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La casa dei Tarocchi #18: l’immaginario della Signora Luna

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Scrive Giordano Berti nella prefazione a “Vit(amor)te” che senza dubbio “nelle arti tutto si rinnova sistematicamente a partire da ciò che preesiste: nella musica, nella danza, nelle arti visive, nella letteratura. Tra gli esempi più mirabili di questo continuo rinnovarsi, il Gioco dei Tarocchi è assolutamente emblematico”, e rimescolando le carte comprendiamo il Gioco della Vita.

La casa dei tarocchi 18 - la Luna
La casa dei tarocchi 18 – la Luna

Da dove arrivano i 22 passaggi di questa danza immaginale?

Volendo datare un oggetto in una forma ben definita” scrive ancora Berti “si può dire con assoluta certezza che i Tarocchi nacquero nell’Italia del Nord nei primi decenni del Quattrocento. Erano un raffinato gioco di Corte, perché quelle immagini evocavano pensieri lontani dalla gente del popolo. Ben presto divennero un gioco d’azzardo e tuttavia i giuristi lo definivano in modo ambiguo dato che nel gioco dei Tarocchi si può vincere anche con pessime carte… come in guerra”.

L’immaginario della Signora Luna 

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Chi è questa Luna veramente? Quanti volti ha la Regina dell’immaginario, protagonista assoluta dell’arcano numero diciotto? Le sue tante voci, gli sguardi al confine tra il giorno e la notte, le parole che diventano Stelle ancelle e danzano intorno al satellite quando gli amanti si rivolgono alla Luna per rendere eterno il loro sentimento fanno di lei un poliedro unico, la luce delle luci e delle ombre.

Innumerevoli canti le sono stati dedicati, prima e dopo quel famoso momento cruciale, quello in cui l’uomo ha messo piede sul suo suolo. L’orma sulla polvere lunare non ha spazzato via il fascino astrale, non ha inciso la potenza del simbolo. Nonostante la perdita della fiaba, nonostante lo svelamento, lei è ancora se stessa. Non è merito suo se le donne generano i figli, così come si credeva nei tempi antichi. Non è che un satellite, Luna. Eppure, la forza del femminile che rappresenta è la stessa generosità con la quale accoglie tutti gli altri archetipi, a partire dalla Papessa e dall’Imperatrice, sue rappresentanti terrene che in lei trovano casa e dialogo al di là delle differenze.

Dire Luna e dialogo mi richiama alla mente il magico libro di “immagini senza immagini” scritto da Hans Christian Andersen. Si tratta di un prezioso scrigno di giochi di carta e di storie notturne. I ‘capricci’ di Andersen nascono dai vuoti che si creano andando a ritagliare piccoli pezzi in un foglio. Le illustrazioni accompagnano il viaggio della Luna attraverso ventinove serate, nelle quali l’astro descrive ciò che vede.

E la luna bussò alle porte del buio/ “Fammi entrare”, lui rispose di no!/ E la luna bussò dove c’era il silenzio/ ma una voce sguaiata disse/ “Non è più/ tempo”/ quindi spalancò le finestre del vento/ e se ne andò a cercare un po’ più in là/ qualche cosa da fare/ dopo avere pianto un po’/ per un altro no, per un altro no/ che le disse il mare…cantava Loredana Berté.

Il libro del noto e amato favolista è un insieme di schizzi, così lo definisce lui stesso, perché della Luna si potrebbero scrivere storie per Mille e una notte. La vediamo spuntare da un lucernario per guardare una rappresentazione alla quale assistono anche il Re e la Regina. La Luna è lì, insieme al popolo, per sbirciare la bellezza del teatro. Ci racconta di come la gente abiti il mondo, accendendo insieme alla lampada celeste la voce del divino che è lì, tra le persone, e ama, e soffre, e spera.

Pubblicato nel 1840, il libro venne tradotto in molte lingue; esiste anche una versione in Volapük, ovvero la prima tra le lingue artificiali universali. La traduzione italiana del testo è stata condotta a partire da questa e non dall’originale danese, a riprova del fatto che, quando è coinvolta la Luna, dall’immaginario si aprono nuove porte che ancora conducono al mondo immaginale.

La lingua della Luna è lessico onirico alternativo, utilizza un vocabolario illustrato, collega parole che danno un senso nuovo al buio, un indirizzo rassicurante alle nostre paure, alle inquietudini, una certezza nell’incostanza, una ricorrenza, perché lei nel suo ritmo mensile è dinamismo sereno. Lei esiste e procede per noi, intercede e sorride anche quando non è in vista.

“Com’è strano” scrive l’autore “che nello stesso momento in cui provo i sentimenti più vivi e profondi la mia lingua sembri legata, paralizzata; non so mostrare ed esprimere come vorrei ciò che succede in me. Eppure, io sono pittore.”.

La Luna - Tarocchi marsigliesi
La Luna – Tarocchi marsigliesi

La creatività non è sempre a disposizione. Gli artisti, i poeti, gli scrittori lo sanno: occorre spesso restare sospesi in attesa con l’Appeso, riflettere nel ripiegamento eremitico, prima di tornare a splendere in un tripudio di pienezza – sul Carro, verso il Sole. Chi più della Luna può comprendere il ruolo che abbiamo scoperto nella Papessa?

“Io sono un povero giovane. Abito in una delle più auguste stradicciole della città ma la mia camera non manca di luce e all’ultimo piano vi si gode una magnifica vista sui tetti. I primi giorni che abitavo la città, la mia dimora mi sembrava solitaria e deserta. In luogo delle foreste, delle colline verdeggianti che avevo avuto fino ad allora sotto gli occhi, non scorgevo che il cielo. Non avevo amico o conoscente che mi salutasse. Una sera me ne stavo alla finestra aperta guardando tristemente davanti a me. Oh, che gioia mi riempi il cuore! Vidi un viso conosciuto, un viso rotondo e piacevole. Il viso della mia migliore amica: la faccia della Luna.”

La Luna chiede allo scrittore di tenere traccia dei racconti che gli dona.

“Riproduci i miei racconti col pennello o con la penna” mi disse alla sua prima visita “e avrai un molto grazioso libro di immagini.”

“La notte scorsa”queste sono le testuali parole della Luna che scivola attraverso la limpida atmosfera delle Indie – “il mio viso si rifletteva nelle acque del Gange. I miei raggi tentarono di penetrare attraverso il fitto fogliame di un boschetto di platani, le rotonde cime dei quali formavano come una squama di tartaruga. Ecco, sotto il fogliame, apparire una giovinetta indiana, leggera come una gazzella, bella come Eva nel paradiso.”.

C’è una fanciulla piena di speranza, bramosa di veder ricomparire l’amato. Ci sono storie che vanno a comporre un caleidoscopio unico, notte dopo notte, come perle di una collana di Luna.

“Ieri, per esempio, guardavo in un piccolo angusto cortile circondato da case da tutte le parti. in un pollaio dormiva una gallina che aveva intorno a sé i suoi undici pulcini. Una graziosa bambina saltava e ballava, avvicinandosi alla gallina. L’animale si svegliò. Tutta spaventata, la chioccia distese le ali sui pulcini. Sopraggiunse il padre della bambina e gridò. Io passai e dimenticai subito questo piccolo avvenimento.”

Scene di vita familiare, l’educazione al rispetto degli animali, della natura: è questo il filo d’argento delle narrazioni di Luna tra paesi e foreste, con leggerezza, con l’affetto di un’amica curiosa e comprensiva che raccoglie e culla i misteri degli uomini, i loro difetti ma anche i pregi, le qualità che potrebbero migliorare l’individuo in favore della collettività.

Che Luna sia legata al mondo animale è evidente. Se osserviamo la diciottesima carta dei Tarocchi troviamo un astro capace di sollevare al cielo l’ululato dei lupi, in grado di rendere orchestra l’abbaiar dei cani. Una che richiama a sé gli abitanti delle acque, i granchi, i pesci, le stelle marine. Possiamo immaginare tutte le bestie della Terra alzare lo sguardo verso di lei. Noi, animali umani, siamo insieme alle altre specie. Uniti in Anima Mundi.

È lei che dalle tenebre avvia il lume di coscienza e, al contempo, si fa contemplare e ringraziare.

Secondo Oswald Wirth, l’astro che si associa alle Stelle senza annullare totalmente il loro fulgore non è in grado di illuminare davvero la verità. Lo fa soltanto a metà: gli oggetti che bagna con la sua incerta luce presa a prestito sono a nostra disposizione ma lei ancora non permette di distinguere i colori. Si limita a tingere di grigio argenteo e di sfumature azzurrine tutto ciò che colpisce, lasciando persistere il nero opaco della notte. Un ruolo effettivamente un po’ limitante per l’immaginazione. C’è da sentirsi strette, nei panni della Luna, se ci si basa solamente sull’abito del satellite di una grande Stella quale è il Sole. Chi può dire veramente quale sia il confine tra volontà-ragione e facoltà immaginativa? Entrambi, insieme, in relazione, vicini, occhi negli occhi sono quello che noi stessi speriamo: la congiunzione alchemica.

Alejandro Jodorowsky sottolinea la correlazione della Luna con il mondo della madre in tutti i suoi aspetti. La diciottesima lama apre gli orizzonti dell’inconscio, dell’intuizione, del mistero intimo dell’essere. Se potesse parlare, la Luna direbbe: “Mi chiedete di spiegarmi ma sono talmente lontana dalla parola, dalla logica del pensiero discorsivo, dall’intelletto…”.

Il linguaggio della Luna è un linguaggio poetico, metaforico, è l’invito alla creazione di fiabe e di bellezza, la meraviglia nei dialoghi di Andersen.

La Luna - Tarocchi di Valeria Bianchi Mian
La Luna – Tarocchi di Valeria Bianchi Mian

Solo per mezzo dell’assimilazione profonda dei lati più oscuri del Sé, scrive Carl Gustav Jung, l’opera della Luna porta alla completezza finale della Regina alchemica. Si tratta dell’Opus Lunae, Albedo o fase del colore bianco, nella quale la Psiche conserva l’idea della propria necessaria imperfezione: questa è, di fatto, la consapevolezza.

La Luna è associata all’elemento salino. Il Sale è profilo opposto allo Zolfo nel lavoro dell’adepto e della sorella mistica in alchimia. C’è sempre una via di mezzo, ed è il solito Mercurius Duplex che contiene entrambi gli sposi – Luna/Sale e Sole/Zolfo – come legame, matrimonio, apertura relazionale.

Il Sale in sé appartiene alla mulier candida che è anima e scintilla dell’Anima Mundi, figlia dello spirito vegetativo della creazione, voce di Sophia, sapienza.

La via del Sale è il lungo cammino di sviluppo del sentimento finalizzato al senso. Sono riflessioni a partire da Mysterium coniunctionis, uno dei testi più complessi nati dalla mente dello psicologo analista svizzero.

Anche il lato oscuro della Luna è importante e va compreso per una visione che tenga conto della complessità, perché tutte le evoluzioni del femminile vanno contemplate in una danza che contemporaneamente all’evoluzione del maschile possa diventare dinamica cosciente nelle donne e negli uomini di oggi.

“Il proprio” scrive Erik Neumann parlando dell’origine della coscienza “viene sempre sperimentato anche nell’altro” e questo procedimento mette il Sole e la Luna sullo stesso piano come poli di un’unione che, sulla Terra, vede l’Imperatrice e l’Imperatore tenersi per mano, e il cerchio degli arcani sorridere riconoscendo il valore del gruppo.

 

Written by Valeria Bianchi Mian

 

Bibliografia

Carl Gustav Jung, Mysterium Coniunctionis
Alejandro Jodorowsky, La via dei Tarocchi

 

Info

Rubrica La casa dei Tarocchi

 

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