“Alma del desierto” film di Mónica Taboada-Tapia: scardinare paure e pregiudizi
“Alma del desierto” presenta una storia nella quale la protagonista Georgina è in rapporto conflittuale con i suoi fratelli e con il luogo d’origine. La pellicola partecipa nella sezione Giornate degli Autori all’81ª Mostra del cinema di Venezia, trasmesso in streaming dalla piattaforma Mymovies.

Mónica Tabaoda-Tapia con la regia de “Alma del desierto” trasporta in un’ambientazione arida, come quella dei paesaggi di La Guajira in Colombia; Georgina, un’anziana donna transgender decide di intraprendere un viaggio per incontrare i suoi fratelli, in un intreccio di realtà scomode e intricate, riuscendo ad affermare con veemenza la lotta nei confronti della giustizia. Nel cast troviamo Gergina Epiayu.
Un ufficio, una richiesta di carta d’identità tanto agognata, impronte digitali incongruenti: sono maschili di George, ma lei è lì per la carta d’identità corrispondente a Georgina, lei è Georgina. Il dilemma contemporaneo dell’identità, un limite che sconfina tra identità individuale e sociale. L’individuo è caratterizzato da una propria identità, di cui avere consapevolezza, elemento identificativo morale, sensoriale, intellettivo, culturale che determina le caratteristiche del sé, insomma tutto ciò che si è.
L’essere unici e distinguersi dagli altri definisce una propria identità personale che si plasma nell’evolversi della vita, cosa che caratterizza la protagonista del film “Alma del desierto”. Nata uomo lei è consapevole di essere Georgina e lotta con estrema volontà e forza per far accettare un’identità di cui lei è ben consapevole.
La regista Mónica Tabaoda-Tapia coglie l’occasione per sviscerare il significato d’identità nelle sue vari forme ed evoluzioni, ad esempio riferito a una identità sociale come quella descritta, in cui non tutti possono usufruire di una carta d’identità per avvalersi dei propri diritti sanitari, di voto e integrazione, evidenziando che il tutto risulta complicato e difficile, un privilegio per pochi, già in una prima scrematura tra chi sa leggere e scrivere e chi no.
E ancora la possibilità di spostamento, di viaggiare, come puoi intraprendere un viaggio se non può essere identificato! Un labirinto difficile da cui districarsi, ma a cui Georgina non si sottrae. Consapevole della propria identità personale è decisa a tutto per ricostruire, anche se in tarda età, la propria identità sociale, decide così di abbandonare il luogo di emarginazione in cui ha vissuto per anni per ritornare nel suo luogo di nascita e affettivo, tentando di recuperare una relazione almeno comunicativa con i fratelli che hanno ripudiato l’identità nel suo essere mutevole.
La consapevolezza di appartenere a un gruppo definito, come famiglia o altro, determina una maggiore accettazione di sé nell’interagire con la società. In questa ricerca di affermazione e ritorno alle origini senza identità, ne prima ne dopo, ricostruisce con minuzia di dettaglio ogni informazione della propria vita. Nel mezzo le riprese riportano all’ufficio, dov’è necessario risolvere il problema delle impronte digitali, impronte che la stessa protagonista in una scena vuole cancellare dalla propria pelle.
Deserto, mare sconfinato, bestiame, pozzi, capanne, fuochi all’aperto che illuminano e vento che soffia via la cenere e la disperde nell’aria, come un soffio di vita in cui si è dato tutto.

Ancora uno spaccato sociale che evidenzia estremi di benessere contro indigenza più assoluta, la difficoltà di concretizzare un’inclusione globale che abbracci servizi, cultura, vita dignitosa quindi lavoro e istruzione, insomma ripartire dagli ultimi, debellando per prima cosa gruppi e sottogruppi che sono in antitesi con il concetto d’inclusione evitando crudeli giochi di discriminazione senza vittime individuali e sociali, scardinare giochi di potere per pari diritti, rispettando la dignità dell’essere individuali in tutte le sue sfaccettature.
Scardinare paure e pregiudizi che intrappolano in gabbie emotive privando anche di affetti familiari, così com’è stato per Georgina. Questo include anche l’ambiente in cui si vive, perché casa non è quella in mattoni e cemento o la capanna in cui rifugiarsi, casa è il pianeta, con cui si è un’unica cosa.
“Smetterò di essere così il giorno che morirò.” ‒ “Alma del desierto”
Written by Simona Trunzo
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