“Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia” di Alessandra Necci: replicare nel proprio regno l’armonia del cosmo

Tra gli ingegni che il Rinascimento italiano ha generato con grande dovizia spicca una donna.

Caterina de' Medici - Photo by Tiziana Topa
Caterina de’ Medici – Photo by Tiziana Topa

Una figura all’apparenza dimessa, che in realtà si è rivelata un gigante in campo politico, una campionessa di diplomazia, una mente fine e sottile, amante del Bello e delle arti. È Caterina de’ Medici, discendente della famiglia che ha reso grande Firenze. E come i suoi consanguinei hanno dato lustro alla città del Giglio, così fa Caterina alla corte di Francia.

Nella biografia Caterina de’ Medici. Un’italiana alla conquista della Francia (Marsilio Editore, 2019, pp. 395) Alessandra Necci, insegnante universitaria e avvocato, traccia un ritratto della “Fiorentina” tra luci e ombre. Caterina è un personaggio tanto amato quanto odiato e mal compreso.

Intorno alla Medici si è venuta a creare una leggenda nera alimentata dalla sua assiduità con negromanti e alchimisti. Leggenda nera bilanciata dal grande favore di cui pure ha goduto per aver retto con saggezza e pugno di ferro la corte di Francia nel momento turbolento delle guerre di religione.

Caterina nasce a Firenze nel 1519. Rimasta orfana in tenera età, a nove anni è una pedina di fondamentale importanza nello scacchiere politico nazionale e internazionale tanto che lo zio, papa Clemente VII, le cerca un marito prestigioso.

Il 28 ottobre 1533 Caterina sposa Enrico di Valois. Ben presto a destare preoccupazione è l’assenza di un erede. Infuriano le guerre in Italia, alle quali partecipa il Valois, mentre Caterina si circonda di negromanti, alchimisti e ciarlatani per trovare rimedio alla sua sterilità.

Finalmente resta incinta e il 19 gennaio 1544 dà alla luce il futuro Francesco II e, dopo di lui, altri nove rampolli. Il 31 marzo 1547 muore il re Francesco I; Enrico e Caterina salgono al trono. All’indomani della pace di Cateau-Cambrésis del 1559, pace che pone fine alla guerra tra Francia e Spagna per il possesso dell’Italia, Enrico II muore in seguito un incidente occorsogli durante una giostra.

Sale al trono il figlio Francesco II e Caterina è ora la regina madre. Il nuovo sovrano muore il 5 dicembre 1560; il 21 dello stesso mese la Fiorentina assume il ruolo di “governante di Francia”. Il 17 agosto 1563 Carlo IX diventa re grazie alle trame tessute dalla madre. Le nozze della principessa Margherita con il protestante Enrico di Navarra, che nelle intenzioni di Caterina dovrebbero segnare la pacifica convivenza tra cattolici e ugonotti, si rivela invece il pretesto per un efferato fatto di sangue, il massacro dei protestanti avvenuto la notte del 24 agosto 1571, nota come “notte di san Bartolomeo”.

Mentre le guerre di religione infuriano, la Fiorentina persegue un nuovo obiettivo ovvero porre il figlio prediletto, Enrico, sul trono di Polonia, rimasto vacante. Il 10 settembre 1573 il giovane presta giuramento e viene incoronato re di quel paese. Alla morte di Carlo IX nel 1574, Caterina chiede e ottiene la reggenza nell’attesa che Enrico torni dalla Polonia. Nonostante la pace di Bergerac ponga fine alla sesta guerra di religione, nel Sudovest gli ugonotti continuano a perseguitare i cristiani. Caterina parte per un viaggio in quelle zone con l’obiettivo di riportarvi la pace.

Caterina de' Medici, dipinta da Corneille de Lyon
Caterina de’ Medici, dipinta da Corneille de Lyon

Il 14 novembre 1579 ella rientra a Parigi. La Fiorentina è malata ma non demorde; ritiratosi momentaneamente Enrico in un convento, ella esercita il diritto di comandare, decidere e firmare. Si scontra quindi con Filippo II di Spagna per il possesso del trono di Portogallo dove ella vorrebbe insediare lo scapestrato Francesco d’Angiò, l’ultimogenito che muore il 10 giugno 1584. In seguito alla vittoria dell’Inghilterra sull’Invencible Armada di Filippo II, Enrico III estromette la madre dalla politica e dalla propria vita. Che ne sarà della Fiorentina? Come trascorrerà i suoi ultimi anni? Quale sarà la sorte della dinastia dei Valois?

Caterina è un personaggio sfaccettato; proteiforme, camaleontica, dalla spiccata attitudine mimetica, ella osserva, medita e tace. Ma soprattutto dissimula e aspetta. Aspetta l’occasione giusta per intervenire, per uscire allo scoperto, per pronunciarsi.

In tanti anni ho pianificato attentamente ogni mossa e mi sono riproposta di vincere su lungo periodo. Ho mascherato la stanchezza, il dolore, l’angoscia, pur di non far comprendere quali erano i punti in cui il coltello sarebbe penetrato con maggior facilità. Per arrivare al potere – e restarci – occorre dissimulare i sentimenti, le emozioni mediante il pensiero, il raziocinio.”

Dissimulare, fingere. Come il leone che osserva la preda per poi sferrare una zampata letale. In effetti la Fiorentina, lettrice ed estimatrice del concittadino Machiavelli, fa proprio l’insegnamento del Segretario e sa essere insieme “golpe”, che tiene d’occhio il nemico e ne individua i punti deboli, e “lione” che lo attacca quando l’occasione sia propizia.

Mi sono messa una maschera sul volto, ho dissimulato ciò che provavo, cercando spesso di passare inosservata, rendermi invisibile.”

L’apparente remissività di Caterina è in realtà la sua forza; le permette di essere sottovalutata per poi assestare il colpo al momento opportuno. Ed è spiazzante, precisa, diretta.

Caterina supplisce alla scarsa avvenenza fisica con un fine ingegno e un genio politico che ne fa l’incarnazione del Principe teorizzato da Machiavelli, il quale vagheggia un governante capace di conciliare Virtù e Fortuna. Il credo che ispira la linea di governo di Caterina è incentrato su due punti: evitare guerre fuori dal regno e attuare la pacificazione all’interno.

Figlia dei Medici, del Rinascimento e del suo tempo, ella è permeata dalle teorie neoplatoniche, possiede una concezione antropocentrica dell’universo ed è convinta che l’uomo riunisca in sé una natura terrena e una angelicata. Questa cultura è l’humus su cui si fonda la sua teoria del governo: il bello è anche buono perché rimanda a Dio che tutto ha creato.

Il compito del sovrano, secondo Caterina, è replicare nel proprio regno l’armonia del cosmo attraverso quella pacificazione incessantemente cercata. Per conseguire tale obiettivo ella mette in scena una rappresentazione della regalità che riunisca attorno al re la stragrande maggioranza dei sudditi.

Gourmande de vivre, “golosa di vivere, Caterina esalta la corte di Francia promuovendo ogni sorta di piacere; offre feste, spettacoli, balli. Chiama a sé il fior fiore degli ingegni italiani valorizzando le eccellenze del proprio Paese di origine.

Grazie a lei l’alimentazione dei francesi diventa più normata; è lei che introduce l’uso delle posate a tavola e della lingerie nell’abbigliamento: dalla gastronomia alla cura della persona, la Francia le deve molto.

Alessandra Necci
Alessandra Necci

La scrittura di Alessandra Necci è razionale, asciutta, essenziale. Ogni pagina è pregna della sua erudizione e di una conoscenza minuziosa non solo della grande Storia del Cinquecento ma anche di aneddoti e curiosità.

La Necci ci apre le porte del palazzo reale di Francia e ci introduce con sicurezza nelle stanze del potere ma anche in quelle private dei sovrani. Ci svela inganni, trame, intrighi; ci sorprende nel mettere a nudo i sentimenti reconditi di Caterina e della sua famiglia; ci scandalizza e talora ci fa sorridere.

Se la lettura del testo è impegnativa per la densità dei fatti che fanno da sfondo alla vicenda della Fiorentina, è pur vero che l’oggettività della storica è alleggerita da incisi a volte ironici, colloquiali, che umanizzano i personaggi. Quella della Necci è una penna lucida ma anche dotata dell’empatia di una donna che scrive di un’altra donna.

Ne risulta un viaggio non solo nella storia di quel secolo ma anche nella psicologia di una figura che riassume in sé i fermenti, le inquietudini, le innovazioni e contraddizioni di un’epoca.

 

Written by Tiziana Topa

 

 

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