Intervista a Marco Guzzi: l’Intelligenza Artificiale ed il sistema della guerra

“[…] Accetta, contieni, risana.[1]/ Guarda con dolcezza la tua avidità di bambino defraudato./ Guarda con amore la tua arroganza, la tua chiusura./ Guarda alle tue piccolezze come guarda una madre/ Al figlio che agita i pugnetti per respingerla piangendo./ Così amerai anche il tuo assassino e pregherai per lui. […]” ‒ “L’ultima lezione” tratta da “Il cuore a nudo”

Marco Guzzi citazioni intervista
Marco Guzzi citazioni intervista

La memoria, leggendo il titolo “Il cuore a nudo” (Edizioni Paoline, 2012) di Marco Guzzi, scava alla ricerca di una corrispondenza con quel fatidico “Il mio cuore messo a nudo” di Charles Baudelaire. Ne cito un passo (XLIII[2]): “Dio e la sua profondità. Non si può mancare d’intelligenza e cercare in Dio il complice e l’amico che mancano sempre. Dio è l’eterno confidente in questa tragedia di cui ognuno è l’eroe. Forse esistono assassini e usurai che dicono a Dio: «Signore, fate che la mia prossima impresa riesca bene!» Ma la preghiera di quella gentaglia non deturpa l’onore e il piacere della mia.”

Poeta e filosofo, Marco Guzzi vanta un numero consistente di pubblicazioni in ambito poetico e teorico, per conoscerle si invita il lettore a visitare il sito personale citato a fine intervista nella sezione Info. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1977 ed in Filosofia nel 1980 ha, sin dalla giovane età, ha percorso la strada della comunicazione culturale con trasmissioni radiofoniche, seminari, conferenze.

Nel 1999 ha fondato il movimento “Darsi pace che coniuga l’esigenza di ricerca sperimentale di liberazione interiore ad un rilancio del cristianesimo come esperienza diretta di una possibilità di “nuova nascita”.

Questo è il tempo della Grande Cernitasostiene a gran voce Marco Guzzi. Stiamo vivendo il tempo in cui l’era dell’Ego potrebbe cedere il passo all’era dell’Empatia, la scelta di effettuare il passaggio ‒ di trascorrere una stagione all’inferno, citando Arthur Rimbaud ‒ è propria di ognuno di noi.

 

A.M.: Da venticinque anni il movimento Darsi Pace è attivo per la promozione dell’idea di una nuova età. Che cosa significa “Nuova Età” e come si è sviluppata?

Marco Guzzi: Il concetto di una Nuova Età è molto antico, in realtà risale allo stesso annuncio cristiano, che è proprio l’annuncio di una nuova alleanza, di una nuova umanità, addirittura di una nuova creazione. Questa idea è poi cresciuta, si è sviluppata, e articolata lungo i secoli, trovando un inedito slancio creativo con la svolta moderna, che si presenta proprio come era nuova, scienza nuova, mondo nuovo, e così via. Noi riteniamo che questo impulso messianico al rinnovamento radicale del mondo stia ritrovando la propria originaria potenza, in particolare dopo gli esiti catastrofici dei totalitarismi del XX secolo, che tentarono di appropriarsi indebitamente della speranza messianica nel regno della giustizia e della pace. Oggi mi pare che ci troviamo ad un nuovo bivio: o riscopriamo l’anelito profondo al Rinnovamento antropologico e sociale che è insito in tutta la nostra storia, oppure dobbiamo continuare lungo la via del declino e della morte (dell’uomo e della stessa civiltà), che il sistema della guerra sta imponendo a tutto il mondo.[3]

 

A.M.: Abbandonare il sistema della guerra per inaugurare il sistema della pace. Qual è il primo passo da compiere?

Marco Guzzi: Io credo che il primo passo sia sempre interiore. Il sistema della guerra infatti si radica nelle profondità ferite del nostro essere, e da lì fiorisce e prolifica. Per cui mi pare del tutto illusorio sperare di costruire una società più pacificata, senza occuparci prioritariamente del cuore umano, da cui ogni guerra, da quelle familiari a quelle mondiali, scaturisce. Perciò il motto del nostro Movimento è: liberazione interiore per la trasformazione del mondo.

 

A.M.: Il fenomeno di aumento dell’astensione di voto è in correlazione con il degrado degli “spettacoli d’opinione” televisivi e delle “proposte” dei partiti politici oppure con la crescente attenzione egoica del mondo dei social network?

Marco Guzzi: Il crescente disinteresse dei popoli occidentali per le competizioni elettorali dipende dalla crisi terminale in cui versano le nostre democrazie occidentali, che ormai sono ridotte a paraventi formali, come direbbe Habermas, dietro i quali si celano malamente interessi del tutto postdemocratici, oligarchici, e privati. I popoli hanno ormai compreso questo trucco, e hanno amaramente e troppe volte sperimentato che possono anche votare movimenti e partiti a parole innovatori, ma che poi alla fine le politiche restano sempre le stesse, allineate appunto agli interessi di centri di potere trans-nazionali.[4]

 

A.M.: Che cosa potrebbe comportare l’uso dell’Intelligenza Artificiale sin dall’infanzia?

Marco Guzzi: L’uso della telematica in generale dovrebbe essere sapientemente modulato lungo i processi psicoevolutivi dell’uomo. Non solo l’IA, in tutte le sue immense potenzialità, ma direi lo stesso cellulare e lo stesso computer. Questi sono tutti strumenti mirabili che però, per offrirci i vantaggi giusti, debbono essere integrati e utilizzati da menti addestrate e capaci di farne appunto l’uso appropriato. Tutto ciò è ancora molto arretrato. Servirà una vera e propria rivoluzione culturale, che rimetta ordine direi antropologico nelle nostre stesse concezioni sull’essenza dell’uomo, sulla sua capacità creativa, e quindi anche sul suo rapporto con le tecniche che crea.

 

A.M.: Citando una tua frase “per capire bisogna pensare, per pensare bisogna studiare” ti chiedo: con l’Intelligenza Artificiale sarà in crescita l’incapacità di analisi dei testi? L’ottimizzare il tempo con l’uso dell’AI (i.e. ricevere risposte istantanee alle nostre domande (anche esistenziali) senza dover leggere un libro ed approfondire un autore) è fautore di aumento di “pigrizia intellettuale” già fin troppo nell’essere umano? Come possono queste risposte aver una qualsiasi valenza senza la lettura “dubitativa” tipica della mente umana che connette ragioni etiche ed esperienze sensoriali a ciò che si è letto? Non è questa la via verso la “conformità” del pensiero in un’unica direzione (a livello mondiale)?

Marco Guzzi: Appunto. Un uso sfrenato e irriflesso, non pensato, dell’IA, come più in generale di tutte le tecnologie della comunicazione, sta già portando ad una crescente incapacità di attenzione, di lettura profonda, e quindi anche di elaborazione critica, e di pensiero creativo. Ma io penso che ciò non sia necessario. Penso cioè che potremmo integrare queste tecnologie entro una inedita psicopedagogia umana, che insegni, fin da molto piccoli, ad esercitare il pensiero critico, la lettura su supporto cartaceo, la meditazione, l’immaginazione libera, e così via. Ogni incremento di potenzialità tecnologiche dovrebbe essere accompagnato da un fortissimo incremento di autocoscienza, di conoscenza di sé, e di pratiche interiori efficaci.

 

A.M.: C’è una linea non proprio sottile che unisce Polemos ed οἵ πολλοί (i molti) di Eraclito con il concetto della banalità del male di Hannah Arendt. Ne convieni?

Marco Guzzi: Sì, la guerra è la risposta più facile e più immediata che tutti noi diamo alle provocazioni della vita. In tal senso i molti sono per loro natura polemici. Contraddire questo istinto bellico innato è molto difficile, e anche questo non ci viene insegnato con chiarezza. Continuiamo a fare discorsi retorici, come se essere per la pace fosse semplice, e richiedesse solo un po’ di buona volontà, mentre il male è certamente banale, ma è anche tremendo nella sua potenza, le tenebre, almeno qui su questa terra, possiedono una potenza incantatoria spaventosa, contro la quale è necessario un incredibile e costante sforzo “controcorrente”, come direbbe il Buddha.

 

A.M.: Un ricordo che profuma di spleen: Johanna Schopenhauer (la madre di Arthur) che dal suo salotto commenta, in lingua originale, le opere filosofiche, poetiche ed artistiche prodotte negli Stati europei quando l’Europa non si era ancora denominata Unione. Che cosa è andato storto?

Marco Guzzi: Io penso che il processo storico sia profondamente ambiguo. Certamente alcune cose dal tempo di Schopenhauer sono andate perdute, ma credo però che molte altre si siano conquistate. Oggi, ad esempio, abbiamo, almeno sulla carta, una scuola per tutti, e una sanità per tutti, e molte più persone imparano le lingue, non solo una ristretta casta di aristocratici e di intellettuali. Cionondimeno io credo che anche su questi fronti ci troviamo ad un bivio. Oggi dobbiamo discernere in modo nuovo ciò che possiamo recuperare dal passato rispetto a ciò che va definitivamente abbandonato, ma anche ciò che abbiamo chiamato progresso, e che però in realtà costituiva solo una perdita, rispetto a ciò che effettivamente costituisce un’acquisizione preziosa. Questo è cioè il tempo della Grande Cernita.

 

A.M.: Nel corso del 2024 quali saranno gli appuntamenti di Darsi Pace?

Marco Guzzi citazioni
Marco Guzzi citazioni

Marco Guzzi: Il 5 di ottobre alle ore 17.30 avvieremo la nuova prima annualità dei Gruppi Darsi pace, presso l’Ateneo Salesiano di Roma, un incontro come sempre aperto a tutti. Da novembre poi partirà il nuovo calendario di eventi, che abbiamo chiamato Gli Anni d’Oro – 2020-2026, titolo, tra l’altro, dell’ultimo mio libro che uscirà in settembre. Come nel 2023/24 visiteremo molte città e teatri in Italia, continuando a riflettere insieme sugli sviluppi possibilmente evolutivi di un tempo così estremo e pericoloso. Possiamo cioè trasformare il Piombo della Guerra e della Menzogna universale nell’Oro di una nuova coscienza liberata, e anche di una inedita azione politica. Questo è il nostro intento, la nostra speranza, e la nostra finalità fondamentale.

 

A.M.: Marco ti ringrazio per il tempo che hai dedicato all’intervista, per i consigli di lettura e per le tue argute riflessioni. Ti saluto con le parole di Platone tratte da Fedro: “Onde appunto la follia, rivolgendosi alle purificazioni e alle iniziazioni, liberò dal pericolo per il tempo presente e per quello futuro chi di essa partecipava, e procurò a chi era folle in modo autentico, ed era posseduto, la liberazione dai mali presenti.

 

Written by Alessia Mocci

 

Note

[1] Il verso “Accetta, contieni, risana” ricorda il verso di Thomas Stearns Eliot presente in “The Waste Land”: “Datta, dayadhvam, damyata” (Dai, compatisci, Domina). Il verso termina con la parola “Shantih” (Pace) ripetuto tre volte.

[2] Charles Baudelaire, Il mio cuore messo a nudo, Adelphi, curato da Diana Grange Fiori, 1983, p. 87

[3] Per approfondire questi temi si cfr. M. Guzzi, Non vedi che già sorge il nuovo Giorno – Rivoluzione e Iniziazione, Ed. Paoline 2021, e Ib., La nuova umanità – Un progetto politico e spirituale, Ed. Paoline 2005.

[4] Su tutto ciò abbiamo pubblicato un libro collettivo che esprime il pensiero del nostro Movimento giovanile L’Indispensabile: La politica di una nuova umanità, Ed. Paoline 2023.

 

Info

Sito Marco Guzzi

Sito Darsi pace

Leggi un’intervista a Marco Guzzi sui Gruppi Darsi pace

 

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