzeremo una gamba.»

Le cose si erano messe male per Hershele. Che fece?

Capovolse l’oca e si mise a leccarne il didietro.

E così si prese beffe sia dei chassidim che del rebe.”

***

Un finale audace ed inaspettato: la vittoria di Hershele Ostropoler su tutti i commensali, rebe compreso, lascia di stucco. Gli eventi partiti dalla mancanza di un cucchiaio passando per lo scherzo di porgerlo in bagno sino alla promessa di punizione risultano repentini ma esaustivi. Ancora una volta ci si deve complimentare per la tendenza yiddish di notare il lato ridicolo delle cose serie e della derisione dei vizi (in questo caso della gola, avendo Hershele l’intenzione di gustarsi l’oca).

 

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Rubrica Storielle yiddish

 

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