“Il mio compleanno” film di Christian Filippi: il disagio giovanile come malessere esistenziale
“La genesi del film risale a un laboratorio di scrittura che ho tenuto nelle case famiglia di Roma nel 2018. In seguito, ho deciso di raccogliere quanto più materiale possibile dalle narrazioni che i ragazzi, i tutor e gli assistenti sociali avevano condiviso con me per raccontare una storia autentica e universale.” ‒ Christian Filippi

Presente nella Sezione College Cinema della Mostra del Cinema di Venezia 2024, il film Il mio compleanno è fruibile in streaming sulla piattaforma Mymovies One.
Realizzato dal regista Christian Filippi, la pellicola presenta il giovane Riccardo in procinto di compiere i suoi 18 anni. Ma quello di Riccardo (Zackari Delmas) non è un compleanno qualsiasi.
Perché, ospite di una casa famiglia, il desiderio del ragazzo è soprattutto incontrare la madre da cui è stato allontanato d’autorità, in quanto persona problematica da un punto di vista mentale, e perciò inadeguata a crescere un figlio. Nonostante sia a momenti affettuosa e tenera nei suoi confronti, ma a tratti anche distaccata.
Riccardo affronta i giorni precedenti al suo compleanno con l’ansia che gli viene dall’assenza della propria madre, interpretata dall’attrice Silvia D’Amico, e dalla voglia di riabbracciarla.
Fino a quel momento il vissuto di Riccardo non è stato certo dei più facili, il suo bisogno d’affetto lo rende vulnerabile e di conseguenza pieno di rabbia per la situazione in cui si trova.
Tuttavia, nonostante il rapporto conflittuale e aggressivo stabilito con gli educatori, il giovane li avverte come persone amiche, disposte a fare tutto ciò che è nelle loro possibilità per salvarlo da se stesso, oltre che da un destino certo non benevolo.
Comunque sia, il legame con la madre è più forte dei suggerimenti e di qualsiasi buon esempio che gli educatori e il personale del centro gli danno, al fine di guidarlo nella giusta direzione. Consigli che però il giovane non ascolta, così proiettato verso la figura della donna che gli ha dato la vita, tanto da fuggire pur di raggiungerla.
Fuga che segna il momento clou della pellicola e il punto di non ritorno di Riccardo, ed ha la funzione di spartiacque durante il quale la realtà familiare, per lui colma di attesa, gli si apre in tutta la sua drammaticità. Non corrispondente alle sue aspettative si rivelerà un boomerang; e ritrovare la madre sarà niente più che un’illusione che lo mette di fronte a una realtà amara quanto devastante. Tanto da portarlo a ricredersi sul suo inziale progetto ovvero, di poter condividere con lei momenti felici.
“La mia speranza è che lo spirito del film possa davvero rendere l’anima dei personaggi, e soprattutto del protagonista, che rappresenta una nuova generazione di giovani che vivono ai margini della nostra società, sono spesso invisibili e crescono senza la guida dei genitori.” ‒ Christian Filippi
Problematica di grande attualità, il disagio giovanile, che vede il giovane protagonista del film alle prese con un profondo malessere esistenziale, pone oggi, superato l’anno duemila, alcune riflessioni sul futuro delle nuove generazioni. Spesso vittime di disagi, a causa di contesti familiari difficili, molti giovani hanno nei confronti del mondo esterno alla realtà in cui si riconoscono atteggiamenti irriverenti, di cui Riccardo, nel film in questione, è l’emblema.
Frutto di un suo vissuto pregresso, Riccardo reagisce con atteggiamenti trasgressivi verso gli educatori che gli manifestano grande empatia, e che certo non lo aiutano a inserirsi in una società definita normale. Anche se sull’idea di cosa sia la normalità si potrebbe discutere a lungo.
Anche se non tutti i giovani, per fortuna, vivono un malessere che li porta a trasgredire le normali regole di comportamento.
Buona parte della gioventù è infatti sana, e rispetta valori e principi importanti che sono stati loro insegnati all’interno della famiglia. Altri hanno una condotta che in certi casi si può definire delinquenziale, se messi di fronte alle difficoltà della vita. Diventando in questo caso cattivi modelli per i loro coetanei, che spesso non esitano a emularli, soprattutto per far parte del ‘branco’.
Di chi sono le responsabilità? Viene spontaneo chiedersi.
Sono essi vittime della società o di se stessi?
La risposta inevitabile è che le responsabilità stanno da entrambe le parti, che possono inficiare la crescita dei giovani nel momento in cui per svariati motivi il loro futuro viene messo in discussione.
La società infatti, è sì talvolta ingiusta e inadeguata a cogliere i loro bisogni, e non sempre offre loro opportunità di riscatto.
Comunque, non è la sola responsabile del disagio giovanile, non è perciò da demonizzare del tutto.
Resta il fatto che anche il singolo deve fare la sua parte, mettendo in campo una buona dose di determinazione oltre che la volontà di uscire da situazioni disagevoli.
L’impegno individuale è indispensabile per crearsi delle opportunità di riscatto che lo affranchino dal sentirsi emarginato, ed entrare a far parte del mondo degli invisibili. Altrimenti la voglia di riscatto rimane una chimera, un obiettivo quasi impossibile da raggiungere. Perché in fondo ogni individuo è la somma delle proprie scelte. Giuste o sbagliate che siano.
“L’approccio di questa generazione alle situazioni dolorose non è semplicemente scoraggiato o passivo, ma è invece caratterizzato da un potente senso di ironia e umorismo irriverente, per proteggersi dai propri fantasmi.” ‒ Christian Filippi
Film di formazione dal sapore drammatico, Il mio compleanno assume talvolta un tono leggero e ironico, forse per sdrammatizzare la situazione dolorosa in cui sono coinvolti madre e figlio, interpreti eccellenti di un film dall’indiscutibile valore sociale.

Raccontato con un velo di ironia e un atteggiamento impertinente, drammatico nella drammaticità della situazione che vede protagonista il giovane Riccardo, il film lo rappresenta come un giovane che vive la ribellione per difendersi dalle avversità, la lontananza dalla madre in primis. La sua è forse una corazza dietro cui si nasconde per alienarsi da un malessere esistenziale che pare non offrirgli alcuna prospettiva di vita?
Probabilmente sì; anche nel tentativo di scacciare i fantasmi che lo perseguitano.
Il film Il mio compleanno è in definitiva lo spaccato di una realtà giovanile dove nulla è come sembra. Perché dietro alla maschera del ragazzo aggressivo, così come Riccardo si manifesta, si nasconde un giovane le cui fragilità lo portano ad assumere atteggiamenti irriverenti, nonostante alla fine riconosca la casa famiglia come suo principale riferimento.
“Vista la natura della storia raccontata, il film avrà sicuramente un sapore drammatico, ma non mancheranno sprazzi di ironia e comicità da parte del protagonista: un illusionista con un’unica grande illusione, sua madre.” ‒ Christian Filippi
Written by Carolina Colombi
Info
Guarda il film “Il mio compleanno” su Mymovies
Visita il sito della Biennale di Venezia
Leggi la recensione de “Selon Joy”
Leggi la recensione “Dadapolis”
Leggi la recensione “January 2”