La storia del calcio vissuta attraverso le maglie più belle
Uno sguardo sul mondo colorato del pallone
Il calcio non è semplicemente uno degli sport di squadra più seguiti in assoluto e un universo per certi versi vicino alla musica, ma un mondo colorato tutto da scoprire grazie alle più belle maglie indossate dagli eroi immortali che hanno saputo e sanno come trattare con cura il pallone.
Scoprirle o riscoprile è lo scopo di questo articolo, uno scopo non da poco considerando quante ne sono state indossate in tanti anni! Nonostante le difficoltà che incontreremo, siamo pronti ad accompagnarvi lungo un viaggio in cui ne vedrete di tutti i colori!
E non è una frase fatta. Pronti?
Dalla maglia dell’Italia del 1982 a quella della Fiorentina di Batistuta
Visto il grandissimo Euro 2020 degli Azzurri, non potevano non esordire con una maglia della Nazionale, e in particolare con quella del 1982. Quell’anno – lo ricorderanno soprattutto i meno giovani – calcisticamente parlando è stato il massimo per noi perché abbiamo vinto il Mondiale giocato in terra spagnola.
Oltre alla tripletta di Paolo Rossi contro il Brasile e all’esultanza di Tardelli contro la Germania Ovest, non riusciamo a dimenticare quel blu acceso della maglia dei nostri campioni, così semplice e così bello allo stesso tempo.
Indimenticabile è anche la casacca verde con tanto di design di ispirazione azteca della Nazionale del Messico a Francia ’98. Forse un po’ eccessiva per l’epoca, ma almeno non è passata inosservata visto che nessuno di noi riesce ancora oggi a scordarsela.
E chi riuscirebbe a scordare anche quella della Sampdoria del 1991-1992 dei gemelli del goal Vialli e Mancini, blu con strisce bianche, rosse e nere che sulla carta non doveva essere niente di eccezionale? Nessuno ovviamente.
Tra le maglie più belle vi segnaliamo poi quella del Celtic vincitore della Coppa Campioni del 1966-1967, un biancoverde orizzontale pulito ed efficace, e quella della Fiorentina di Batistuta, viola con uno sponsor pazzesco che gli amanti dei videogiochi conoscono e che adorano alla follia.
Il Milan dei fenomeni e il fenomeno Maradona
Tra le casacche che hanno fatto la storia del calcio non poteva certo mancare quella del Milan stagione 1989-1990, dei tempi d’oro del trio delle meraviglie Gullit-Rijkaard-Van Basten, che al solo scendere in campo sapeva come terrorizzare gli avversari.
D’altronde stiamo pur sempre parlando di tre fenomeni con la palla al piede e con quelle strisce rosso e nere addosso che intimidivano tutti a causa della loro intensità. Di sicuro non intimidivano i tifosi che “stipavano” lo stadio di San Siro per non perdersi nemmeno un minuto delle loro gesta. Ma questo è un altro discorso che meriterebbe un bell’approfondimento ad hoc.
Che dire poi della maglia del Brasile del 1970? Messico ’70 ha visto scendere in campo la più grande squadra di futbol bailado di tutti i tempi; oltre al grandissimo Pelè, c’erano Rivelino, Tostao e Gerson, non certo dei calciatori qualunque, come non qualunque era il giallo dorato che indossavano con fierezza.
Altri tempi si dirà, ma che bei tempi per il calcio giocato! Erano bei tempi anche quelli che vedevano protagonista il fenomeno Maradona con la maglia del Napoli durante la stagione 1989-1990, che fruttò uno scudetto e una semifinale di Coppa Italia. L’azzurro era molto simile a quello attuale, ma diverso era lo scollo a V decisamente piacevole alla vista.
Olanda, Argentina e Danimarca: che maglie!
Eccoci arrivati in men che non si dica a parlarvi delle 3 casacche più belle in assoluto. Al terzo posto mettiamo quella dell’Olanda del 1974, arancione con righe bianche che partivano dal colletto fino alle maniche. Un capolavoro di eleganza!
Al secondo posto troviamo invece quella dell’Argentina del 1986, con righe verticali ampie ma “scenografiche”, un rigoroso susseguirsi di bianco e azzurro molto ben studiato.
E infine sul podio più alto non poteva non salire la casacca della Danimarca. Stiamo parlando di quella del 1986, divisa in due parti, l’una colorata di bianco e l’altra di rosso. I pantaloncini essendo rigorosamente rossi sapevano come esaltare questi toni in grado di sposarsi bene tra loro. Ora la Danimarca non la indossa più, ed è un vero peccato perché secondo noi è il meglio in assoluto.