Intervista di Irene Pecikar De Colle a Sara Purpura: vi presentiamo “Ladro di origami”

«La verità è che indossiamo certe armature non solo per necessità ma anche per orgoglio, e per quanto siamo convinti che ci proteggano dal dolore sono pesi che ci portiamo addosso e ci cambiano i passi, lo sguardo e il cuore.» ‒ “Ladro di origami” – Sara Purpura

Ladro di origami di Sara Purpura
Ladro di origami di Sara Purpura

Sara Purpura, autrice romance palermitana ha pubblicato romanzi in self, per Harper Collins “La mercante di ricordi” scritto a quattro mani con Simona Liubicich e per Mondadori la serie “La storia di Des e Ana” (“Tutto il tempo del mondo” 2018 – “Tutto il tempo con te – “Tutto il tempo tra noi” 2019) e la storia di Lian e Bre (“Dammi solo un istante” – “Dammi un solo per sempre” 2022).

Questa primavera, sempre per Mondadori, è uscita con il romanzo “Ladro di origami”. Ambientato in una Palermo spezzata tra chi è alla deriva e chi cerca con ogni mezzo di sopravvivere alle zone d’ombra della città, alle trappole familiari e le vie illegali di guadagno facile, il romanzo, seppur raccontando una toccante e sofferta storia d’amore giovanile, tratta tematiche molto importanti.

Prima tra tutte, la condizione femminile e la violenza di genere, ma anche il disagio e la delinquenza giovanile ed è una sorta di denuncia sociale di un retaggio culturale a tal punto radicato in certi ambienti che è difficile da superare.

 

I.P.D.C.: Ciao Sara, come nasce la tua passione per la scrittura?

Sara Purpura: La mia passione per la scrittura è nata nel momento in cui a quattordici anni ho ricevuto come regalo di compleanno un diario segreto. Da allora, ho sentito il bisogno di riversare fra le pagine, non solo tutto ciò che mi accadeva, ma anche quello che sentivo dentro. Un dono per una ragazzina che cominciava a sperimentare la vita e a volte la sentiva tanto intensamente da sembrarle troppa. Ho scoperto nella scrittura un’amica che nel tempo non mi ha mai abbandonato.

 

I.P.D.C.: Che tipo di lettrice sei, quali sono i generi e gli autori che preferisci?

Sara Purpura: Sono una lettrice onnivora, pertanto sono pochi i generi che non mi piacciono; il giallo, per esempio, non rientra nei miei gusti, ma se l’autore è bravo mi lascio conquistare da qualsiasi storia. Il rosa è chiaramente il mio preferito, lo leggo e lo scrivo perché sono convinta che l’amore sia un linguaggio universale capace di arrivare a tutti, e attraverso l’amore tento di lanciare i miei messaggi. Uno delle autrici che più amo è Paulina Simons. Il Cavaliere d’Inverno è uno dei miei libri preferiti.

 

I.P.D.C.: Ebook, cartacei o entrambi? Come leggi di solito?

Sara Purpura: Se ho bisogno di una coccola, preferisco il cartaceo. Tenere fra le mani l’oggetto delle mie emozioni aggiunge qualcosa alla magia che si crea fra me e la storia. Per praticità, giacché non resto mai senza un libro in borsa – e molto spesso leggo prima di dormire – amo anche gli ebook. Un libro è un libro, a prescindere dal formato.

 

I.P.D.C.: Cosa stai leggendo in questi giorni?

Sara Purpura: A malincuore nulla, perché sto lavorando come una matta, e leggere mi manca da morire.

 

I.P.D.C.: Sei al tuo settimo romanzo pubblicato con un colosso dell’editoria italiana qual è Mondadori. Oltre ad altri pubblicati con Harper Collins e in self. “Ladro di origami” è un romanzo che tratta tematiche che mi stanno particolarmente a cuore che approfondiremo man mano durante l’intervista. Come nasce l’idea de “Ladro di origami”?

Sara Purpura: Per professione – e anche per natura – sono una grande osservatrice. Mi piace guardarmi intorno e far volare la mia fantasia. Così, una donna dall’aria stanca ma dal sorriso felice, con in braccio il suo bambino, può diventare l’eroina del mio prossimo romanzo. L’ho sempre fatto – e per egoismo ­– visto che mi piace molto viaggiare ma non sempre posso farlo, ho ambientato le mie storie all’estero ogni volta. Ora, forse perché mi sento anche più sicura di ciò che sono e della mia scrittura, ho voluto parlare di Palermo, la mia città, un luogo che ha le sue regole e le sue dinamiche, ma che a volte sembra essere senza sovrastrutture. L’idea degli origami nasce come sinonimo di libertà. Quella di dare a un semplice foglio di carta forme e significati, così come si può fare con la vita, anche quando quest’ultima sembra già scritta.

 

I.P.D.C.: Vuoi raccontarci di più sui personaggi di questo romanzo? Chi di loro ti sta più a cuore? Chi è stato più difficile delineare?

Sara Purpura: I personaggi della mia storia sono tanti e tutti si muovono all’interno del romanzo con una veridicità che ho fortemente voluto. Ognuno di loro si dispera, ognuno di loro sopravvive, ognuno decide se essere felice e soccombere a una realtà criminale, fatta di decisioni sbagliate e destini che sembrano ineluttabili. In Ladro di origami c’è la vita di certi quartieri ai margini, dimenticati o tollerati. In Ladro di origami c’è il potere del riscatto e della resilienza. La mia protagonista, fra tutti, Sofia, è una donna che subisce un certo retaggio culturale che a onor del vero non è solo della Sicilia, e che è vittima di uno stupro. Sofia è una scarpetta rossa e ciononostante rimane così libera e ribelle, tanto forte da custodire in sé, non solo la potenza della dignità e dell’amor proprio, ma anche il dono del perdono verso chi l’ha ferita. Credo possa essere da sprone per molte donne, ma è stato emotivamente difficile scrivere di lei.

 

I.P.D.C:: Palermo è una città che conosci, la tua città, è la trama si dipana in un contesto oggettivamente difficile, non solo criminale, ma anche di retaggio culturale, in che modo hai saputo approfondire la psicologia dei protagonisti, ma anche dei personaggi secondari? Hai preso spunto da fatti che conoscevi o è tutto frutto della tua fantasia?

Sara Purpura: Fortunatamente, non ho esperienza diretta di ciò che ho narrato, ma è sicuramente un contesto che conosco bene. Credo che il punto di forza di “Ladro di origami” sia quello di essere una storia di facile immedesimazione. Non solo della Sicilia, non solo di Palermo, ma di qualsiasi zona popolare e di periferia. Chissà quanti Marco e quante Sofia ci sono fuori dalle sue pagine e a loro ho voluto parlare. Non è stato difficile entrare nella testa di chi non vuole soccombere alla sopravvivenza. Non è stato difficile capire chi è attaccato invece alla vita. Non ho fatto fatica a mettermi nei panni di una giovane donna costretta a subire, a diventare da vittima a carnefice. Nella mia testa, l’unico dubbio mentre scrivevo era se fosse verosimile che due protagonisti, nati e cresciuti in un contesto di spaccio e criminalità, potessero restare perbene dall’inizio alla fine. Ho deciso di sì. Perché mi sono guardata intorno proprio nelle strade che ho descritto.

 

I.P.D.C.: Chi scrive come noi – ancora di più nel tuo caso visto che puoi arrivare a moltissimi lettori – può attraverso i romanzi sensibilizzare su certe tematiche, come quelle che tu affronti in Ladro di origami, come per esempio il ruolo della donna oggi, la violenza di genere e domestica, la questione giovanile quasi di rassegnazione, in certi contesti, sei d’accordo?

Sara Purpura: Sono assolutamente d’accordo con te e per questo non ammicco mai verso il mercato. So di avere un mezzo potente fra le mani, pertanto lo uso quando sento di avere qualcosa di importante da dire. Qualcosa di positivo che possa arrivare soprattutto ai giovani. I libri hanno una potenza immensa e non per nulla c’è stato un tempo oscuro in cui venivano bruciati. Bisognerebbe tenerlo più a mente.

 

I.P.D.C.: Sofia e Marco, ognuno a modo proprio hanno un riscatto, ti va di parlarcene?

Sara Purpura: Certamente! Sofia e Marco sono due ragazzi piegati dalla vita in maniera indicibile. Nella loro storia ci sono lo stupro, la malattia, la morte, il senso del dovere e della lealtà, c’è l’omertà, certi silenzi che uccidono come il colpo di una pistola, la delusione, l’amarezza, la malinconia e la rabbia. E c’è il perdono. La resilienza, la vendetta, l’amore, l’amicizia e la fratellanza. Il sacrificio, troppi sogni appesi, la volontà ciononostante di realizzarli tutti, la forza di farcela, di sperare, di non rassegnarsi. C’è il diritto che ogni essere umano ha di essere felice e libero. Ho dato loro l’arte come mezzo per oltrepassare limiti. Come ali per volare altrove. E alla fine ce la fanno. Come vorrei che ce la facessero tante altre giovani anime che credono nella vita, affinché non smettano mai di vedere alternative e possibilità di scelta.

 

I.P.D.C.: Voglio aggiungere che, nonostante il romanzo tratti tematiche forti, e in un certo senso sia di denuncia sociale, è anche intriso di amore, l’amore puro dei protagonisti, di scene spicy che sono tanto amate dalle lettrici e ha un potente messaggio positivo. Possiamo considerarlo un romance da questo punto di vista?

Sara Purpura: Sicuramente. “Ladro di origami” è un romance, ma non è solo quello. È come la vita, che non è fatta solo d’amore ma che viene mossa soprattutto da esso.

 

I.P.D.C.: Riguardo agli editori e alle agenzie letterarie, qual è stata la tua esperienza e che consiglio daresti a chi ha un manoscritto che vorrebbe pubblicare?

Sara Purpura: Probabilmente, ho avuto la fortuna di avere la storia giusta nel momento giusto, dopo tanti romanzi pubblicati in self. Da lì in poi, ho continuato a pubblicare per Mondadori senza avvalermi di un agente letterario. Il rapporto che ho con la mia editor è di stima e di fiducia, nonché di sincero affetto, e questo conta senz’altro tantissimo, ma contano anche i numeri e questo aspetto non va mai sottovalutato: i libri vanno venduti. Da quest’anno, dopo sei romanzi pubblicati con editore, ho deciso di farmi rappresentare da un’agenzia seria e motivata e che cosa cambierà me lo dirà soltanto il tempo. Il consiglio che mi sento di dare a chi ha un manoscritto da pubblicare è quello di non avere fretta e di non pensare di avere scritto il libro del secolo. Di scrittori talentuosi e con ottime storie è pieno il mondo. Curate al meglio il vostro romanzo prima di presentarlo a chicchessia e fate un lavoro certosino di ricerca sulle case editrici che trattano il vostro genere. Diffidate dalle ce a pagamento, non è quella la strada. Pazientate, guardatevi intorno, studiate il mercato se volete un’opportunità in più di successo. E poi ho un augurio, che dovreste proprio scindere dal consiglio: restate sempre fedeli a voi stessi e alla scrittura.

 

Sara Purpura citazioni
Sara Purpura citazioni

I.P.D.C.: Autrici e promozione. Molto spesso, chi non è del settore, crede che la promozione di un libro spetti sempre e solo alla casa editrice, ma così non è, di solito. Cosa cambia quando si pubblica con una grossa casa editrice? Tu come affronti questo aspetto?

Sara Purpura: Non cambia quasi nulla. È sempre l’autore che deve promuovere il proprio libro, cercare librerie, organizzare presentazioni e firma copie, spostarsi e utilizzare i social in modo corretto e puntuale. È impegnativo. Va fatto. È compito tuo e nessuno lavora per te in tal senso. A meno che il tuo nome non sia altisonante e famoso, continui a essere soltanto uno dei tanti che prova a fare questo mestiere.

 

I.P.D.C.: Stai già lavorando su qualcosa? Se sì, ci riveli qualcosa, per esempio dove è ambientato o qual è il pubblico di riferimento?

Sara Purpura: Al momento sono in pausa. Non scrivo mai perché devo, per cui tornerò a farlo appena potrò dedicare ogni sforzo emotivo in questa nuova storia che ho già cominciato. Non so ancora se torneremo all’estero o se resteremo in Italia, ammetto di aver subito ormai il fascino del mio Paese. Quello che so per certo è che ci sarà da soffrire. Ormai i miei lettori lo sanno: è nella sofferenza che trovo la chiave per arrivare a loro. Il pubblico di riferimento sarà ancora quello young adult.

 

I.P.D.C.: Grazie per averci svelato qualcosa in più su di te e in bocca al lupo per i progetti futuri.

Sara Purpura: Grazie mille a te e viva il lupo!

 

Written by Irene Pecikar De Colle

 

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