Life After Death: l’intervista a Charles Baudelaire nel Paese delle Meraviglie
“Uomo libero, amerai sempre il mare!/ il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima/ nel volgersi infinito dell’onda che rotola/ e il tuo spirito è un baratro altrettanto amaro.// […]” ‒ “L’uomo e il mare” di Charles Baudelaire
Alice è seduta sull’argine, proprio come tanti anni fa, ma questa volta sola, in compagnia di un libro di letteratura che non la coinvolge per niente. Così ha ricominciato a fantasticare su quel viaggio iniziato giù per la tana del coniglio, quando misteriosamente si ritrova a cadere giù lentamente in quello stesso tunnel, ma questa volta il viaggio inizia proprio dal bosco con il gatto adagiato sul ramo di un albero.
«Mi può dire da che parte devo andare?»
«Questo dipende in buona misura da dove vuoi andare!»
«Non m’importa tanto il dove…»
«Allora non importa neanche da che parte vai» disse il gatto.
La ragazza prosegue per un sentiero mai percorso nel viaggio precedente, una galleria d’arte a cielo aperto, su ogni albero un quadro di bellezza estasiante, in mano matita e taccuino per annotare e non biscotti da mangiucchiare o bottigliette dallo strano contenuto. Eccola fermarsi alla vista di un tavolo sistemato sotto un albero di fronte alla casa, anzi, più che un tavolo uno scrittoio con tanti fogli sparsi, penna e calamaio: seduto su di un ramo un Ghiro dormiente e sulla sedia dello scrittoio il grande poeta Charles Baudelaire (9 aprile 1821 – 31 agosto 1867).
“Questo sarebbe un grande scoop”, pensa Alice tra sé avvicinandosi lentamente al poeta e cercando di carpirne lo stato d’animo in quel momento, ma la tensione la allevia lo stesso poeta porgendole un cordiale saluto. La ragazza decide di tentare l’intervista del secolo e dopo essersi presentata comincia con la prima domanda.
A.: Lei è stato definito poeta maledetto, come vede il ruolo del poeta all’interno della società?
Charles Baudelaire: Società, tu sei società o individuo! Il mio obiettivo è raggiungere la pace interiore, sono qui per questo, ma a quanto pare sei riuscita in qualche modo a oltrepassare il muro spazio temporale. Comunque più che poeti maledetti direi società maledetta, una società celata da un falso perbenismo, un’apparenza che disvela i peggiori lati dell’essere umano nel suo degrado sviscerato a oltranza, la realtà delle contrapposizioni. Sono forse maledetto per lo stile di vita scelto o perché ciò che scrivo è verità di ciò che tutti vogliono negare?
A.: La Contrapposizione in effetti caratterizza il suo stile, il suo filo conduttore in pensiero e parole, dalla descrizione dei lati oscuri dell’anima e della società alla ricerca del bello: qual è il suo ideale di bellezza?
Charles Baudelaire: Come puoi notare, giovane impertinente, sono qui, in questo ambiente totalmente immerso nella natura. La natura è come un tempio costituito da colori, suoni, profumi che riconduce a significati più profondi custoditi nell’animo di ogni individuo. Rifletti: il paesaggio non è mai rappresentato per come appare perché è riprodotto con gli occhi di chi guarda e attribuisce simbologie e significati dal proprio stato d’animo. Io sono alla ricerca della bellezza assoluta, ideale, pura e spirituale. Il senso di contrapposizione della vita mi accompagna sin da quando sono bambino, l’orrore per la vita e l’estasi per la vita. Un dualismo che non ho ancora risolto.
A.: Il suo viaggio in India è stato determinante per cominciare a scrivere?
Charles Baudelaire: Ho cominciato a scrivere le mie prime poesie dedicate alla bellezza dei luoghi e delle donne, contrapposte poi al mio rientro in una Parigi diventata nera e fangosa. L’estetismo il concetto di evasione dalle brutture dell’età contemporanea.
A.: Noto che questo giardino è ricco di fiori di rara bellezza, questa scelta a forse a che fare con la sua opera I fiori del male del 1857?
Charles Baudelaire: Una domanda indiretta, quanta pazienza. Sai anche che è stata subito censurata?
A.: Sì, opera bandita e censurata per i suoi contenuti altamente trasgressivi e aggiungerei altrettanto tragici, una visione alquanto reale, capace di andare oltre le apparenze, ma si sa la verità non è gradita!
Charles Baudelaire: Finalmente un pensiero che mi aggrada da quella boccuccia impertinente. Anche in quest’opera prevale il senso di contrapposizione, quindi anche se i fiori sono simbolo di bellezza diventano veicolo del male, un male che circonda la vita oscura di ogni individuo: dalla solitudine, al vizio, alla corruzione, al pessimismo e la disillusione nei confronti delle reali possibilità dell’uomo di elevarsi e perché no, raggiungere quell’aureola che la società ha sottratto a noi poeti e artisti perché considerati non produttivi e inutili.
A.: Aggiungerei anche dall’alienazione nei confronti della società. Posso garantirle che I fiori del male ha contribuito nella mia era all’apertura di una nuova visione poetica, fondata sul verso libero, i simboli le allusioni dove tutto è legato e correlato da un filo invisibile.
Charles Baudelaire: Sì, aggiungi pure cara.
A.: Può parlarmi della poesia L’albatro?
Charles Baudelaire: “Il poeta è come lui, principe delle nubi che sta con l’uragano e ride degli arcieri;/ esule in terra fra gli scherni, impediscono che cammini le sue ali da gigante” Cosa aggiungere, l’albatro riflette la situazione del poeta nella società di massa, che una volta a terra impacciato e goffo e impedito dalle sue stesse potenti ali è deriso, denigrato, emarginato, ma quando le sue ali lo riportano in cielo è libero e maestoso, proprio come lo stato d’animo del poeta che si esprime attraverso la poesia.
A.: Conferma che è stato interdetto dalla famiglia per le sue scelte di vita?
Charles Baudelaire: Sì, cara e ti comunico che è ciò che sto per fare con te!
Uno schioccare delle dita e Alice si ritrova sulla riva del fiume, ma fortunatamente ha con sé taccuino e matita e prima di rientrare legge una delle poesie di Charles Baudelaire all’acqua del fiume, nel suo scorrere e divenire.
“L’uomo e il mare”
“Uomo libero, amerai sempre il mare!
il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima
nel volgersi infinito dell’onda che rotola
e il tuo spirito è un baratro altrettanto amaro.
Ti piace sprofondare nella tua stessa immagine;
l’abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore
si distrae qualche volta dal suo proprio rumore
al suono di quel lamento selvaggio e indomabile.
Siete ambedue tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha sondato il fondo dei tuoi abissi;
o mare, nessuno sa le tue ricchezze intime,
tanto siete gelosi dei vostri segreti!
Pure, da un numero incalcolabile di secoli
voi due vi combattete senza pietà né rimorso,
talmente amate la carneficina e la morte,
o lottatori eterni, fratelli implacabili!”
Written by Simona Trunzo
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