“La verità viene a galla come olio sull’acqua”: storiella yiddish sulla saggezza puerile

“Accadde che una volta il mercante di profumi vedesse attraverso una fessura che il mercante d’olio era intento a contare delle monete d’oro. Cominciò a contare assieme all’altro finché non contò cinquecento rubli, che quello avvolse in un fazzoletto di cotone blu. Che fece?” ‒ “La verità viene a galla come olio sull’acqua”

La verità viene a galla come olio sull'acqua tradizione yiddish
La verità viene a galla come olio sull’acqua tradizione yiddish

“La verità viene a galla come olio sull’acqua” è la centoseiesima storiella yiddish sita nel Capitolo V intitolato Novelle di come il mondo gira presente nel volume “Racconti e storielle degli Ebrei” edito in Italia da Bompiani, curato da Elena Kostioukovitch e tradotto dal russo da Benedetta Sforza.

L’autore Efim Samojlovič Rajze (la cui esistenza è coperta dal mistero, sul web non se ne trova traccia, neppure su Wikipedia!) iniziò da giovanissimo a raccogliere storielle ed indovinelli della tradizione yiddish così come si racconta nella prefazione del libro: “Le fiabe registrate da Rajze sono comprese fra gli anni 1916 e 1966. Difficile immaginare che Rajze cominciasse il suo lavoro di studioso del folclore già a dodici anni. Probabilmente annotò a posteriori i racconti che aveva memorizzato fin da piccolo.” Il volume ebbe e ha un discreto successo, purtroppo Rajze morirà senza veder stampata questa interessante testimonianza che palesa le sfaccettature culturali dell’epoca e la commistione tra ebraismo e folclore russo, polacco ed ucraino.

Si consiglia vivamente la lettura de “Racconti e storielle degli Ebrei” e si ricorda che il dialetto yiddish, formatosi su base dell’antico tedesco, fu utilizzato nell’Europa Orientale dal XIII secolo sino alla Seconda guerra mondiale, periodo nel quale gli yiddish furono sterminati e con loro la straordinaria capacità di commistione tra umorismo e religiosità, malasorte e ricchezza.

Dopo aver presentato “Il peccato venduto“, “La calunnia del sangue“, “Lo sposo promesso nell’altro mondo“, “Lo zar e l’ebreo” è la volta del racconto intitolato “La verità viene a galla come olio sull’acqua” nel quale troviamo due mercanti dapprima amici e successivamente rivali nella disputa sull’appartenenza di ben cinquecento rubli. Sarà il rabbino con il valente aiuto di un ragazzino promettente a svelare il mistero.

 

“La verità viene a galla come olio sull’acqua”

“Vissero un tempo due mercanti che intrattenevano tra loro rapporti di amicizia, tanto che perfino la loro attività commerciale l’avevano organizzata in un’unica bottega, suddivisa da una leggera parete divisoria. Uno faceva commercio di profumi, l’altro d’olio.

Accadde che una volta il mercante di profumi vedesse attraverso una fessura che il mercante d’olio era intento a contare delle monete d’oro. Cominciò a contare assieme all’altro finché non contò cinquecento rubli, che quello avvolse in un fazzoletto di cotone blu. Che fece? Corse dal rabbino e con voce spezzata dal pianto gli raccontò che gli avevano rubato cinquecento rubli avvolti in un fazzoletto di colore blu, e di sospettare, come autore del furto, del mercante d’olio.

Il rabbino chiamò il dayan[1] e lo shames[2], e insieme si recarono alla bottega del mercante d’olio. Senza proferire verbo lo shames cominciò a rovistare per ogni dove finché non trovò il danaro.

Tutto si rivelò così come aveva detto il mercante di profumi.

Il mercante d’olio cominciò a giurare sulla moglie, sui figli e su Dio stesso, che i soldi erano i suoi, ma naturalmente nessuno gli credette.

Il rabbino ordinò di impacchettare i soldi, quindi rinchiuse il pacchetto in un suo armadio. A lungo pensò, il rabbino, come fare a stabilire di chi fossero realmente quei danari, chi dei due mercanti fosse l’onesto e chi il ladro, ma per quanto si sforzasse, non gli venne in mente nulla.

Ecco che un giorno quel rabbino, immerso nei suoi pensieri, si trovò a passare accanto al cortile della sinagoga, dove alcuni ragazzini erano intenti a giocare. Si mise ad ascoltare e comprese che i ragazzini stavano giocando al tribunale. Un ragazzino faceva la parte del “rabbino” mentre davanti a lui altri due recitavano l’uno la parte del “mercante di profumi” e l’altro quella del “mercante d’olio”.

Ciascun “mercante” espose la faccenda insistendo sul fatto che i soldi appartenevano soltanto a lui. Dopodiché si alzò il ragazzo “rabbino” che parlò così:

«Aprite il fazzoletto con le monete d’oro. Ora annusatele. Se avranno un odore gradevole, allora vuol dire che appartengono al mercante di profumi. Se le monete non avranno odore, allora dovremo verificare la loro appartenenza al mercante d’olio. Bisogna portare una bacinella con dell’acqua bollente. Noi ci metteremo le monete. Qualora sull’acqua vengano a formarsi delle macchie di grasso, significa che le monete appartengono al mercante d’olio, le cui mani stanno a costante contatto con l’olio.»

Ascoltando le parole del ragazzo il rabbino fu colpito dalla saggezza della sua decisione. Gli si avvicinò, gli dette un bacio sulla fronte e gli ordinò di recarsi all’indomani in sinagoga.

Il giorno seguente tutta la città si riversò in sinagoga. Tutti volevano sapere come il rabbino avrebbe risolto questa confusa e scandalosa faccenda. Dopo che i due mercanti ebbero ripetuto quanto era già noto, il rabbino ordinò allo shames di slegare il pacchetto con le monete.

«Ecco le monete», disse il rabbino, «Il mercante di profumi assicura che i soldi gli appartengono. Se è così, allora dovranno avere un odore gradevole. Shames! Fa’ il giro di tutti con queste monete. Che dicano se le monete hanno un odore.»

Tutti annusarono le monete, ma non vi fu riscontrato alcun odore. Allora i convenuti proclamarono a una voce:

«No, queste monete non appartengono al mercante di profumi.»

«Allora portatemi una bacinella con dell’acqua bollente», ordinò il rabbino.

Depostevi le monete, ordinò allo shames di portare la bacinella in giro perché gli astanti la potessero esaminare.

«Ora», disse il rabbino, «osservate se nell’acqua si sono formate delle macchie di unto e, se ve ne sono, dite allora di chi sono queste monete.»

Tutti proruppero ad una voce:

«Del mercante dell’olio!»

Allora il rabbino spinse verso la gente il ragazzo “giudice” dicendo:

«Io ho ripetuto parola per parola quello che aveva detto questo ragazzo. Il grande onore appartiene non a me, ma a questo saggio e benedetto figliolo.»

Si dice che quando crebbe quel ragazzo sia diventato un grande sapiente.”

***

 

La storiella “La verità viene a galla come olio sull’acqua” è molto istruttiva non solo per comprendere come sia possibile distinguere la provenienza delle monete d’oro (qualora vi capitasse di trovarne cinquecento, ad esempio!) ma soprattutto per l’onore del rabbino che ha saputo riconoscere ed apprezzare l’ingegno del ragazzino. Purtroppo non sempre gli adulti riescono in questa opera di modestia e spesso fanno proprio i meriti dei ragionamenti (o versi in poesia, trame nei romanzi, et cetera) altrui. È necessario imparare a valorizzare la propria competenza in conformità a ciò che reale.

 

Note

[1] Membro del tribunale religioso.

[2] Sacrestano della sinagoga.

 

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