“La partigiana. Una storia sulla Repubblica libera della Carnia” di Beatrice Benet: le suggestioni del Friuli Venezia Giulia
“Il fiato le si gelava in gola mentre con passo svelto continuava a salire lungo un sentiero che neppure vedeva, un po’ perché coperto di neve, un po’ perché soltanto tracciato, più adatto alle capre che a qualcuno in fuga.”
Come dichiarato nella nota introduttiva, Beatrice Benet, autrice de La partigiana, il suo testo non vuole essere un ‘romanzo storico’, così come si intende comunemente. Semmai, è una storia d’amore e di libertà, oltre che un tributo alla sua terra d’origine.
Pubblicato nel 2024 da Edizioni DrawUp, per la collana Sentieri, il romanzo, che fin dalle prime pagine si palesa come un testo da apprezzare, gode di un’ambientazione suggestiva, che è quello della regione Friuli Venezia Giulia, luogo di nascita dell’autrice.
Tuttavia, come afferma ancora la Benet, le vicende raccontate potrebbero essere inserite in qualsiasi altra cornice scenografica, grazie alla trama incentrata su fatti relativi al secondo conflitto bellico, eventi drammatici che hanno segnato la vita di tutta la popolazione.
Se non fosse che il 1° agosto 1944, nella zona ascritta alla provincia di Udine, viene istituita la Repubblica libera di Carnia, e ciò attribuisce alla narrazione una collocazione ambientale ben precisa. Con la presenza in zona del CNL carnico, che ha sospeso la sua attività l’8 settembre 1944 in seguito alla controffensiva tedesca, supportata dalle milizie fasciste e cosacche.
“E senza aspettare risposta se ne tornò nell’altra stanza. Marta mangiò avidamente accorgendosi di aver una tale fame che trovò ingiustificati i commenti di Vento sulla cucina di Enzo.”
Libro sviluppato in più parti, ovvero due racconti, una poesia dell’autrice e un breve racconto realizzato da Marta Beatrice De Lucia, nipote di Beatrice Benet, è un unico filo conduttore a unire le diverse sezioni del libro. La partigiana, che si può classificare come un racconto dedicato a figure femminili, in quanto storie di donne, che seppur diverse fra loro sono determinate e descritte con ampio coraggio.
Il racconto iniziale, La partigiana per l’appunto, il più corposo, da cui il titolo onnicomprensivo della raccolta, si focalizza sulla figura di Marta, giovane che decide di unirsi a un gruppo di partigiani e di entrare a far parte della resistenza. Decisione che la muove verso un tipo di scelta difficile, che però le farà incontrare l’amore.
È perciò una storia d’amore e di libertà quella narrata dall’autrice, che mostra una donna, e con lei le altre appartenenti al gruppo, risolute e dotate di audacia, consce di portare a termine un impegno doveroso preso anzitutto con se stesse.
Spinta anche da un bisogno di libertà, che sia libertà emotiva o libertà dall’oppressore è ininfluente, perché ciò che davvero conta per Marta è il desiderio di esprimere il sentire individuale, manifestato attraverso la propria sensibilità.
Mentre i partigiani, spinti dal bisogno di non soggiacere all’oppressore e mossi da un anelito di libertà, e guidati dall’obbligo morale di dare concretezza a ideali di equità e di giustizia, trovano nel proprio gruppo la forza di intraprendere azioni di guerriglia che possono anche costar loro la vita. Combattendo il nazifascismo, che anche in quella regione, come nel resto d’Italia, ha infierito sulla popolazione inerte con stragi difficili da descrivere.
È dunque una storia di sopravvivenza quella raccontata nella parte iniziale del libro, dove l’imperativo è combattere per sopravvivere.
“Quella sera nessuno mangiò, non era più tempo di svaghi e di ozi e neppure di cibo, era necessario decidere e lo si doveva fare tutti insieme, tutti consapevoli dei rischi e di quello a cui si poteva andare incontro.”
Sviluppato con un registro di scrittura sciolto e accattivante, La partigiana è romanzo che affonda le sue radici in storie di vita vera. I cui accadimenti sono ovviamente arricchiti dalla fervida fantasia dell’autrice. Che danno al libro la dimensione di un romanzo da assaporare e da apprezzare in toto.
Fatti reali, che si fanno protagonisti di un racconto affascinante, seppur nella scabrosità delle vicende di una guerra, che come tutte le guerre pesa sulle coscienze di coloro che l’hanno intrapresa.
“Non c’era tempo, le era sembrato di sentire dei rumori provenienti dal lungo corridoio che conduceva alla sua prigione, forse era solo la sua immaginazione, ma non poteva rischiare.”
Che dire poi delle altre sezioni del libro?
Anche quelle eccellenti, focalizzate anch’esse su figure femminili di ampio spessore umano.
Il breve racconto di Marta Beatrice De Lucia, nipote dell’autrice, è soprattutto occasione per approfondire una questione difficile e importante come quella incentrata sul destino della popolazione curda. Anch’essa vessata, così come è accaduto alla popolazione italiana durante la Seconda guerra, e vittima di soprusi immaginabili.
Ed è attraverso lo spazio del racconto che la studentessa si sofferma, anche in questo caso, a tracciare il profilo di alcune figure femminili, immedesimandosi in una giovane donna curda che racconta di sé e delle sue compagne: il narrato è infatti riferito in prima persona.
Giovani donne, che armate di coraggio e determinazione affrontano il nemico con il rischio di morire: prezzo troppo alto da pagare per ottenere l’indipendenza.
Ancora, come asserito dall’autrice a fine libro, La partigiana vuole essere un omaggio a tutti coloro che hanno speso la vita per combattere il loro oppressore. Ma soprattutto è un omaggio per le vittime cadute in nome di un sacrificio dovuto, al fine di ritrovare quella libertà tolta arbitrariamente da coloro che si sono palesati in tutta la loro brutalità.
“Siamo state dilaniate anche quando ci siamo limitate a combattere utilizzando solo la forza della parola, siamo passate da derisioni e oltraggi alla perdita di alcune nostre compagne; una di queste, mi ha raccontato una ragazza, era ‘cappuccio rosso’ ammazzata a soli venticinque anni durante un combattimento contro Daesh.” ‒ dal racconto Sui monti per la libertà di Marta Beatrice De Lucia
Written by Carolina Colombi
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