Significato dei sogni #19: le discordanze della memoria di Igor Sibaldi

“Ciò che comunemente si chiama «sogno» è solo il racconto di quel che la memoria è riuscita a conservare di un sogno, e se potessimo confrontare tale racconto con il sogno a cui si riferisce resteremmo probabilmente sorpresi dalle discordanze.” ‒ Igor Sibaldi

Vocabolario Igor Sibaldi Le discordanze della memoria
Vocabolario Igor Sibaldi Le discordanze della memoria

Diciannovesima puntata della rubrica “Significato dei sogni” nella quale si illustra un estratto che si è voluto intitolare “Le discordanze della memoria” tratto da “Vocabolario – Le parole dei mondi più grandi” di Igor Sibaldi (Anima Edizioni, 2009). Un libro che propone un vero e proprio vocabolario con parole di cui l’autore esplicita significati ed usi.

L’esperienza soggettiva del sogno è irripetibile (malgrado la presenza nella casistica dei sogni ricorrenti, veri e propri momenti nei quali è facilmente possibile essere consci del sogno e modificare il finale od alcune parti): possiamo raccontare i nostri sogni (o perlomeno ciò che la nostra memoria ha preservato al mattino) solo attraverso le parole ed è per questo motivo che il sogno sfugge ad una indagine oggettiva. Le interpretazioni sono ambigue: anche se due persone vivono una esperienza onirica simile la spiegazione per entrambi sarà differente perché il significato simbolico del sogno varia a seconda dell’esperienza della persona.

La rubrica “Significato dei sogni” presenta, ogni mese, un argomento che potrebbe invece ridestare l’interesse verso l’inconscio ed i suoi modi “sensazionali” di comunicazione.

Estratto da “Vocabolario ‒ voce: Sogni” ‒ Le discordanze della memoria

“Nei sogni l’immaginazione può agire più liberamente di quanto non avvenga di solito durante la veglia, e perciò molte persone abituate a esercitare un eccessivo controllo sulla propria immaginazione credono che il sogno sia una dimensione eccezionale e talvolta profetica.

Eccezionale e profetica, in realtà, è soltanto l’immaginazione stessa: ciò a cui essa si sottrae durante il sogno sono le limitazioni imposte dalla nostra razionalità, cioè dal nostro bisogno di adeguarci ai criteri, al linguaggio, ai valori del gruppo a cui abbiamo deciso di appartenere ‒ e da ciò deriva la frequente impressione che i tuoi sogni siano qualcosa di veramente tuo.

Tale impressione, d’altra parte, non è sempre veritiera: sia perché con l’affievolirsi della razionalità, prendono spesso il sopravvento gli impulsi del desiderio e della paura, che nella maggior parte delle persone sono anch’essi notevolmente condizionati dal gruppo d’appartenenza; e sia anche perché dei nostri sogni noi abbiamo, al risveglio, solamente il ricordo, e la nostra memoria è sempre potentemente censurata dalla razionalità.

Ciò che comunemente si chiama «sogno» è solo il racconto di quel che la memoria è riuscita a conservare di un sogno, e se potessimo confrontare tale racconto con il sogno a cui si riferisce resteremmo probabilmente sorpresi dalle discordanze.

Quando sogniamo è come se stessimo dipingendo su un’ampia tela con pennelli intinti in colla trasparente; e quando cominciamo a svegliarci, è come se prendessimo manciate di vario materiale depositato nella nostra memoria (ritagli, spezzoni di ricordi dei giorni precedenti) e lo scaraventassimo in fretta sulle linee tracciate da quei pennelli: al risveglio, ciò che la maggior parte delle persone riescono a vedere del dipinto sono soltanto alcune piccole aree del collage e, quando raccontano un sogno, stanno soltanto tentando di spiegare razionalmente perché alcuni di quei ritagli e spezzoni siano venuti a trovarsi accanto ad altri ‒ senza prestare attenzione alle linee del dipinto nel suo insieme.

Per questo motivo l’interpretazione dei sogni, tanto cara agli psicologi, si rivela non di rado uno strumento d’analisi inutile e fuorviante.

Per interpretare correttamente un sogno occorrerebbe invece compiere una serie di operazioni assai complessa, e cioè:

coglierne il disegno complessivo (le pennellate di colla) sia attraverso sia, anche, nonostante il racconto del sognatore;

intuire le ragioni per cui il sognatore abbia scelto di raccogliere le manciate di ritagli proprio in certi punti della sua memoria e non in altri;

decifrare le «casuali» combinazioni dei materiali stessi nel collage (in base al doveroso presupposto che nulla sia mai totalmente «casuale»; e infine

valutare esattamente l’incidenza che sulla memoria e sul racconto del sognatore hanno avuto i criteri, il linguaggio, i valori del gruppo a cui egli ha scelto o crede di appartenere.

E poiché tutte queste operazioni, per essere efficaci, andrebbero compiute contemporaneamente e integrate le une alle altre nel minor tempo possibile, ne consegue che l’interpretazione dei sogni sia possibile soltanto attraverso il ricorso a facoltà superiori della coscienza, a quelle forme speciali di intuizione e di elaborazione che divengono accessibili solo con l’aiuto di Spiriti guida o di un qualsiasi altro Spirito superiore.

Non per nulla gli antichi la consideravano un’arte sacra, e nella Genesi il più celebre tra gli interpreti di sogni, Giuseppe egizio, usava dire che «le interpretazioni dei sogni appartengono a ‘Elohiym» (Genesi 40, 8). Non a Yahweh, dunque: non al Dio dell’Essere, delle cose così come stanno e come appaiono, ma a quel Dio del Divenire che guida sempre al di là dei limiti a cui giungono le parole.

Mi si obbietterà che in tal modo viene a cadere il primo dei fondamentali della psicologia attuale (i principi interpretativi che Freud cominciò a esporre nell’Interpretazione dei sogni, centonove anni fa) e non ho infatti alcuna difficoltà a riconoscerlo: nei sogni, come in tutte le attività psichiche in cui la razionalità ha un ruolo diverso da quello che svolge nei più ordinari stati di coscienza, la psicologia attuale è soltanto lo sforzo di ridurre il maggior numero possibile di elementi a un livello sufficientemente banale da corrispondere ai modelli costruiti dalla psicologia stessa, secondo i quali l’uomo in generale ‒ e il paziente dello psicologo in particolare ‒ è fondamentalmente un essere banale.”

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Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali impolverati; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).

Igor Sibaldi citazioni Elohiym
Igor Sibaldi citazioni Elohiym

Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani del passato, in questo caso di Igor Sibaldi.

Un ulteriore consiglio: un bel quaderno (cartaceo) con penna (o matita) posto sul comodino per annotare i sogni al risveglio (con data ed orario). È importante non perdere l’uso della scrittura sia per la manualità delle dita sia per la stimolazione del cervello astratto e creativo.

Inoltre, è possibile partecipare al nostro nuovo studio sulla casistica del sogno in contatto con la tecnologia dei social inviando un’e-mail ad oubliettemagazine@hotmail.it nella quale allegare un file .doc con un sogno connesso alla tecnologia (smartphone, internet, pc, social, intelligenza artificiale, et cetera). Il sogno raccontato sarà salvato in forma anonima e servirà per la compilazione di un testo in comparazione alla letteratura del passato.

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Nella prima puntata della rubrica si è presentato un estratto tratto dal primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno” del libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella seconda un estratto tratto dal primo paragrafo intitolato “Il rapporto tra sogno e veglia” dello stesso capitolo; nella terza puntata si è presentato un estratto tratto dal secondo paragrafo intitolato “Il materiale onirico. La memoria nel sogno” dello stesso capitolo; nella quarta si è selezionato un estratto da “Relazione, imago e proiezione” del febbraio 1959, tratto dal capitolo “Attività medica e analitica” del libro “In dialogo con Carl Gustav Jung” di Aniela Jaffé, che mostra il sogno in rapporto con l’ex partner; nella quinta si è ripreso il discorso con Sigmund Freud con un estratto estratto tratto dal quarto paragrafo intitolato “Perché si dimentica il sogno dopo il risveglio” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella sesta si è selezionato un estratto dal primo capitolo intitolato “Sogni lucidi e la loro impostazione filosofica” del libro “Sogni lucidi” dalla parapsicologia e scrittrice britannica Celia Green; nella settima si è presentato un estratto tratto dal secondo capitolo “L’uomo e l’esperienza” del libro “Sogni, profezie e apparizioni” di Aniela Jaffé affrontando la tematica della precognizione della morte; nell’ottava si è ripreso il libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud con un estratto tratto dal terzo paragrafo intitolato “Stimoli e fonti del sogno” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella nona un estratto tratto dall’introduzione del libro “Alchimia” di Marie-Louise von Franz mettendo l’accento sulla trascrizione del sogno; nella decima si è presentato un estratto tratto dal libro “La schizofrenia” di Carl Gustav Jung, dal capitolo “Psicogenesi della schizofrenia”; nell’undicesima si sono mostrate “Le peculiarità psicologiche del sogno” tratto del libro “L’nterpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella dodicesima si è parlato del libro “Il codice dei sogni” di Charles Maillant finendo nel paragrafo Diventare ciechi; nella tredicesima il capitolo Anatomia di un sogno tratto dal libro “I sogni” di Edgar Cayce e Mark Thurston, nella quattordicesima si è presentato il tema della resposanbilità ed inconscio dal libro “Elogio dell’inconscio” di Massimo Recalcati; nella quindicesima si è parlato dell’assenza di sonno trattata da Simon Monneret; nella sedicesima si è toccato il tema della maternità in carcere con Lella Ravasi Bellocchio; nella diciassettesima I sentimenti morali nel sogno espresso da Sigmund Freud, nella diciottesima Il simbolismo del cibo di Serena Foglia.

 

“Si scavi una tomba profonda per il velenoso Drago,/ E a lui nel suo abbraccio stia ben avvinta la donna:/ Mentr’esso coglie le gioie del letto nuziale,/ Ella muore, ed insieme son ricoperti di terra./ Ciò uccide il corpo del Drago e di sangue/ Lo tinge: questa è la vera strada dell’opera tua.” – “Atalanta Fugiens

 

Info

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Bibliografia

Igor Sibaldi, Vocabolario, Anima Edizioni, 2009

Michael MaierAtalanta fugiens, Edizioni Mediterranee

 

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