“L’albatro” poesia di Charles Baudelaire: il poeta è come il principe delle nuvole
“L’albatro”
(Traduzione di Marcello Comitini – Edizioni Caffè Tergeste)
Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867) è stato un poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, aforista, saggista e traduttore francese.
È considerato uno dei più celebri e importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del Simbolismo, Espressionismo, affiliato del Parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del Decadentismo.
I fiori del male, la sua opera maggiore, è un passaggio obbligatorio per qualsiasi persona appassionata di poesia. La lettura (e la rilettura) di quest’opera fornirà una chiave di interpretazione valida per qualsiasi poeta successivo al nostro parigino.
Il pensiero e la biografia di Baudelaire hanno influenzato molti autori successivi a lui (ad es. i “poeti maledetti” di Verlaine, Marcel Proust, Alfred de Vigny, Arthur Rimbaud, T. S. Eliot, Ezra Pound, Edmund Wilson ed in particolar modo Paul Valéry), appartenenti anche a correnti letterarie e vissuti in periodi storici differenti, e viene ancor oggi considerato non solo come uno dei precursori del Decadentismo, ma anche di quella poetica e di quella filosofia nei confronti della società, dell’arte, dell’essenza dei rapporti tra esseri umani, dell’emotività, dell’amore e della vita che lui stesso aveva definito come “Modernismo”.
La poesia “L’albatro” è contenuta ne “Il fiori del male” e nei secoli è stata molto citata ed ammirata per questa similitudine tra il poeta ed il grande uccello, l’albatro. Nell’edizione del 1861 questa poesia sostituì Le Soleil che fu inserita nella sezione Tableaux Parisiens.
In lingua originale:
Souvent, pour s’amuser, les hommes d’équipage
Prennent des albatros, vastes oiseauz des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
À peine les ont-il déposeés sur le planches,
Que ces rois de l’azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d’eux.
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu’il est comique et laid!
L’un agace son bec avec un brûle-guele,
L’autre mime, en boitant, l’infirme qui volait!
Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête e se rit de l’archer;
Exilé sul le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l’empêchent de marcher.
– Altre opere di Charles Baudelaire presenti su Oubliette Magazine:
“Epigrafe per un libro condannato”
“La disperazione della vecchia”
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