Painting Words #14: intervista a Erika Belfanti, autrice ed illustratrice
La rubrica “Painting Words” vuole tracciare l’arte contemporanea con una serie di domande rivolte alle personalità più interessanti del panorama odierno. Nella prima puntata abbiamo incontrato Iena Cruz, nella seconda Lorenzo Babboni, nella terza Eugenio Sicomoro, nella quarta Gabriele Artusio, nella quinta Kimi, nella sesta Antonio Bonanno, nella settima Silvia Crocicchi, nell’ottava Giovanni Lopez, nella nona Alessandro Coppola, nella decima Maria Pappalardo, nell’undicesima Sergio Olivotti, nella dodicesima Bruna Iacopino, nella tredicesima Valentina Merzi ed in questa quattordicesima vi presentiamo Erika Belfanti.

Erika Belfanti è autrice e illustratrice di libri per bambini, che realizza nel suo piccolo studio pieno di fogli e tazze di tè.
Nata a Mantova, adora scrivere e illustrare racconti destinati all’infanzia. Il disegno, in particolare, è sempre stato il suo mezzo di comunicazione preferito fin da quando era piccola.
Si diploma al Liceo Artistico Statale di Verona conseguendo la Maturità Artistica ad indirizzo Grafico Visivo e frequenta i Corsi della Scuola Internazionale di Illustrazione di Sarmede.
Ama la natura e gli animali dai quali prende costantemente ispirazione e nei libri per bambini cerca di raccontare il suo mondo, fatto di rispetto per tutte le creature viventi e di cose semplici ma profonde.
S.T.: Il tuo percorso artistico si manifesta subito come illustratrice per bambini o segue un altro cammino?
Erika Belfanti: Il mio percorso come illustratrice per bambini si manifesta in un secondo momento semplicemente perché non pensavo che avrei potuto scrivere e illustrare per davvero. Ho sempre disegnato e inventato storie destinate ad un pubblico di piccoli lettori, ma ho impiegato del tempo a rendermi conto che potevo esprimermi attraverso gli albi illustrati.
S.T.: Bambini e adulti: mondi paralleli o intersecanti? La tua visione a quale dei due mondi appartiene maggiormente?
Erika Belfanti: Direi mondi intersecanti. Tutti prima di essere diventati adulti, siamo stati bambini e ci portiamo dietro una valigia di esperienze, pensieri ed emozioni. Ci sono moltissimi adulti bambini. Io stessa sono adulta ma mi sento bambina, sento di avere un canale preferenziale con il mondo dell’infanzia, o meglio con tutto ciò che esso rappresenta. L’ingenuità, l’innocenza, la fragilità, sono caratteristiche che mi affascinano enormemente e trovo che i bambini insieme agli animali ne siano il miglior simbolo.
S.T.: Dalle tue illustrazioni traspare un senso di accoglienza, come un abbraccio virtuale. È il tuo modo di approcciarti in generale o solo con i piccoli lettori?
Erika Belfanti: Certamente è un modo per arrivare, attraverso i piccoli lettori, anche a quelli adulti e in generale a tutti. Attraverso le illustrazioni, cerco di raccontare la mia visione del mondo, un luogo in cui la vita di ogni essere vivente è sacra e merita rispetto. La gentilezza verso ogni vita dovrebbe essere la vera forza che muove gli esseri umani. Anche se al momento non vedo molta consapevolezza a riguardo.
S.T.: Tra le tante, c’è una tua illustrazione che ricordi con più emozione?
Erika Belfanti: Mi piace pensare che è quella che devo ancora realizzare…ma sicuramente sono affezionata all’illustrazione degli ermellini sotto la neve all’interno dell’albo illustrato “Ti Proteggerò” dedicato a mio padre.
S.T.: Il tuo processo creativo si sviluppa con fasi progettuali definite o per pura ispirazione?
Erika Belfanti: All’inizio è tutto puramente istintivo, nasce da un’emozione, un ricordo, un’immagine che mi si presenta nella mente. Successivamente dedico molto tempo alla fase progettuale per cercare di risolvere al meglio l’idea che ho in testa. In generale non sono mai soddisfatta, ho sempre molti dubbi e non invidio chi si trova ad interagire con me in questi giorni…risulto assente e fatico a rispondere a domande semplici.

S.T.: Un segreto nel bosco, di recente pubblicazione: messaggio principale?
Erika Belfanti: “Un segreto nel bosco” racconta dell’incontro tra una bambina e un orso, è una storia delicata sul valore profondo dell’amicizia e sul suo distacco, anche se, in questo caso, non è un addio ma un arrivederci. Perché l’affetto che proviamo e i bei ricordi restano dentro di noi, intimamente, anche quando ci si allontana. Oltre a questo messaggio principale però, il racconto per me, acquista un secondo significato, ovvero il desiderio di realizzare i propri sogni. In questo caso l’orso rappresenta il sogno, la visione del desiderio da realizzare. La bambina vede un orso enorme, perché i sogni che ci prefissiamo, a volte sono grandissimi e possono spaventarci. Ma lei non ha paura, anzi. Gli adulti rappresentano quelle persone che, seppur involontariamente, mettono in discussione l’esistenza dell’orso e quindi la materializzazione del sogno. Ma la bambina non ha dubbi e crede fortemente nell’esistenza dell’orso, perché solo credendo nei propri sogni, questi si possono realizzare.
S.T.: Scegli 3 aggettivi con cui definirti…
Erika Belfanti: Questa è difficile… ci provo: rigorosa, leale, introversa.
Written by Simona Trunzo
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