“Opere” di Eireneo Filalete: gli ingegni sottili sognano chimere, mentre chi è costante troverà la verità
“Vi raccomando di intender tutto ciò con un grano di sale, perché non vi capiti di sbagliare troppo spesso prendendolo alla lettera. Abbiamo intessuto sottigliezze filosofiche con ingenuità così insolita, che se non hai indovinato le molte metafore dei capitoli precedenti, è difficile che tu raccolga altra messe che perdita di tempo, come, per esempio, quando abbiamo detto senza nessuna ambiguità che uno dei principi è il mercurio e l’altro il Sole.” – Eireneo Filalete

Il Capitolo XVIII de “L’Entrata aperta al Palazzo chiuso del Re” rinnova il consiglio dell’autore Eireneo Filalete che esorta a non continuare la lettura se non si son comprese le metafore dei capitoli precedenti.
Sincero nella sua esposizione, l’Adepto non nasconde al lettore la difficoltà di lettura dei suoi testi sostenendo in apertura che “[…] gli ingegni sottili sognano chimere, mentre chi è costante troverà la verità seguendo la semplice via della Natura”.
“Opere” di Eireneo Filalete è una raccolta edita nel 2001 da Edizioni Mediterranee con introduzione, traduzione e commento di Paolo Lucarelli. Nelle sue 158 pagine racchiude “L’Entrata aperta al Palazzo chiuso del Re”, “Lo specchio della Verità”, “La fonte della Filosofia Chimica” ed alcuni estratti di “Metamorfosi dei Metalli” e “Breve Guida al Rubino Celeste”.
Paolo Lucarelli, nell’introduzione, ci racconta un mondo in cui gli Adepti erano costretti a nascondere la propria identità: “Nascono così gli pseudo Lullo, pseudo Tommaso D’Aquino […]. Altri hanno preferito utilizzare uno pseudonimo, più o meno enigmatico. Tra questi certamente, in tempi moderni, Cosmopolita, Filalete e Fulcanelli sono i più noti.”
Per comprendere meglio il fenomeno bisogna riflettere non solo sul pericolo a cui questi personaggi si esponevano con il loro pensiero ed opere ma c’è da considerare che “conoscere dettagli della vita privata di artisti, scienziati o personaggi rilevanti della storia umana, aiuti a penetrare meglio senso e valore del loro operare […] In realtà, la spinta autentica […] consiste nella volontà, affatto democratica, che in fondo erano piccoli uomini come tutti, e che quindi non se ne è separati da un valore qualitativo incolmabile.”
Si è cercato di dare un nome ed un volto al grande Filalete e la leggenda ci riporta fondamentalmente a due nomi: George Stirk, o Starkey, giunto a Londra nel novembre del 1650 dalle Bermude portando con sé dei misteriosi manoscritti; e Samuel Hartlib, polacco emigrato in Inghilterra influenzato dalle teorie rosacruciane e da Paracelso.
Hartlib fondò un’associazione “con lo scopo di riunire uomini che desiderassero in una certa misura il bene della nazione e la chiamò Societas Christiana, Macaria, Antilia” alla quale aderirono un numero impressionante di intellettuali inglesi e stranieri interessati di Ermetismo. L’ambiente in cui gravitarono i manoscritti di Filalete fu dunque quello di studiosi ed editori che fecero dell’Adepto, con la divulgazione dei suoi scritti, un vero e proprio maestro.
Un altro nome fu il candidato perfetto per l’identità di Filalete: John Winthrop Jr, primo Governatore del Connecticut, ricordato per la grande biblioteca ermetica lasciatagli dal padre e per i continui rapporti con gli alchimisti europei. Il poeta contemporaneo Benjamin Tompson scrisse di lui: “Varie proiezioni per mezzo del fuoco fece/ dove stava natura e il suo comune Tesoro// E a me par chiaro che egli aveva una Pietra/ incisa col suo Nome, che egli solo poteva leggere”.
Ed altri ancora furono nominati per quello pseudonimo Eirenaeus Philalethes che significa “pacifico amante della verità”, molto in voga in quegli anni e guardando il mondo oggi ritroviamo un discreto numero di “pacifici amanti della verità” che ci parlano attraverso il web presentando le proprie scuole di risveglio che proclamano verità, parola fin troppo abusata.
“Nel tempo, tutti i Sapienti che sono entrati in possesso di quest’Arte senza l’aiuto dei libri, sono stati guidati al suo conseguimento dalla volontà di Dio nel modo che dirò. […] Sembra verosimile che i primi adepti che si sono resi padroni di questo magistero, tra cui Hermete, e a cui mancavano i libri, dapprima non abbiano cercato la perfezione più che perfetta, ma solo la semplice esaltazione degli imperfetti sino allo stato regale.” Così Filalete nel capitolo XI de “L’Entrata aperta al Palazzo chiuso del Re” racconta di come i primi Sapienti dove aver notato che ogni cosa metallica è di origine mercuriale spostarono l’attenzione verso il fuoco interno necessario per raggiungere lo scopo.

Ne “La fonte della Filosofia chimica” Eireneo Filalete propone la suddivisione dell’Arte in due parti. Nella prima si intrattiene a spiegare le cose che costituiscono l’opera mentre nella seconda parte come gestire le stesse cose. “Ti descriverò la nostra acqua pluviale, cioè il nostro mercurio, in modo che tu lo possa trovare. Sappi che sta davanti agli occhi di tutti che tuttavia non lo riconoscono, oppure al suo posto prendono quello volgare e lo guastano con varie torture, mentre trascurano il nostro vero mercurio quando è il suo momento, per cui non compiono mai il nostro magistero.”
Ne “Lo specchio della Verità” troviamo dodici immagini a tutta pagina che richiamano i procedimenti alchemici. Ogni immagine è provvista di un commento e così dalla prima figura all’ultima potremo analizzare le seguenti diciture: “Materia confusa e tenebrosa, ormata dal segno Astrale Sulfureo”, “Purificazione della materia e riduzione del generato crudo in Generatore cotto, in modo che la sua Urina lavi il Mercurio”, “Unione delle Nature con lavaggio Saturnino del Mercurio per separazione delle tenebre”, “Vulcano fa volare gli Uccelli e la Gallina partorisce l’Uovo, e si fa il Mercurio Ermafrodita”, “I Filosofi venerano il mercurio preparato, e alcuni gli offrono Oro, ma non tutti i Filosofi lo fanno”, “Qui il nostro Mercurio è lavato dalle sozzure esteriori”, “L’Uovo è confidato a Vulcano agonizzante perché lo covi, in modo che nasca il Pulcino”, “La Gallina cova l’Uovo, Cadmo infigge il serpente sulla Quercia e il nostro Mercurio uccide il Re”, “Cadmo fa girare la Ruota e con il nostro zolfo infigge il primo Chiodo e così con la prima Rotazione è procreato e si ottiene l’Oro dei Filosofi”, “Grazie alla natura il Figlio del Sole dall’Uovo dei saggi con la Fermentazione e poi la Nutrizione e infine un ripetuto giro della Ruota è fissato da un triplice Chiodo”, “Qui i Re della terra adorano l’Elixir igneo che Domina sui tre regni della Natura”, “Si moltiplica soltanto con latte e mostra la sua potenza sui Pianeti terrestri”.
“Non ci possiamo sentire sicuri a lungo in nessun luogo, e spesso, gementi, ci lamentiamo come Caino di fronte a Dio: “Ecco, chiunque mi troverà, mi ucciderà”. Non osando sostenere il peso di una famiglia, vagabondiamo tra popoli diversi senza un rifugio sicuro. Possediamo tutto, ma possiamo usare poco. Non siamo felici di nulla, tranne della contemplazione in cui sta grande soddisfazione dell’animo. Molti, estranei all’arte, credono che se la ottenessero farebbero questo o quello, come un tempo pensavamo anche noi. Ora resi più cauti dai pericoli, abbiamo scelto un metodo più segreto.” ‒ Eireneo Filalete
Written by Alessia Mocci
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