“Conversazioni poetiche ‒ terza edizione”: l’introduzione dell’antologia poetica
“L’autentica poesia non è mai un modo più elevato della lingua quotidiana. Vero è piuttosto il contrario: che il parlare quotidiano è una poesia dimenticata.” ‒ Martin Heidegger

“Conversazioni poetiche ‒ terza edizione”, disponibile da aprile 2025 ed edita da Tomarchio Editore, vede la partecipazione di tredici voci tra autori ed autrici che, per l’appunto, conversano in poesia.
Sono, dunque, tredici le raccolte presenti e sono così intitolate: Vita di Annalisa Atzeni; L’azzardo di Fabio Soricone; 25 novembre di Franco Carta; Frammenti di un mosaico di Gabriella Mantovani; Pensieri di Ilse Atzori; In Libertade di Italo Cappai; Metamorfosi della solitudine di Marcello Comitini; Dell’amore e del cammino di Marco Leonardi; Punto e a capo di Maricà; Vita… pensieri… di Oswaldo Codiga; Il vento della solitudine di Rosario Tomarchio; Evidenze di Teresa Stringa; L’atmosfera giusta di Teresa Viola.
L’introduzione è stata curata da Alessia Mocci e la prefazione da Giovanna Fracassi.
Per gentile concessione della casa editrice Tomarchio Editore pubblichiamo in anteprima l’introduzione dell’antologia “Conversazioni poetiche”.
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Introduzione “Conversazioni poetiche ‒ terza edizione”
La leggenda vuole che sia stato Orfeo, il figlio della Musa Calliope, il primo ad iniziare l’ininterrotta tessitura di versi. La parola ‒ considerata magia ‒ raccontava l’origine delle cose, degli animali, delle piante, degli esseri umani e del cosmo. Il cantore dell’aurea lira ‒ così come lo denominò Pindaro[1] ‒ è simbolo obliquo devoto ad Apollo ed a Dioniso, egli stesso è l’incarnazione del legame profondo delle due divinità. La creazione di un mondo fittizio contrapposto al reale si alterna alla premura verso la quotidianità del rito. La poesia, come natura primitiva, è atto occulto e svelato che, come l’amata di Orfeo ‒ Euridice ‒, compare e scompare.
Così anche i poeti e le poetesse di questa terza edizione dell’antologia “Conversazioni poetiche” propongono lo sforzo dello scontro tra l’immaginazione ed il reale, tra l’ambizione del sortilegio poetico ed il freno delle passioni, tra la solitudine e l’incontro con l’altro.
Tredici voci (Annalisa Atzeni, Fabio Soricone, Franco Carta, Gabriella Mantovani, Ilse Atzori, Italo Cappai, Marcello Comitini, Marco Leonardi, Maricà, Oswaldo Codiga, Rosario Tomarchio, Teresa Stringa e Teresa Viola) che, narrando storie contemporanee, condividono suggestioni inalterate e familiari.
La raccolta “Vita” di Annalisa Atzeni narra della terra che trova forza e riscatto, di una madre che danza nelle stelle, della lealtà, dell’amicizia sincera e della passione ardente che trascende ogni confine. Tra il vento e il flusso del fiume si respirano, nel silenzio, gli antichi riti riscoprendo il cibo del nutrimento dell’anima.
Fabio Soricone dedica “L’azzardo” alle personalità che hanno accarezzato la morte per avere il brivido della vita, a coloro che hanno cercato il limite infrangendo le regole della finitezza perché il vento porta via con sé gli angeli più belli. Il poeta imbocca nuovi destini che sconfinano ad ogni curva e portano l’ardore dove non è possibile.
“25 novembre” silloge di Franco Carta è dedicata al tema della violenza sulle donne, sugli uomini che fingono di amarle, sui genitori che le condannano ad un matrimonio quando ancora sono bambine, sugli ex fidanzati che non accettano la fine del rapporto, sui mariti che uccidono anche i figli, sull’orrore dello stupro e sulla tirannia della guerra.
Gabriella Mantovani partecipa con “Frammenti di un mosaico” ove i ricordi incorniciano momenti vissuti con infinita poesia nella strada che porta alla luce e nella dualità di pensieri nascosti e rinnegati. Nella notte dei tempi ed in un solo istante le parole libere cercano nei simboli un messaggio da interpretare in un mosaico di emozioni vissute.
Ilse Atzori con “Pensieri” diventa un telaio che attende nella foglia d’autunno e nell’assenza di molti. Cimentarsi nella scrittura per non parlare perché ogni pietra racconta i secoli e conserva segreti, perché in ogni culla di germogli si perpetua il ricordo della storia aspettando il futuro pieno di segni e pieno di sogni.
Le ottave racchiuse nella silloge “In Libertade” di Italo Cappai principiano con un inno alla pace proponendo al lettore maniere gentili e garbate ed il rispetto dell’armonia e dell’amore così come furono gli insegnamenti di Gesù Cristo. L’inverno, il Natale, l’unione fra i popoli e l’incanto della natura sono i temi predominanti.
Marcello Comitini con la “Metamorfosi della solitudine” lucida le menti appannate per varcare la soglia dell’incanto del quieto trascorrere. Sottile nel vento, il rumore di onde si lascia andare nel rotondo movimento della voce della memoria racchiusa nei silenzi di stanze solitarie e sui letti in eterna attesa.
“Dell’amore e del cammino” di Marco Leonardi mostra il verbo nel silenzio quieto della stanza che sfiora il Mistero facendo morire ogni parola che non serve. Ne accende la scintilla l’equale incanto che sconfigge la notte, le coste che non hanno approdi e le ninna nanne delle seducenti sirene.
Maricà con i versi de “Punto e a capo” sfiora i sospiri ed i sogni delle fragili certezze nella voglia di luce di variopinti contorni. Inventa i giorni della Pace sull’umida riva di una spiaggia deserta anche se, a volte, è cupo il buio della sera. Il verso prende forma nel sedersi accanto alla roccia antica ingoiando pillole di sale e di pianto.
La raccolta “Vita… pensieri…” di Oswaldo Codiga ripristina il passato con gli occhi del presente commemorando l’anniversario di matrimonio, il lavoro nei vigneti, il tagliare il fieno con la falce, la bellezza dello stare in silenzio nella profondità della natura, l’invito alla pace come unica soluzione per i mali che attraversano il mondo. È presente una critica alla società consumista di oggi che non conosce la serenità e la quiete.

“Il vento della solitudine” di Rosario Tomarchio dipinge una casa nel campo di pesco nella quale vivono i tessitori di parole. Mentre il ruscello scorre, la donna della camelia impedisce la visione del mondo e consiglia brezze sul foglio del poeta. Il rifugio nel deserto per ritrovare anima e corpo è il balsamo che si versa sulle ferite.
Teresa Stringa rivolge “Evidenze” al doloroso incedere dove ogni illusione, tra un passo e l’altro, è fedele al molesto scopo del tempestoso viaggio. Ma è nell’attento silenzio che il cuor si colora dove s’incrocia il batter d’ali che regala avveduta coscienza facendo cadere gocce liete nell’estro travolgente che consente di veder chiaro.
La lettura della raccolta poetica “L’atmosfera giusta” di Teresa Viola è un’immersione immediata nella festività natalizia, con i bei presepi dei piccoli borghi, le baite circondate da conifere, le stelle di Natale rosse o bianche. Irrompono nella scena imbastita dall’autrice anche il narciso e la margherita ‒ alla quale non viene riconosciuto il merito di appassire.
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Written by Alessia Mocci
Note
[1] Pindaro (518 a.C. circa – 438 a.C. circa) fu un poeta greco antico, uno dei maggiori esponenti della lirica corale. Nel frammento 139 (vv. 11-12) si legge “Figlio di Eagro/ Orfeo dall’aurea lira” (traduzione di Giorgio Colli tratta da “Sapienza greca I” edito da Adelphi nel 1977).
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