“L’impressionismo di Zandomeneghi”, in esposizione al Palazzo Zabarella, sino al 29 gennaio 2017, Padova

Sono passati cento anni dalla morte del pittore impressionista Federico Zandomeneghi (Venezia, 2 giugno 1841- Parigi, 31 dicembre 1917) e la Fondazione Bano lo celebra a Padova, a Palazzo Zabarella, con un’antologica in programma dal 1 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017, “L’impressionismo di Zandomeneghi“.

L’impressionismo di Zandomeneghi

Figlio di scultori, Zandomeneghi ha preferito fin da piccolo la pittura alla rigidità del marmo del Canova, esempio tanto amato dal padre e dal nonno.

L’artista, che ha combattuto in prima linea a fianco di Garibaldi, ha conosciuto la Firenze dei Macchiaioli.

È stato considerato, nella seconda parte della sua vita, come uno dei maggiori interpreti della Parigi “fin de siècle”, città nella quale ha vissuto a lungo ed è morto. Come Degas e Renoir, egli ha dipinto il fascino della Belle Èpoque. Precursore della modernità, attraverso i suoi ritratti è divenuto il “cantore” dell’emancipazione femminile.

La mostra, curata da Francesca Dini e Ferdinando Mazzocca e promossa dalla già citata Fondazione Bano, in collaborazione col Museo Civico di Palazzo Te di Mantova, presenta 100 opere, fra dipinti a olio e pastelli, provenienti dai più importanti centri culturali – per citarne alcuni, la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, il Museo Civico di Palazzo Te di Mantova.

Inoltre, alcuni di questi quadri provengono da esclusive collezioni italiane, inglesi, francesi e svizzere. I dipinti, che si trovano nelle sale del suggestivo Palazzo Zabarella, mostrano l’eccezionale talento del pittore veneziano: un artista dalla tecnica raffinata e dallo stile davvero inconfondibile.

Place D'Anvers a Parigi - Federico Zandomeneghi - 1880

Parigi è la città che lo ha accolto nel 1874, e della quale Zandomeneghi ha saputo restituire l’atmosfera delle piazze, dei boulevard e della vita sociale che si svolgeva nei teatri e nei caffè. Un luogo che lo ha visto protagonista, con Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis, della triade degli Italiens de Paris.

Fra le opere, la “scintillante” “Place d’Anvers”, un olio su tela di grandi dimensioni del 1880, in cui l’artista ha riprodotto fedelmente quello che stava avvenendo nella celebre piazza parigina.

A vederlo dal vivo, questo dipinto lascia letteralmente senza fiato. I puntini di colore, che affollano a migliaia la tela, danno sapientemente forma a figure luminose, mano a mano che ci si allontana dal quadro.

È sorprendente quanti particolari siano celati in qualcosa che, a ben guardare, è solo “abbozzato”. D’altra parte, proprio a Zandomeneghi va il vanto di avere osato confrontarsi con gli impressionisti francesi, essendo stato il pittore della “modernità”.

Di questa esposizione mi rimarranno impressi i ritratti – anche un autoritratto –, colti in atteggiamenti pensosi, ma con occhi “furbi” e talvolta ammiccanti; le nature morte, fatte di mazzi di fiori, di violette e candide tovaglie; le donne, in cui l’artista ha creato un immaginario femminile ritratto in momenti intimi, di vita quotidiana.

Una donna emancipata, è quella di Zandomeneghi, intenta al rito della toilette o alla lettura di un libro. Una donna che va a teatro, partecipa a serate mondane.

Au Café (Coppia al caffè) - Federico Zandomeneghi - 1885

Una donna che indossa sempre qualcosa di bianco, sia una veste o un colletto, su cui si riflette e rifrange la luce. Oppure di rosso, per attirare su di sé l’attenzione.

Davvero un’esperienza unica, la visita a questa esposizione, che consiglio a tutti.

La mostra “L’impressionismo di Zandomeneghi” è aperta dal martedì alla domenica, dalle 9,30 alle 19,00. Chiuso il lunedì. Chiuso sabato 24 dicembre e domenica 25 dicembre.

Il biglietto costa 12 euro; 10 euro il ridotto.

L’ingresso è in via degli Zabarella n. 14, in una zona pedonale poco distante dalla Basilica del Santo.

Che altro dire? Padova, città d’arte e ambasciatrice di cultura, vi aspetta con le sue meraviglie. Mancare sarebbe un peccato.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 

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