Calcio: quanto incide la crisi societaria nella cessione dei calciatori?
Il Campionato di calcio di Serie A è iniziato il 21 agosto e alle sue novità si è già dedicato un frizzante articolo sull’impatto emotivo che il calcio provoca sulle persone.
Causa impegni della Nazionale di Calcio è ripartito in questo weekend.
Nel frattempo ci hanno pensato le atlete azzurre delle Paralimpiadi e degli Europei femminili di pallavolo a tenerci compagnia. Speriamo che il momento d’oro che le donne atlete stanno avendo nel nostro Paese diventi un concreto fattore di crescita sociale e culturale per tutte e tutti.
Ma già da oggi dobbiamo confrontarci di nuovo con tutte le contraddizioni della Serie A maschile.
Partiamo dalla Juve che ha visto il tornare di Max Allegri e l’andar via di Cristiano Ronaldo, ma finora non ha convinto. Le motivazioni? A mio avviso anche la vendita, negli anni passati, di giocatori come Mandzukic avvenuta durante la burrascosa era Sarri.
Passando per Milano, non posso non citare il caso di Gigio Donnarumma, da un lato il portierone eroe della Nazionale, determinante ai fini del conseguimento della vittoria all’Europeo, dall’altro chiacchieratissimo per un lunghissimo tira e molla con il Milan che si è risolto alla fine, pochi mesi fa, con l’ingaggio da parte del Paris Saint Germain.
Una storia di amore e odio anche con i tifosi che non mancano di far notare come spesso Gigione si sia più legato ai soldi che alla squadra. E sarà per una sorta di contrappasso dantesco che il campione campano sia ancora rimasto in panchina durante le prime partite del nuovo campionato parigino? Chi vivrà vedrà.
Intanto, passando ancora per la Senna, non possiamo non segnalare un altro grande, da poco approdato nel club, dopo anni di militanza al Barcellona; sto parlando di Lionel Messi.
Se esistono antagonismi nel calcio, uno è sicuramente quello Ronaldo vs Messi: due stili, due uomini, due modi di essere. E così, mentre l’addio del fenomeno alla Juve è stato piuttosto freddo e distaccato, la Pulce piangeva disperatamente quando ha salutato il club, dicendo “Non sono pronto. Non è come avevo pensato”. Stavolta non è dipeso da lui, ma dalle regole di mercato spagnolo che, nella situazione di crisi in cui versa, non ha più potuto tenere il suo pupillo che pure aveva accettato di ridursi lo stipendio…
Ci siamo fermati nella romantica Parigi causa Messi; torniamo a Milano, a casa Inter che è sempre la più pazza. Non conta che negli ultimi due anni abbia avuto un mister come Antonio Conte (mi si permetta il gioco di parole); non conta che abbia avuto un attaccante come Romelu Lukaku.
Conte, tanto bravo quanto imprevedibile, ha lasciato la squadra, dopo averla condotta allo scudetto e dopo aver diverse volte cercato di imporre i suoi desiderata alla squadra. Ora pare andrà all’Arsenal. Lukaku, invece, pare tornerà al Chelsea dove era stato anni fa.
Io credo, però, che l’Inter abbia però compensato bene con l’arrivo del nuovo allenatore, Simone Inzaghi, ex Lazio; bello, bravo, gentile, educato. Mister modello!
Ultimo, ma non ultimo per merito, voglio segnalare alla Roma l’arrivo di Josè Mourinho, lo Special One che nel 2009 condusse l’Inter a vincere Champions, Scudetto, Coppa Italia. La Roma, dopo anni incerti, ha ora un allenatore tanto affascinante quanto bravo.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma voglio evidenziare in generale che le varie cessioni di campioni negli ultimi anni dipendono non solo dalla volontà degli stessi, ma anche da problemi di natura economica causati dal Covid e non solo.
Talora, inoltre, esistono problemi societari che attanagliano le squadre a tutti i livelli.
Menziono il caso della Samb, squadra popolarissima dalle mie parti, uno di club storici della Serie C da sempre. A partire dagli anni 2000 si sono susseguiti fallimenti, retrocessioni, crisi societarie; ora che da qualche anno c’era una relativa stabilità, le nuove sono venute da Domenico Serafino, giovane imprenditore e cantante che lo scorso anno assunse la presidenza della squadra rivierasca con gli entusiasmi di tutti.
Dopo mesi positivi, all’improvviso all’inizio della scorsa primavera, i primi problemi che si sono trascinati fino ad oggi: Serafino è scomparso e la Samb non solo non si è potuta iscrivere alla serie C, ma rischia di non poter iscriversi neanche alla D.
La cosa è sentita molto a livello locale e si intreccia con le elezioni comunali che si terranno a San Benedetto tra meno di un mese. Perché in una piccola città il Comune non solo è proprietario dello stadio ma anche ente che simbolicamente abbraccia i simboli collettivi. E l’impegno profuso, nei limiti del possibile (ricordiamoci che le squadre sono sempre enti privati e autonomi) affinché una squadra possa salvarsi diventa un termine di consenso o dissenso.
Buon calcio a tutti e ad maiora!
Written by Filomena Gagliardi
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