“Mindfulness Immaginale” di Selene Calloni Williams e Silvia C. Turrin: giungere alla quiete

“Dare e darti è ciò che ti permette di vedere, comprendere profondamente e risolvere i tuoi conflitti interiori, affinché la tua volontà si faccia impeccabile e in armonia con il cosmo. Dare e darti fa sì che l’universo cospiri per realizzare la tua volontà impeccabile. È la legge dell’amore che lega tutti gli eventi del mondo fra loro.”[1] ‒ “Mindfulness Immaginale”

Mindfulness Immaginale di Selene Calloni Williams
Mindfulness Immaginale di Selene Calloni Williams

“Mindfulness Immaginale” è un saggio scritto a quattro mani da Selene Calloni Williams e Silvia C. Turrin[2] edito da Edizioni Mediterranee nel 2016.

Un titolo esplicativo che racchiude due grandi scuole sapienziali: la mindfulness (con il significato letterale di “pienezza della mente”) ispirata al Buddhismo della tradizione Theravāda diffusa in Birmania, Thailandia, Laos e, soprattutto nella sua forma più antica, in Sri Lanka, isola nella quale si sono preservati gli insegnamenti originari di Siddhārtha Gautama (noto come Buddha, 563-483 a.C.) grazie alla trascrizione del Canone Pāli[3] su foglie di palma; e la psicologia immaginale, portata avanti nel Novecento dalla psicologia analitica di Carl Gustav Jung e rielaborata nella psicologia archetipica di James Hillman, che poggia le sue basi nell’alchimia greco-egiziana con una forte partecipazione di neoplatonismo (Plotino, Porfirio, Marsilio Ficino, et cetera). Si può, dunque, considerare la pratica della Mindfulness Immaginale, presentata in modo mirabile nel saggio, come una sintesi ben riuscita fra la dottrina orientale e quella occidentale, fra l’est ‒ l’alba ‒ e l’ovest ‒ il tramonto.

Ed è nell’estremo ovest ‒ gli Stati Uniti ‒ che la Mindfulness è stata attenzionata da medici e terapeuti: l’inserimento della meditazione nelle neuroscienze e nella psicologia ha evidenziato i numerosi benefici sugli stati psicofisici che oggi premono maggiormente nella società: angoscia, ansia e tristezza. Riuscire a calmare la mente dalle numerose tensioni provocate dalla frenesia della vita odierna è, infatti, la prima conquista della pratica della Mindfulness.

“Mentre la vecchia mente interpreta le immagini sulla base del conosciuto, la mente nuova, quella che sorge dopo che la vecchia mente si è fatta vuota e silente, è una coscienza ispirata che dà eco alla voce reale dell’immagine. La voce reale di un’immagine è quella dell’anima, degli spiriti, dei deva[4] che la manifestano.”[5]

La mente di ognuno di noi ‒ ci spiega Selene Calloni Williams ‒ detiene il potere sul controllo sulle immagini ed esercita un dominio costante sulla nostra percezione di esse, il suo operato si può accostare al mito della caverna di Platone nel quale gli uomini chiamano “vero” il riflesso delle cose non accorgendosi di adorare delle ombre. La nostra mente, similmente agli uomini della caverna, si autoinganna perché, essendo strumento di calcolo che funziona per opposti (bene/male), guarda nella direzione opposta al divino. Ma in ogni caverna c’è un’entrata/uscita: è il meccanismo di autodistruzione insito nella mente e che si manifesta con la ricerca di verità, impulso che immancabilmente si presenta anche se non tutti sono disposti ad avviarlo, a percorrerne la via sino all’uscita dall’antro per “riveder le stelle”.[6]

La Mindfulness Immaginale è dunque un percorso che insegna l’attenzione cosciente (Sati in pali ‒ linguaggio usato dal Buddha), una contemplazione che, mostrando l’immagine originaria ‒ a differenza di altre pratiche psicologiche ‒, educa a non allontanarsi dai cosiddetti “problemi” o “mali” ma ad indagarli per comprenderli (dal latino composto di “cum” e “prehendere” con il significato di “prendere con/ abbracciare”), nutrirli, amarli.

L’attenzione cosciente differisce dalla semplice attenzione. Se, per esempio, ti trovi in una situazione di conflitto e vuoi applicare l’attenzione cosciente al demone che vivi e che è presumibilmente rabbia, ripeti a te stesso: «So che sto provando rabbia!» Dirsi «So che sto provando rabbia» è molto diverso dal dirsi «Sto provando rabbia!». Contemplare il demone non significa agire sotto il suo impulso, ma all’opposto vuole dire dargli l’energia per cambiare: allora il demone si trasforma nell’alleato: diviene ispirazione, visione, soluzione.”[7]

Il telos[8] della pratica è l’estinzione del samsara cioè l’estinzione del ciclo del divenire, del continuo alternarsi di morte e rinascita in cui siamo “incatenati”.

Selene Calloni Williams racconta nel saggio del suo viaggio in Sri Lanka a soli 19 anni, del suo maestro Michael Williams, dei suoi 6 anni nel forest heritage o jungle temple con il maestro Venerabile Gata Thera ed il compagno di meditazione Reverendo Gotatuwe Sumanaloka Thero, del suo maestro James Hillman in Svizzera; chiarisce con precisione svariati significati di parole sanscrite come samsara, samādhi, āsana, upādāna, āsana samādhi, chitta samādhi, Nirvāva, deva, Satipatthāna, Māra, Dharmapada, Mahāyāna, Vajrayāna, Anapanasati, et cetera.

Selene Calloni Williams citazioni Universo
Selene Calloni Williams citazioni Universo

La prima parte del libro è dedicata alla storia ed alla teoria mentre nella seconda parte ci si addentra nella pratica con una serie di raccolte di esercizi di meditazione e risveglio (IMMA, acronimo di Imaginal Mindfulness Meditation Approach). Sono, dunque, presentati esercizi da svolgere a casa (meditazioni quotidiane) nei quali il corretto movimento del corpo e l’attenzione al respiro favoriscono benefici fisici, mentali ed energetici. Il supporto di illustrazioni in bianco e nero raffiguranti la postura del corpo le descrizioni del Saluto al Sole, della Posizione del Fulmine, Posizione del Cobra, Posizione della Pinca, Posizione della rana, Posizione dell’aratro (et cetera) sono coinvolgenti e, sin da subito, di possibile esecuzione.

Nel luogo in cui trovi pace e tranquillità, chiudi gli occhi, assumi la posizione meditativa a te più gradita. Inizia la pratica meditando sul respiro. Inspira ed espira in modo naturale. Senti una profonda calma. Ora prendi consapevolezza del tuo corpo, dall’interno e dall’esterno. Inizia a contemplare il tuo corpo dall’interno partendo proprio dalle parti più profonde: per esempio, visualizza i capelli iniziando dalle radici, gli occhi partendo dal bulbo…[9]

 

Written by Alessia Mocci

 

Note

[1] Selene Calloni Williams, Silvia C. Turrin, Mindfulness Immaginale ‒ pratiche di meditazione e visione immaginale, Edizioni Mediterranee, 2016, pp. 41-42

[2] Silvia C. Turrin racconterà la sua esperienza personale di avvicinamento alla meditazione e la successiva conoscenza di Selene Calloni Williams e dei suoi seminari nel secondo capitolo intitolato “Primi passi verso la meditazione”.

[3] Il Canone Pāli è la più antica raccolta dei testi canonici buddhisti, messo per iscritto nel I secolo a.C.; l’edizione di cui oggi disponiamo risale al V secolo d.C. Pāli significa “tre canestri”, prende il nome dal modo in cui i fogli (foglie di palma) sono stati conservati: cioè in canestri suddividendoli in tre categorie.

[4]I deva, come gli dèi arcaici o gli spiriti animisti, non sono assimilabili all’idea di una divinità che vive in un cielo astratto e lontano. Essi sono idee, immagini, illusioni e possono essere falsi idoli, cioè idee distorte dalla mente, dalla paura, dalla volontà di controllo, oppure essere idee libere, autentiche, in tal caso sono molteplici forme dell’unico amore creativo.” spiega Selene Calloni Williams a pagina 27.

[5] Selene Calloni Williams, Silvia C. Turrin, Mindfulness Immaginale ‒ pratiche di meditazione e visione immaginale, Edizioni Mediterranee, 2016, p. 35

[6] Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno XXXIV, v. 139

[7] Selene Calloni Williams, Silvia C. Turrin, Mindfulness Immaginale ‒ pratiche di meditazione e visione immaginale, Edizioni Mediterranee, 2016, pp. 39-40

[8] In greco τέλος, con il significato di scopo/obiettivo.

[9] Selene Calloni Williams, Silvia C. Turrin, Mindfulness Immaginale ‒ pratiche di meditazione e visione immaginale, Edizioni Mediterranee, 2016, p.83

 

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