“Io sono Ingrid” film di Stig Björkman: un documentario intimo sulla Bergman, raccontata dai figli e da chi la conosceva

Ingrid era una donna speciale, lo si capisce da subito. Una bimba che perde mamma e papà presto: della prima non serberà alcun ricordo, il secondo le resterà sempre nel cuore.

Io sono Ingrid

Un’adolescente irrequieta e testarda, Ingrid, una ragazzina che persegue il suo obiettivo di recitare con slancio e costanza, fino a diventare una donna che realizza presto i suoi sogni artistici. Ma non solo, la svedese spilungona è anche mamma e moglie, ma sa già tutto dall’inizio. Ingrid sa che mai niente e nessuno, figli compresi, potrà mai attribuirle un’etichetta a lungo termine, relegarla a un ruolo rassicurante e conformista.

È cosi che viene fuori la Bergman, icona del cinema che sarà sempre acclamata da tutto il mondo, nonostante la vita sregolata, gli scandali, gli amori, la scelta aspramente criticata, soprattutto in America, di preferire la carriera e gli amori ai figli. Quattro figli. La prima, Pia, avuta dal suo primo marito svedese Petter Lindstrom , è senza dubbio quella che ha sofferto di più a causa delle scelte della mamma, poco comprese e molto biasimate.

Le testimonianze dei tre figli che ha avuto dal regista italiano Roberto Rossellini, Isotta Ingrid, Isabella e Roberto jr, sono invece meno aspre, più mature e ragionate. Probabilmente perché hanno vissuto maggiormente la figura materna, la solitudine sofferta dai suoi figli italiani non ha mai in realtà conosciuto la realizzazione dell’abbandono.

Ho compreso le scelte della mamma”, racconta Isabella,recitare per lei era tutto e l’ho accettato. Oltre al fatto che quando ho avuto bisogno lei è sempre stata presente”.

Ingrid Bergman

Diari, fotografie e filmini inediti realizzati dalla stessa Bergman in momenti privati della sua vita familiare, la rendono umana, con i suoi pregi e i suoi difetti. Impeccabile sullo schermo – tre Oscar vinti, per AngosciaAnastasia e Assassinio sull’Orient Express trascorrerà i momenti più importanti della sua vita privata e professionale tra Stati Uniti, Italia, Francia e Inghilterra.

Figure femminili inusuali e generalmente poco comprese dall’esterno. La svedese Bergman raccontata dai suoi stessi figli, in maniera similare alla storia personale della grande pianista argentina Martha Argerich, descritta nel documentario Bloody Daughter dalla figlia Stéphanie, rappresentano un modello assoluto di libertà, perseguito e portato avanti fino alla fine, coerentemente al proprio essere indomabile. Personalità carismatica, affascinante e straordinariamente ego riferita, dal talento smisurato e con una necessità viscerale di non appartenere mai realmente a un luogo, Ingrid Bergman emerge fiera da un inedito e personalissimo documentario. Criticabile o no, ha avuto una vita priva di rimpianti e non si è lasciata condizionare dall’opinione pubblica, in un periodo storico in cui tuttavia l’emancipazione sessuale perseguita e voluta riusciva ancora a scuotere l’opinione pubblica.

Io sono Ingrid – Un film di Stig Björkman. Con Jeanine Basinger, Pia Lindström, Fiorella Mariani, Isabella Rossellini, Isotta Rossellini.

Titolo originale Jag är Ingrid. Documentario, Ratings: Kids+13, durata 114 min. – Svezia 2015.

Nelle sale per due soli giorni, lo scorso 19 e 20 ottobre, in programmazione allo Spazio Oberdan (Milano) fino al 16 novembre.

 

Written by Irma Silletti

 

 

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