“Il bacio di Klimt” diretto da Ali Ray: documentario su un capolavoro eterno

“La Vienna di inizio secolo era una città gloriosa e affascinante, ma con un lato oscuro e intrigante: nel corso del film scopriremo che questo quadro dorato riecheggia proprio tutte queste contraddizioni” ‒ Ali Ray, regista

Il bacio di Klimt film di Ali Ray
Il bacio di Klimt film di Ali Ray

Per la Grande Arte al cinema, il 30 e 31 gennaio 2024, un nuovo docufilm di Nexo Digital sarà presente nelle sale cinematografiche italiane. Dedicato al capolavoro Il Bacio di Klimt, e realizzato dalla regista Ali Ray, il film offre agli amanti dell’arte, o per coloro che si avvicinano all’arte spinti soltanto dalla curiosità, l’opportunità di partecipare a un emozionante racconto di un’opera diventata nel tempo un’icona pop.

“Nessuna opera d’arte erotica è porcheria, quand’è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l’osservatore, se costui è un porco.” Egon Schiele

È il 1862 quando Gustav Klimt vede la luce presso un sobborgo di Vienna: suo padre è un orafo e sua madre un’appassionata di musica lirica. Dunque, Klimt figlio d’arte, che eserciterà l’arte per tutta la vita. Dotato di uno straordinario talento, il giovane frequenta la Scuola d’arte e di mestieri di Vienna. Terminati gli studi, dà vita con il fratello a un sodalizio che procurerà loro importanti incarichi.

Fin dai suoi primi lavori è evidente la sua inclinazione a ritrarre soggetti femminili, ancora espressione della scuola romantica.

È il 1892 quando, in seguito alla prematura morte del fratello, la creatività del pittore viennese subisce un grave contraccolpo che rallenta il suo impulso creativo.

Ripreso in mano il suo ‘mestiere’, nel 1901 ha inizio il suo ‘periodo aureo’ con il quadro ‘Giuditta’, opera in cui la figura femminile è rappresentata come la ‘femme fatale’.

Rivelandosi al contempo un pittore dalla singolare sensibilità, che ama creare attraverso le sue opere mondi in cui elementi diversi fra loro si fondono in un mix davvero avvincente; con sensualità e mitologia antica che si declinano in un linguaggio pittorico già moderno. Laddove la bellezza, che erompe dal mistero del corpo femminile, è protagonista.

Consapevole che l’arte austriaca sia troppo ancorata al passato, nel 1897, in sinergia con altri artisti Gustav Klimt dà inizio alla cosiddetta Secessione: il suo intento è cambiare la concezione dell’arte pittorica, portandola fuori dalla tradizione accademica. Simbolo della Secessione è la Pallade Atena, dea greca della saggezza, raffigurata da Klimt nel 1898.

Pittore instancabile, Klimt, trascorre lunghe giornate nel suo atelier ritraendo le sue modelle, con cui stabilisce anche rapporti d’amore, senza però unirsi in matrimonio con nessuna di esse. Spesso, il tema dominante della sua produzione artistica è il sesso, interpretato da lui in maniera singolare; rappresentando la donna, a tratti come una divinità, a tratti invece come predatrice che si serve del proprio fascino per intrappolare l’uomo. Altre volte, ancora, è rappresentata in atteggiamenti provocatori. Senza però sfiorare la volgarità; semmai i suoi soggetti femminili sono intrisi di eleganza.

Contestato dalle autorità per il contenuto delle sue opere, ritenute pornografiche, Klimt non si cura delle critiche, e realizza dipinti, anche erotici, che assumono la connotazione di simbolo delle speranze e delle paure dell’uomo, come pure dei suoi sogni e delle sue angosce.

È difficile però comprendere a pieno il contenuto delle opere meno convenzionali di Klimt, che si intrecciano con le istanze della Belle époque e con il pensiero di Sigmund Freud, la cui teoria psicanalitica contribuisce all’interpretazione dei diversi livelli contemplati nei lavori di Klimt.

Il pittore, però, non rappresenta soltanto soggetti femminili; anche i paesaggi, che rappresentano i luoghi frequentati d’estate dai viennesi, sono parte della sua produzione.

Nel 1903 Gustav Klimt è a Ravenna, letteralmente stregato dalla bellezza dei mosaici bizantini, i quali saranno fonte di ispirazione per Il Bacio di Klimt, che dipingerà nel 1908.

Dopo il cosiddetto ‘periodo aureo’, durante il quale conosce fama e benessere, Klimt attraversa un momento di forte crisi esistenziale che sfiora anche la sua arte; un’evoluzione che lo porta a nuove sperimentazioni artistiche, influenzate anche dall’espressionismo, corrente artistica a cui si avvicina grazie a Oscar Kokoschka e ad Egon Schiele, esponenti di notevole spessore artistico.

Il suo ‘periodo d’oro’ è caratterizzato da un suo originale metodo di lavoro, una tecnica raffinata durante il quale applica una sottile foglia d’oro nelle sue composizioni. L’impiego dell’oro nelle sue opere ha sì un compito decorativo, ma è anche espediente per illuminare il soggetto rappresentato. Ed è una tecnica pittorica da cui nascono alcune delle sue opere più famose.

Ne è esempio Il Bacio di Klimt, oggetto di questa esposizione e commento al docufilm di Nexo Digital e presente al Belvedere di Vienna, prestigioso museo della capitale austriaca che ospita la più grande collezione dei dipinti di Klimt, integrata da dipinti prestati al museo in maniera permanente.

L’opera, ascritta a pieno titolo nel suo ‘periodo aureo’, mostra un intenso uso del colore oro, che si materializza nelle eleganti decorazioni applicate sulla tela; tecnica che ricorda quella dei mosaici bizantini, con l’oro che si proietta sul soggetto rappresentato ed elimina l’effetto di profondità spaziale, conferendo ad esso un effetto di bidimensionalità.

Le tinte calde e luminose de Il Bacio di Klimt danno al quadro (180*180 cm. in formato quadrato) un’aura mistico-erotica, la cui luce non trova la sua origine in una fonte esterna, ma viene emanata dalla coppia di amanti raffigurata, che stretta in un voluttuoso abbraccio si lascia trasportare da un bacio appassionato. Con la giovane protagonista, estasiata e con gli occhi chiusi, che si abbandona ad un promettente amplesso.

I due innamorati, nascosti in abiti che tanto ricordano la tecnica di lavorazione del mosaico, inginocchiati sull’erba, vivono in totale pienezza il loro idillio amoroso in un richiamo d’amore che simboleggia le umane passioni.

Quello dell’intreccio amoroso è un tema già sviluppato da Klimt in precedenza, anche se all’opera Il Bacio, l’artista assegna una valenza di maggior intensità.

Lì, dove nella passione, manifestazione dell’amore, l’universo femminile e quello maschile si compenetrano l’un l’altro in un ‘attimo fuggente’, superando la contrapposizione tra i due sessi per celebrare il potere dell’eros.

“Al tempo la propria arte, all’arte la propria libertà.” ‒ Gustav Klimt

Docufilm straordinario, quello realizzato da Nexo Digital, che proietta lo spettatore nella Vienna di fine secolo, dove il mondo nuovo si scontra con il vecchio per lasciare il passo alla modernità del Novecento.

E che anche questa volta la Nexo si distingue per aver colto, grazie all’eccellente regia, le peculiarità artistiche di un pittore che è andato oltre, e non omologato alle convenzioni artistiche del suo tempo. E che grazie al rinnovamento, spartiacque fra un prima e un dopo, ha segnato un’epoca che ha influenzato quelle successive.

Gustav Klimt citazioni
Gustav Klimt citazioni

Per lasciare infine in eredità l’opera Il Bacio di Klimt, dipinto di notevole suggestione acclamato in tutto il mondo. Grazie dunque al lavoro di Nexo Digital, che del capolavoro di Gustav Klimt ha tracciato la genesi, così come la sua evoluzione, addentrandosi nei dettagli dell’opera.

Realizzato con interventi di esperti e critici d’arte illuminati, le cui esperienze e competenze hanno contribuito a far luce, se mai ce ne fosse stato bisogno, sul lavoro di un artista dalle indiscutibili qualità artistiche.

Arricchito dalla musica di Asa Bennett, il docufilm Il Bacio di KLimt, in questo gennaio 2024, non smentisce la competenza professionale di Nexo Digital.

“Questa immagine dorata e scintillante di una coppia abbracciata rimane una delle più popolari di sempre. È citata nei film, è riportata su magliette, calendari e borse da viaggio.” ‒ Ali Ray, regista

 

Written by Carolina Colombi

 

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