“A Man Fell” film di Giovanni C. Lorusso: il luogo degli invisibili

Nel susseguirsi di anteprime per Giornate degli autori dell’81ª Mostra del Cinema di Venezia, un film dedicato alla resistenza passiva della condizione palestinese: “A Man Fell” diretto da Giovanni C. Lorusso, visibile nel circuito MyMovies.

A Man Fell film Biennale di Venezia
A Man Fell film Biennale di Venezia

Nel cast del film “A Man Fell” troviamo: Arafat Yasser Al Ali, Muhammad Ramzi, Zayed, Jinen Al Ali, Jihad Khalaf Esa, Nour Amjad Al Nasim, M Obama, Muhammad Esam Ghannam, BGYBissan Yasser Al Ali.

Un’opera di settanta minuti realizzata con il patrocinio di Amnesty International Italia che catapulta lo spettatore in un microcosmo rilegato nel cuore di Sabra, Palestina, in un quartiere della periferia di Beirut, in Libano, dove nel 1982 è avvenuto il massacro di Sabra e Shatila. Proprio dove è nato il Gaza Hospital, ospedale dell’organizzazione per la Liberazione della Palestina, destinato a una fine impropria e riconvertito a rifugio, dagli spazi fatiscenti.

“Era il miglior ospedale del mondo, prima che arrivassero gli israeliani. Furono tutti cacciati per vivere nel Gaza Building. Molte sono le persone nate e morte in questo palazzo.” ‒ “A Man Fell”

Il protagonista Arafat: l’inquadratura è per lui, il suo volto, i suoi occhi, gli occhi di un bambino di undici anni che rifletterà ai nostri occhi la vita all’interno del Gaza building nell’andamento di quello che dovrebbe essere una giornata “normale” della quotidianità trascorsa tra quelle macerie, già macerie non mura.

Un ex ospedale sventrato dalla sua essenza e destinazione così come le vita di chi è relegato a vivere all’interno di questa struttura, il luogo degli invisibili. Già invisibili, perché non si vuole percepire con la vista la dimensione di quella crudele realtà, che passa inosservata, quasi con un lieve accento di disattenzione, perché ognuno è travolto dalla routine della quotidianità.

Ma può una realtà simile passare inosservata? Certo non è stata invisibile per il regista Giovanni C. Lorusso che con discrezione è riuscito a carpire ciò che non si vuole vedere, per rendere consapevoli e ricordare una realtà omessa.

“A Man Fell”: un uomo è caduto, questo l’evento di cui si parla con un passaparola che riporta alla narrazione quasi leggendaria di un evento a cui nessuno riesce ad attribuire causa e modalità, ma è accaduto e tra un passaggio da un piano all’altro nell’intermezzo della reazione degli adulti si intreccia la vita dei bambini all’interno del Gaza. Gesti di quotidianità comuni a tutti, dal sistemarsi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, a voler creare un decoro per il davanzale della finestra con dei fiori, al fumare una sigaretta o cenare, per molti, unica compagnia il cellulare, che più che strumento di comunicazione si avvale della funzione di radio o video.

In questo contesto lercio, logoro, abbandonato alla fatiscenza si intravedono degli spiragli di luce, quella esterna e naturale del cielo, che attraversa quelle murature aperte e illumina alcuni degli spazi interni, spazi che fanno intravedere una città bianca, animata da una popolazione così distante ma anche così vicina.

Per alcuni istanti uno stormo vola alto nel cielo, regalando uno stato di leggerezza e benessere, ma un dettaglio a cui porre attenzione, dettaglio che appartiene alle loro abitudini: quando un uccello cambia traiettoria o velocità i suoi vicini lo imitano e tutto il gruppo si adegua al cambiamento.

A Man Fell film di Giovanni C. Lorusso
A Man Fell film di Giovanni C. Lorusso

Arafat vive la sua piccola avventura nel trascorrere piatto della giornata, tra i vari incontri all’interno del palazzo, ormai vissuto come un rione, una cittadina sperduta, più volte scende giù per le scale con un suo compagno di avventura e giochi, vuole scoprire cosa si nasconde nei sotterranei, ma per questo ha bisogno di una torcia, anche questa una piccola risorsa di luce, uno spiraglio, che riesce a conquistare con destrezza per portare a termine la sua missione.

E mentre lui coinvolto nella sua esplorazione ci ha mostrato bambine che cantano, che disegnano sui muri, che giocano e saltano alla corda, che corda non è, ci lascia con una sua riflessione di fine giornata:

“«Un domani ce ne andremo via da qui» ‒ «Speriamo!»” ‒  “A Man Fell”

 Un film che non necessita di effetti speciali o scenografie sfarzose, perché la realtà del luogo è ben più imponente di qualunque ricostruzione, nella realtà di luoghi protagonisti di tragici fatti, imponente tra le macerie e nella simbologia di ciò che rappresenta.

 

Written by Simona Trunzo

 

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