Intervista di Alessia Mocci a Marco Guzzi: i gruppi Darsi Pace ed il passaggio trasformativo della ricerca di se stessi
“Il mio confine è Dio. È spalancato./ Non c’è cancello o argine, un respiro/ lega i miei colori ai suoi/ comandamenti.// Il mio confine è il mio/ promesso sposo.” – Marco Guzzi

Marco Guzzi (Roma, 1955) è un poeta, filosofo e conduttore radiofonico italiano. Ha coltivato, presso le Università di Friburgo in Brisgovia e Bonn, l’interesse per la poesia e la filosofia tedesca.
Nel 1999 ha fondato e avviato l’esperienza dei Gruppi Darsi Pace, una ricerca sperimentale di liberazione interiore nell’orizzonte di una riconiugazione tra fede cristiana e modernità.
La sua vita è basata sull’esperienza spirituale come ricerca di stati più dilatati della coscienza, sulla scia della linea che da Friedrich Hölderlin, e attraverso Arthur Rimbaud, arriva fino al nostro migliore ermetismo.
Ha pubblicato dal 1977 svariati libri di poesia “Anima in vetrina”, “Il giorno” (Scheiweller, 1988), “Teatro Cattolico” (Jaca Book, 1991), “Figure dell’ira e dell’indulgenza” (Jaca Book, 1997), “Preparativi alla vita terrena” (Passigli, 2002), “Nella mia storia Dio” (Passigli, 2005), “Parole per nascere” (Edizioni Paoline, 2014). Sul versante filosofico religioso è importante ricordare “La Svolta” (Jaca Book 1987), “Rivolgimenti” (Marietti, 1990), “L’Uomo Nascente” (Red, 1997), “Passaggi di millennio” (Edizioni Paoline, 1998), “L’Ordine del Giorno” (Edizioni Paoline, 1999), “Cristo e la nuova era” (Edizioni Paoline, 2000), “La profezia dei poeti” (Moretti e Vitali, 2002), “Darsi pace” (Edizioni Paoline, 2004), “La nuova umanità” (Edizioni Paoline, 2005), “Per donarsi” (Edizioni Paoline, 2007), “Yoga e preghiera cristiana” (Edizioni Paoline, 2009), “Dalla fine all’inizio” (Edizioni Paoline, 2011), “Dodici parole per ricominciare” (Ancora 2011), “Il cuore a nudo” (Edizioni Paoline, 2012), “Buone Notizie” (Ed. Messaggero 2013), “Imparare ad amare” (Edizioni Paoline 2013), “L’Insurrezione dell’umanità nascente” (Edizioni Paoline, 2015).
Fin dal primo saggio “La svolta” ha sottolineato la difficile situazione dell’uomo in questo millennio chiamato a conoscere e riconoscere dentro e fuori di sé grazie all’ascolto del messaggio cristiano, inteso come rinascita personale di autotrasformazione con un lavoro interiore di formazione e riflessione attraverso il linguaggio profetico e meditativo.
Marco Guzzi ci ha dedicato un po’ del suo tempo con questa intervista, dunque vi sprono alla lettura ed alla conoscenza dei gruppi “Darsi Pace”.
A.M.: Salve Prof. Guzzi, sono molto emozionata per questa intervista in quanto la seguo da diverso tempo sul canale youtube Darsi Pace e ricordo ancora il primo video che ho visto nel quale si introduceva l’interpretazione di “Je est un autre” (“Io è un altro”) del poeta francese Arthur Rimbaud. Vorrei, dunque, iniziare proprio con questo verso indagando il suo pensiero sul poeta che, per due secoli, è stato al centro di grosse diatribe culturali, in quanto, la maggioranza della critica non ha ben compreso la forza da precursore dell’esperienza spirituale di Rimbaud.

Marco Guzzi: Io credo che nell’esperienza poetica di Rimbaud si annunci quel rivolgimento antropologico, entro il quale viviamo tuttora. Credo che in una certa linea poetica, che da Hölderlin, attraverso Rimbaud, arriva al migliore Novecento, quello di Campana, di Char, e di Celan, per intenderci, erompa uno sconvolgimento radicale dell’identità umana, la fine di un’intera figurazione storico-antropologica, e la faticosissima emersione di una figurazione molto più relazionale. In tal senso questa linea poetica può considerarsi radicalmente profetica: una nuova umanità emette il suo grido di nascita nella carne spesso lacerata di questi poeti. Ho cercato di precisare questi concetti nel volume L’Insurrezione, uscito nel 2014.
A.M.: Nel 1999 ha fondato il movimento culturale Darsi Pace in cui viene rilanciata la fede cristiana come esperienza di rinascita di un io spirituale libero dall’odio e dalla paura. In che modo si può partecipare al movimento?
Marco Guzzi: In questi Gruppi tentiamo appunto di condividere i faticosi processi della transizione antropologica che stiamo sopportando. I Gruppi sono liberi, ogni anno avviamo un nuovo gruppo fisico-telematico, al quale si può partecipare da ogni parte d’Italia. Ogni informazione la si può trovare nel sito che troverete sottostante nelle info.
A.M.: Nelle sue conferenze si parla spesso di laboratori e strumenti. Ogni essere umano è in grado di aprire la porta di questo spazio interno? Quale può essere il primo passo che consiglia ai nostri lettori?
Marco Guzzi: Sì, certamente, anzi io credo che oggi ogni essere umano, che voglia mantenersi umano, non possa che aprire questi canali, e porsi alla ricerca del più profondo sé. Il primo passo è sempre la curiosità sana, l’anelito alla liberazione, a vivere meglio, a conoscersi più a fondo, per sperimentare nuove possibilità, più creative, nella propria esistenza.
A.M.: L’essere umano impara a vivere nella misura in cui impara a morire; dunque perché il pensiero della morte ci terrorizza?

Marco Guzzi: Una parte di noi è terrorizzata, in quanto si identifica con la vita biologica, che effettivamente va a compiersi. La sapienza spirituale di ogni tempo tenta di illuminarci sul fatto che la vita è continua trasformazione, e che quindi, per vivere in pienezza, dovremmo accettare questa trasformazione, come crescita. Solo che ogni passaggio trasformativo è anche un po’ un morire alle condizioni vecchie, che vanno abbandonate. E qui sorge la paura. La vita in fondo consiste in questo confronto continuo tra paura e fiducia, contrazione e abbandono, chiusura ermetica e apertura all’ignoto.
A.M.: Insurrezione. Come si rovescia l’Io umano e quanto è difficile?
Marco Guzzi: Il rovesciamento consiste nel continuo travalicamento dello stato ego-centrato della nostra mente. L’Insurrezione è sempre all’inizio interiore, è la meta-noia cristiana, da cui poi sgorga la forza di trasformare anche le strutture distorte e ingiuste della società e della storia.
A.M.: Come riconoscere un’illusione e come scardinarla?
Marco Guzzi: Il riconoscimento delle nostre illusioni coincide con il sentiero spirituale, ed è quindi graduale e progressivo. Più ci lasciamo illuminare e più comprendiamo le nostre illusioni, le quali posseggono tutte lo stesso sapore, ci eccitano e ci deludono, ci riempiono di emozioni disturbanti, ci avvelenano, anche se all’inizio sembrano dolci e accattivanti.
A.M.: Nel 2004 durante la rassegna “Visioni” a Misano Adriatico son stati esposti pensieri di illustri filosofi e pensatori ed in una puntata della stessa si è parlato di una donna, tra l’altro unica donna nominata durante la rassegna: Etty Hillesum, un’olandese ebrea morta durante la seconda guerra mondiale che ci ha lasciato un diario e qualche lettera. Da allora ha avuto modo di esplorare il pensiero di altre donne che sono state investite di germogli di nuova umanità?
Marco Guzzi: Etty è certamente una delle voci profetiche più potenti del XX secolo. Altre donne significative nella mia ricerca sono state Teresa d’Avila, Simone Weil, ed Emily Dickinson.
A.M.: Nella stessa conferenza sostiene “Il mistero del cristianesimo è l’incarnazione storica sempre nuova in te, in questa nuova umanità. […] Il Cristo vivente sei tu ora che sai dar corpo un’umanità inedita in questo momento.” E trattando la spiritualità come creatività nella sua verità ma non sempre nella sua realizzazione storica sostiene “Tu sei divino, è a te che è affidato il mistero della rigenerazione della terra, il pianeta è nelle tue mani nel bene e nel male. Ma la creatività umana, anche distruttiva, è […] ci porta a notare la natura radicalmente creativa dell’umano per assumerne la responsabilità. […] Oggi stiamo toccando il progetto genetico, non a caso, no? Le parole poi non sono casuali. La genesi.” Come rivalutare la figura del Cristo ed il concetto di divinità al di fuori del Cattolicesimo?

Marco Guzzi: Il mistero di Cristo, come nuova forma di umanità, finalmente liberata e quindi espressa nella sua piena potenza creativa, si sta riproponendo in modo dirompente e nuovo, e sta sconvolgendo anche le chiese storiche, provocandole tutte a rinnovamenti, a revisioni, e direi a conversioni radicali. Anche la Chiesa cattolica ha avviato, dopo il Concilio Vaticano II, alcuni processi di rinnovamento, che dovranno essere proseguiti e approfonditi sempre di più, in vista, tra l’altro, di una riunificazione dei cristiani, quanto mai urgente e necessaria, per la credibilità della buona novella che si pretende di annunciare.
A.M.: Ricerca poetica e filosofica. Dove finisce la poesia e dove inizia la filosofia?
Marco Guzzi: Io ho sempre vissuto l’esperienza poetica come l’ascolto di una parola originaria, più profonda di quanto io stesso sapessi di me. In tal senso per me il dire poetico è pensiero originario. La filosofia poi per me non è mai stata solo l’elaborazione razionale dei problemi, ma anch’essa un’esperienza innanzitutto di ascolto poetico del pensiero. Perciò i miei maestri sono stati Nietzsche, che si autodefiniva un poeta, e Heidegger, che ha dedicato gran parte della sua ricerca all’interpretazione dei poeti.
A.M.: Sul sito Darsi Pace è presente il calendario degli eventi dei gruppi e delle conferenze su territorio italiano sino al mese di luglio. Il prossimo sarà il prossimo evento, ci può anticipare qualcosa dell’argomento che tratterà?
Maco Guzzi: Il 23 marzo sono stato a Loreto, dove ho riflettuto sul senso del dolore, su come sia possibile vivere la sofferenza in una luce che superi la tentazione della disperazione. Il 31 marzo sarò a Lanciano dove terrò una conferenza che si intitola ancora: “Io è un altro – L’analisi di se stessi per l’aurora dell’umanità”.
A.M.: Se dovesse consigliare un libro per intraprendere i primi passi in questo cammino di iniziazione?
Marco Guzzi: Forse consiglierei proprio Darsi pace che è il manuale che utilizziamo nel triennio di base dei nostri Gruppi, ma consiglierei anche di visitare il canale Youtube di Darsi pace, dove si può trovare una Videoteca davvero molto ricca ed esaustiva.
A.M.: Salutiamoci con una citazione…
Marco Guzzi: “Dove lo Spirito non sradica più
Ma ripianta e cura, io nasco.
Dove ha inizio l’infanzia del popolo,
io amo”. – René Char
Written by Alessia Mocci
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