“Il giudice e il bambino” di Dario Levantino: l’incontro tra Paolo Borsellino e Giuseppe Di Matteo
In questa nuovo percorso narrativo, “Il giudice e il bambino”, l’autore Dario Levantino ci guida nuovamente tramite una celata scelta di stile fiabesca che nella semplicità dell’evolversi dei fatti enfatizzerà una realtà cruenta e dolorosa attraverso il contrasto della scelta stilistica, così com’è stato per il precedente romanzo “Il cane di Falcone”.
Chi è il giudice e chi il bambino.
I protagonisti sono il giudice Paolo Borsellino e il piccolo Giuseppe Di Matteo, giovane vittima della mafia ucciso dopo due anni di crudele prigionia, ma dove avviene l’incontro tra i due protagonisti?
In paradiso, quella zona sospesa che rappresenta l’unione tra Dio e l’uomo, infatti giunto in Paradiso Borsellino viene incaricato da Dio di procedere nel “risolvere casi irrisolti”, sospesi e si ritroverà nell’ufficio numero sette, proprio quello delle anime irrisolte: il suo compito è quello di riuscire, entro cinque giorni di cui è a disposizione, a intuire cosa lega alla terra l’anima affidatagli e riconciliarla con ciò che è spezzato- irrisolto.
Questo incarico per Borsellino durerà cinquant’anni, al termine del quale riceverà una ricompensa di grande valore emotivo: una buona uscita che gli consentirà di tornare sulla terra e un’ora a disposizione per incontrare e parlare con la sua amata figlia Lucia, ancora in vita.
“Giuseppe Di Matteo era nato a Palermo il 19 gennaio 1981, lo stesso anno dei Puffi, lo stesso anno dei Predatori dell’arca perduta, solo che la sua storia, a differenza di questi due cult, non ha un lieto fine. Poco si sa della sua infanzia, se non che era un bambino solare e spontaneo, e che suo padre, Santino Di Matteo, era un mafioso, affiliato al clan dei Corleonesi, capeggiato da Totò Riina.”
Tra questi Borsellino affronterà il caso del piccolo Giuseppe, un caso rifiutato da tutti i componenti dello stato celestiale, ma leggendone il faldone di contenuti, Borsellino se ne farà carico con amorevole responsabilità. Inizia questo nuovo racconto di un nuovo viaggio che conduce il lettore a esplorare una storia che poi tutto è tranne che fantastica e si intrecceranno così le vicissitudini dei due protagonisti.
“Il giudice e il bambino” è un viaggio tra le nuvole alla ricerca di risposte e serenità, una serenità sottratta alle vittime per mano della mafia e della malvagità intrinseca dei fatti. La scelta del raggiungimento di questa riappacificazione tra il mondo reale, la vita e il bambino, sarà segnato dall’incontro del giovane protagonista con il suo cavallo, un incontro ricco di valori ed emozioni riuscito per merito del giudice, che potranno così salutarsi e dirsi addio, questo delicato passaggio consentirà al bambino di riconciliarsi con il mondo e ritrovare così la pace perduta, prima di congedarsi dall’amico giudice e appropriarsi del suo posto in cielo.
Un libro che non concede sconti, una scelta comunicativa per raggiungere i ragazzi e approcciarli a un argomento incomprensibile per la violenza che è intrinseca nei fatti e nei protagonisti di questo orrore, protagonisti presenti anche nel precedente romanzo “Il cane di Falcone”, come Totò Riina, personaggi che non hanno niente di fantastico se non la loro irreale crudeltà che nei tempi contemporanei ha assunto solo nuove forme occulte.
“Tanto tempo fa… nel secolo scorso, dico, si è creato un vuoto di potere, Garibaldi, con i suoi Mille, conquistò la Sicilia e la consegnò ai Savoia, piemontesi, così nasceva l’Italia, anzi il Regno d’Italia. Ma nei primi anni dell’Italia unificata i governi furono deboli e lo Stato fu di fatto assente. In questo vuoto di potere nacque la mafia. Potremmo dire che la mafia era un potere cattivo che si sostituiva a un potere sano ma assente.”
Coltivare le basi per un nuovo cammino mano nella mano come i due protagonisti de “Il giudice e il bambino” rappresentati nella copertina per un nuovo cammino di speranza legalità verità per le generazioni future, insieme.
Written by Simona Trunzo
Bibliografia
Dario Levantino, Il giudice e il bambino, Fazi, 2024