“Ai confini dell’anima. I Greci e la follia” di Giulio Guidorizzi: il contatto con il divino
“Il mio supplizio è quando non mi trovo in armonia, scrive Ungaretti. Forse, è un sentimento di questo genere ciò che spinge le menadi delle Baccanti di Euripide a trovare rifugio nel culto estatico che Dioniso offre ai suoi seguaci.” ‒ Giulio Guidorizzi

All’interno della trilogia dedicata all’anima (I Greci e l’anima) in questo primo volume intitolato Ai confini dell’anima. I Greci e la follia, Giulio Guidorizzi, già professore di Letteratura greca, indaga un concetto molto presente nella cultura ellenica e declinabile in vari modi.
Si tratta del tema della follia che viene analizzato in quattro capitoli seguiti da due appendici.
Il termine follia in greco si dice mania, legato al verbo mainomai, io smanio. Esso esprime una condizione di diversità rispetto alla normalità. Essa tuttavia è tollerata, anzi in un certo senso è stata proprio inventata perché nella cultura greca la sapienza non coincide con la saggezza: “Per i Greci la follia non fu solo il baratro buio della ragione, ma anche l’incontro con sfere nascoste della mente e con una dimensione dalla quale un essere umano resta escluso finché non lo abbandona; non fu solo intesa come un cedimento della coscienza, ma anche come un mezzo per forzare i suoi limiti e dilatare la personalità.”
La saggezza, anche solo restando ad Aristotele, è infatti prerogativa umana, mentre invece la sapienza è un concetto di livello superiore, che attiene ai filosofi o meglio ancora al divino.
Il tocco divino della sapienza è un concetto prioritariamente platonico: è Platone infatti che, se da un lato fonda una filosofia basata sulla razionalità del dialogo, dall’altro resta consapevole del carattere sovra-razionale della verità in quanto divina. Se la verità è divina, chi ne viene toccato non è umano, razionale, ma folle in quanto ha in sé un qualcosa che non possiede totalmente e che lo rende tanto smanioso quanto desideroso del divino: ecco perché la follia non è considerata dai Greci una malattia, bensì il segno del divino.
Sempre seguendo Platone, infatti, Guidorizzi cita, in un altro capitolo, i poeti e i profeti come soggetti che, in quanto “entusiastici” (cioè che hanno il Dio in sé), sono posseduti non dalla ragione, ma da qualcosa di superiore che li rende succubi di un ente superiore: è questa la lezione dello Ione, o del Fedro o, in un contesto diverso ma simile come quello latino, del Pro Archia di Cicerone: «Nel discutere le forme della “divina follia”, Platone cita in primo luogo due categorie: il poeta ispirato e il profeta posseduto dal dio».
La radice di tutto questo si trova, come sempre, in Omero dove, pur non essendo presente una rigorosa distinzione degli organi e della facoltà umani, esistono forme di “follia provvisoria” come il menos (coraggio) e l’ate (accecamento).

Sicuramente un paradigma di mania particolare è offerto dalla figura di Dioniso, i cui adepti possono cadere in una condizione di trance intesa anche come provocazione sociale: è risaputo, infatti, che i culti bacchici venissero talora tollerati come una forma di evasione semel in anno da accordare ai gruppi sociali più frustrati e marginali.
Seguaci per eccellenza di Dioniso erano le donne, in particolare le Baccanti, come ci insegna infatti l’omonima tragedia euripidea e le due appendici finali di questo saggio a cui seguiranno altri due volumi (Il compagno dell’anima. I Greci e il sogno; I colori dell’anima. I Greci e le passioni) che sono in lettura e che recensirò sempre su questi canali più avanti.
Prima di concludere questo mio piccolo intervento vorrei precisare due aspetti: il primo è legato alla qualità di questo saggio che unisce il valore scientifico alla vocazione divulgativa a tal punto da gratificare il lettore; il secondo è legato alla mia recensione che, lungi dall’essere esaustiva, intende soltanto alludere alle tematiche così affascinante trattate dallo studioso, in modo da rendere libero chi mi leggerà di andarsi a cercare nel volume tutti gli aspetti che possano per natura o per cultura o per entrambi i motivi incuriosirlo e conquistarlo.
Buona follia e ad maiora, semper!
Written by Filomena Gagliardi
Bibliografia
Giulio Guidorizzi, Ai confini dell’anima. I Greci e la follia, seconda edizione 2023, Raffaello Cortina Editore, Milano
Un pensiero su ““Ai confini dell’anima. I Greci e la follia” di Giulio Guidorizzi: il contatto con il divino”