Significato dei sogni #9: la trascrizione del sogno di Marie-Louise von Franz

“Studiando i sogni, le visioni, le allucinazioni e altri fenomeni di questo genere, l’uomo d’oggi, può, per la prima volta e senza pregiudizi, guardare ai fenomeni dell’inconscio.”Marie-Louise von Franz

Significato dei sogni #9 la trascrizione del sogno - Marie-Louise von Franz
Significato dei sogni #9 la trascrizione del sogno – Marie-Louise von Franz

In origine “sonno” e “sogno” erano un tutt’uno e non venivano distinti, infatti, l’etimologia della parola “sogno” deriva da “somnium” che, in latino, significa “sonno”; così anche in greco ὕπνος (sonno) e prima ancora σ-ὕπνος.

Attualmente, invece, le due parole sono distinte ed il “sogno” è interpretato come una “parte” del “sonno”, quella relativa alla produzione ‒ da parte dell’inconscio ‒ di immagini relative a situazioni reali, irreali, del passato, del presente, del futuro, fantastiche, angosciose, sgradevoli, strane, meravigliose, et cetera.

La letteratura prodotta nel corso dei millenni sui fenomeni chiamati “sogni” è molto variegata, e si è pensato in questa rubrica “Significato dei sogni” di invitare alla lettura di alcuni testi scritti dai maggiori esponenti della stessa, augurando al lettore di trarne beneficio.

Nella prima puntata della rubrica si è presentato un estratto tratto dal primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno” del libro L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud; nella seconda un estratto tratto dal primo paragrafo intitolato “Il rapporto tra sogno e veglia” dello stesso capitolo; nella terza puntata si è presentato un estratto tratto dal secondo paragrafo intitolato “Il materiale onirico. La memoria nel sogno” dello stesso capitolo; nella quarta si è selezionato un estratto da “Relazione, imago e proiezione” del febbraio 1959, tratto dal capitolo “Attività medica e analitica” del libro “In dialogo con Carl Gustav Jung” di Aniela Jaffé, che mostra il sogno in rapporto con l’ex partner; nella quinta si è ripreso il discorso con Sigmund Freud con un estratto estratto tratto dal quarto paragrafo intitolato “Perché si dimentica il sogno dopo il risveglio” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”; nella sesta si è selezionato un estratto dal primo capitolo intitolato “Sogni lucidi e la loro impostazione filosofica” del libro Sogni lucidi” dalla parapsicologia e scrittrice britannica Celia Greennella settima si è presentato un estratto tratto dal secondo capitolo “L’uomo e l’esperienza” del libro “Sogni, profezie e apparizioni” di Aniela Jaffé affrontando la tematica della precognizione della morte; nell’ottava si è ripreso il libro “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud con un estratto tratto dal terzo paragrafo intitolato “Stimoli e fonti del sogno” del primo capitolo “La letteratura scientifica sui problemi del sogno”.

In questa nona puntata, invece, si presenta un estratto tratto dall’introduzione del libroAlchimia” di Marie-Louise von Franz, edito da Bollati Boringhieri, nel quale sarà possibile addentrarsi nella storia dell’alchimia connessa alla tradizione greca, araba e medioevale ed alla trascrizione del sogno.

 

Estratto dal Capitolo I ‒ Introduzione de “Alchimia” di Marie-Louise von Franz

“[…] Un giovane medico aveva dei dubbi sul modo in cui vengono trascritti i sogni. Riteneva che quando si scrive un sogno la mattina, se ne falsifichi gran parte. Mise allora un registratore accanto al letto e, quando gli accadeva di svegliarsi di notte, anche se era mezzo addormentato registrava il sogno, che avrebbe poi scritto la mattina seguente così come se lo ricordava.

Confrontando le due versioni si accorse di aver peccato di eccessivo scetticismo. Le versioni dei sogni che scriviamo la mattina sono sostanzialmente corrette, anche se vi introduciamo involontariamente un certo ordine. Il medico, ad esempio, aveva sognato che succedeva qualcosa in una casa in cui poi entrava. Ricostruendo il sogno la mattina seguente aveva corretto la sequenza temporale, e aveva scritto che prima era entrato in quella casa, e che poi gli era accaduta questa o quell’altra cosa.

È un dato di fatto che i sogni registrati hanno una sequenza cronologica più confusa, ma quanto al resto sono sostanzialmente già strutturati. Infatti, quando un sogno varca la soglia della coscienza, la coscienza, nel registrarlo lo elabora parzialmente, lo corregge, e lo rende un po’ più comprensibile.

Cum grano salis, si potrebbe paragonare il modo in cui vengono trascritti i sogni al modo in cui vengono tramandate le esperienze religiose nell’ambito di un sistema religioso vigente. In entrambi i casi l’esperienza personale immediata viene purificata, chiarificata ed emendata.

Le storie della vita interiore della maggior parte dei santi cattolici parlano di esperienze immediate della Divinità, di visioni della Vergine Maria o di Cristo. D’altra parte questa esperienza diretta del divino è tipica del santo. Ma la Chiesa ha ben di rado pubblicato un documento senza prima espugnarlo, eliminando tutto ciò che veniva giudicato materiale personale, e scegliendo solo ciò che non era in contrasto con la tradizione.

Nelle comunità primitive, che pure sono più libere, accade la stessa cosa. Anche gli Indiani del Nord America omettono certi particolari, non ritenendoli importanti per le idee collettive consce. Gli aborigeni australiani celebrano una festa chiamata Kunapipi, che dura trent’anni. Per trent’anni si compiono certe cerimonie in determinati momenti, nell’ambito di un grande rito di rinascita che dura per tutta una generazione. Passati i trent’anni si ricomincia daccapo.

L’etnologo che per primo descrisse questa festa di preoccupò di raccogliere presso varie tribù i sogni che si riferivano ad essa, e scoprì che veniva sognata spesso. Ma nei sogni dei membri di quelle tribù ‒ cosa che non ci sorprende perché accade anche nei nostri ‒ c’erano delle varianti, dei piccoli particolari che non combaciavano con quanto accadeva in realtà. Gli aborigeni sostenevano che se il sogno conteneva una buona idea, veniva raccontato alla tribù e adottato come parte della festa, la quale subiva così di tanto in tanto qualche modificazione, anche se in generale ci si manteneva fedeli alla tradizione tramandata.

Analizzando dei cattolici, ho osservato lo stesso fenomeno. Quando sognano la Messa, accade qualcosa di strano: il prete, ad esempio, distribuisce minestra calda invece dell’ostia consacrata. C’è solo quel particolare fuori posto. Ricordo il sogno di una suora in cui al Sanctus, cioè nel momento più sacro del sacrificio, quello della transustanziazione, il vecchio vescovo che stava celebrando la Messa si fermava di botto e diceva: “Prima bisogna fare qualcosa di importante”; e poi faceva una predica sull’Incarnazione.

Finita la predica, diceva che ora si poteva continuare con la vecchia Messa tradizionale, e cedeva a due giovani preti il compito di portare a termine la celebrazione. È chiaro che la suora, come d’altronde molta gente, non capiva veramente il mistero della Messa, che per lei era soltanto una ripetizione meccanica del rito. Il sogno sottolineava che, prima che la transustanziazione avvenisse, bisognava spiegare ai fedeli ciò che stava per accadere, altrimenti avrebbero creduto senza capire.

Occorreva invece che partecipassero al rito anche con la mente. Perciò nel sogno il vescovo dava agli astanti una spiegazione esauriente, dopo la quale la Messa tradizionale proseguiva, celebrata però da preti più giovani, a significare che si trattava di un processo di rinnovamento: rinnovamento che dipende dal modo in cui viene capita la Messa.

[…]

Studiando i sogni, le visioni, le allucinazioni e altri fenomeni di questo genere, l’uomo d’oggi, può, per la prima volta e senza pregiudizi, guardare ai fenomeni dell’inconscio. Ciò che emerge da esso può essere osservato attraverso gli individui. Il passato invece ci ha tramandato qualche raro resoconto di esperienze individuali, ma in complesso i simboli dell’inconscio ci sono pervenuti nel modo più tradizionale.

Di solito l’umanità si è accostata all’inconscio mediante i sistemi religiosi, cioè indirettamente e non individualmente. Esiste tuttavia qualche eccezione, riscontrabile nelle società più antiche e più primitive e in certe altre forme ‒però già codificate ‒ di approccio all’inconscio.

In alcune tribù eschimesi non esistono praticamente contenuti della coscienza collettiva. Esistono scarsi insegnamenti riguardo a certi spiriti e Dei ‒ Sila, il dio dell’aria, Sedna, la dea del mare, e così via ‒ che vengono tramandati oralmente da certe persone; ma gli sciamani e gli stregoni, che sono le figure religiose di quelle comunità, tramandano solo esperienze personali. Per le terribili condizioni ambientali, la vita degli Eschimesi è tanto dura e sopravvivere è talmente difficile che essi si concentrano esclusivamente sulle esigenze della sopravvivenza, e delegano a pochi individui scelti il commercio con gli spiriti.

Costoro fanno sogni ed esperienze interiori, e gli altri membri della comunità usano quei sogni, fanno riferimento ad essi, ci riflettono su, un po’ come riflette sui sogni chi è in analisi. L’unica guida di cui dispongono questi sciamani consiste nell’incontrarsi con altri sciamani e comunicarsi a vicenda le esperienze fatte, in modo da non doverle affrontare da soli. Generalmente ‒ come farebbe anche un analista ‒ il più giovane cerca l’aiuto del più vecchio, perché altrimenti avrebbe paura d’impazzire. Nel caso degli Eschimesi c’è un minimo di tradizione conscia collettiva e un massimo di esperienza personale immediata di alcuni individui.

[…]”

 

Marie-Louise von Franz - citazione
Marie-Louise von Franz – citazione

Per continuare la lettura in modo proficuo e con attenzione si consiglia di distogliere gli occhi dal computer o dal cellulare e di recarsi nella propria libreria per cercare il libro tra gli scaffali impolverati; se non si possiede il volume in casa si consiglia di acquistarlo (rigorosamente in cartaceo).

Leggere è un compito importante, la carta è di grande ausilio rispetto al formato digitale non solo per la concentrazione necessaria all’atto della riflessione e comprensione ma anche per instaurare un rapporto fisico con l’oggetto-pozzo che conserva amorevolmente le considerazioni degli esseri umani del passato, in questo caso di Marie-Louise von Franz.

Un ulteriore consiglio: un bel quaderno (cartaceo) con penna (o matita) posto sul comodino per annotare i sogni al risveglio (con data ed orario). È importante non perdere l’uso della scrittura sia per la manualità delle dita sia per la stimolazione del cervello astratto e creativo.

Inoltre, è possibile partecipare al nostro nuovo studio sulla casistica del sogno in contatto con la tecnologia dei social inviando un’e-mail ad oubliettemagazine@hotmail.it nella quale allegare un file .doc con un sogno connesso alla tecnologia (smartphone, internet, pc, social, et cetera). Il sogno raccontato sarà salvato in forma anonima e servirà per la compilazione di un testo in comparazione alla letteratura del passato.

 

Si narra che la serpe si divora la coda per assorbire la parte di sé mobile, velenosa e umida, sicché senza coda pare più voluminosa e lenta, avendo gran parte della sua agilità e speditezza origine nella coda. Tutti gli altri animali s’appoggiano sulle zampe, ma serpenti, draghi e vermi le rimpiazzano contraendo e svolgendo il loro corpo, e descrivono, come l’acqua che scorre, curve precise, piegandosi or da un lato or dall’altro nei fiumi che serpentinamente flettono il loro corso.” Discorso del quattordicesimo Emblema dell’Atalanta fugiens

 

Bibliografia

Marie-Louise von Franz, Alchimia, Bollati Boringhieri, 2023

Michael MaierAtalanta fugiens, Edizioni Mediterranee

 

Info

Rubrica Significato dei sogni

 

10 pensieri su “Significato dei sogni #9: la trascrizione del sogno di Marie-Louise von Franz

  1. Parlate dell’interpretazine dei sogni e non affrontate la teoria psichica di Massimo Fagioli in cui c’è la loro comprensione e la loro funzione nella vita umana. Dove solo per accennare, si comprende come essi siano una forma di pensiero da cui tra l’altro interpretandoli, è possibile la cura nella psicoterapia.

    1. Roberto, la rubrica è alla puntata 9. Ci sarà spazio anche per Massimo Fagioli in futuro, ti ringraziamo per averlo segnalato. Puoi indicarci un titolo in particolare?

      1. Vi ringrazio senz’altro per l’interesse che avete mostrato verso il mio commento dove proponevo l’attenzione verso il lavoro teorico compiuto da Massimo fagioli. Era naturalmente riferito al tema del sogno che voi state meritevolmente affrontando. I sogni nella teoria psichica di Fagioli, detta anche “Teoria della nascita”, hanno un ruolo fondamentale nella cura attraverso la psicoterapia, perché per essa sono una forma di pensiero, naturalmente inconscio, che attraverso la loro interpretazione permette appunto la cura per la guarigione dei pazienti. Non sono uno psichiatra, sono uno dei mille pazienti che hanno frequentato l’Analisi Collettiva tenuta da Fagioli per quarantuno anni fino alla sua morte. Per cui non mi azzardo a dirvi più di questo, però posso senz’altro indicarvi due testi che proponendo la sua teoria affrontano il tema dell’importanza dei sogni nella cura psicoterapeutica: il primo è senz’altro il testo fondante la teoria “Istinto di morte e conoscenza” il secondo è “La psichiatria come psicoterapia” entrambi editi dall’Asino d’Oro. Il secondo conosciuto anche come le pagine di Rodi è più discorsivo, è la trascrizione dell’incontro di Fagioli durante una vacanza appunto a Rodi, con un gruppo di partecipanti all’Analisi Collettiva tra cui diversi psichiatri. In questo incontro l’autore ha ripercorso la storia del suo lavoro e delle sue idee in relazione al rapporto con i suoi pazienti che nell’Analisi Collettiva è diventato di costruzione condivisa. Ringraziandovi nuovamente, porgo i miei migliori saluti.
        Roberto Chimenti

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