“La partigiana” di Beatrice Benet: il sacrificio per la libertà

“Il fiato le si gelava in gola mentre con passo svelto continuava a salire lungo un sentiero che neppure vedeva, un po’ perché coperto di neve, un po’ perché soltanto tracciato, più adatto alle capre che a qualcuno in fuga.” ‒ “La partigiana”

La partigiana di Beatrice Benet
La partigiana di Beatrice Benet

Edito nel 2024 da Edizioni DrawUp, “La partigiana” di Beatrice Benet si affaccia al mondo dell’editoria con vigore ed al contempo con tenerezza.

“La partigiana” ha, al suo interno, quattro inserti: due racconti lunghi, uno dei quali, il primo, riporta lo stesso titolo del volume ed il secondo “Ultima fermata, io scendo”; una poesia dell’autrice avente come titolo “Voglio”; ed infine un breve racconto della nipote dell’autrice, Marta Beatrice De Lucia, intitolato “Sui monti per la libertà”.

I due racconti intitolati “La partigiana” ed “Ultima fermata, io scendo” presentano storie di donne che, dalle sofferenze incontrate durante la vita, hanno tratto la forza necessaria per proseguire e prosperare. La storia di lotta per la sopravvivenza si intreccia, senza alcuna forzatura, con la storia d’amore.

Le protagoniste sono caratterizzate da una forza encomiabile che va di pari passo alla forza della maggior parte delle altre donne e degli uomini di cui si narra; i personaggi sono contraddistinti da ideali di grande levatura etica e svolgono, all’interno della trama, la funzione di compagni di viaggio interiore.

La vittoria ‒ il sacrificio per la libertà ‒ non è solo auspicarsi di partire da un punto per arrivare ad un altro ribaltando lo stato vigente ma la si intende come un compito conseguibile giornalmente con dedizione e caparbietà.

“I partigiani all’improvviso si trovarono davanti una macchina con quattro persone a bordo che si era fermata con uno stridio incredibile di freni a chiudere proprio il varco che serviva loro per uscire definitivamente dal paese. Si buttarono istintivamente a terra favoriti dal buio e prepararono le armi e non appena i tedeschi aprirono le portiere i partigiani cominciarono a sparare.” ‒ “La partigiana”

I due racconti sono disposti in una sorta di chiasmo, il lettore si accorgerà delle rilevanti differenze delle due protagoniste, a partire dall’epoca storica per arrivare ai due finali antitetici, uno lascia l’amaro in bocca mentre l’altro riempie il cuore di gioia.

“Era la Rosina che gridava tutte quelle cose inventate e intanto si avvicinava al tedesco quasi a supplicarlo: «ammazza me, allora, sono io che le ho dato da mangiare, loro non ne sanno niente, erano già in casa…»” ‒ “La partigiana”

L’autrice, nella nota introduttiva, avverte il lettore: “Questo libro non è da intendersi come “romanzo storico”, scorrendo le pagine troverete la narrazione di una storia d’amore e di libertà che si sarebbe potuta svolgere ovunque e che io ho voluto ambientare in Friuli-Venezia Giulia come tributo alla mia terra e più precisamente alla Carnia (regione montana situata nella parte nord-occidentale della provincia di Udine) dove, il 1° agosto del 1944, fu istituita la Repubblica libera della Carnia successivamente alle convocazioni di rappresentanti dai comuni del territorio.”

 

Beatrice Benet citazioni La partigiana
Beatrice Benet citazioni La partigiana

Beatrice Benet è nata a Udine, laureata in logopedia, da tempo vive in provincia di Roma dove si occupa di riabilitazione delle persone con demenza in qualità di coordinatrice del centro diurno dell’Italian Hospital group di Guidonia.

L’autrice ha pubblicato: nel 2007 per la SBC edizioni “Più lontano del mare e del cielo”; nel 2009 per Einaudi il racconto “Giulia” nel volume di AAVV “Io mi ricordo”; nel 2009 per l’editore Fabio Croce cinque racconti all’interno del volume “Le opere e i giorni”; nel 2009 per la casa editrice Rupe Mutevole il secondo romanzo “L’Amante, colei che ama“; nel 2011, per l’Editore Croce, pubblica tre poesie nel volume di AAVV “Poesie d’amore – poeti italiani del terzo millennio”; nel 2013 per la casa editrice DrawUp “C’ero una volta… ed altri racconti”; nel 2020, per Rupe Mutevole, “Donne che ci raccontano“.

 

Written by Alessia Mocci

 

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