“Il fiume della coscienza” di Oliver Sacks: l’attitudine si sviluppa con la lotta?
“Conoscere la mia unicità e la mia antichità biologica, sapere che sono biologicamente imparentato con tutte le altre forme di vita, mi riempie di gioia. Questa conoscenza mi radica, permette che io mi senta a casa nel mondo della natura, che io abbia una percezione del mio significato biologico ‒ qualche che sia il mio ruolo nel mondo degli esseri umani e della cultura.” ‒ tratto da “Il fiume della coscienza” di Oliver Sacks
Le linee guida de “Il fiume della coscienza” sono state tracciate da Oliver Sacks due settimane prima della sua morte, avvenuta a Manhattan il 30 agosto del 2015 (nato il 9 luglio del 1933 a Cricklewood, Regno Unito), lasciando l’incarico a Kate Edgar, Daniel Frank e Bill Hayes di curarne la pubblicazione. Il volume è dedicato a Bob Silvers (Robert B. Silvers, 1929-2017) editore americano e redattore del New Tork Review of Books.
Professore di Neurologia allo Albert Einstein College of Medicine ed alla Columbia University di New York, Olvier Sacks con “Il fiume della coscienza” presenta la vastità della sua conoscenza connessa alla disciplina che insegnava.
Nelle pagine, infatti, scorrono molteplici ed arguti collegamenti con la botanica, chimica, filosofia, psicologia e letteratura. Spicca, però, maggior coinvolgimento per autori come Charles Darwin (1809-1882), Sigmund Freud (1856-1939) e William James (1842-1910) ai quali sono dedicate parti sostanziali del volume come si evince dalla denominazione dei capitoli: Darwin e il significato dei fiori; Velocità; Senzienza. La vita mentale delle piante e dei vermi; L’altra via. Freud neurologo; La fallibilità della memoria; Fraintendimenti dell’udito; Il sé creativo; Una sensazione generale di disordine; Il fiume della coscienza; Scotoma: quando la scienza dimentica e ignora.
Nel corso della lettura ci si imbatte spesso a rimandi alle precedenti pubblicazioni di Oliver Sacks, ad esempio si citano alcuni casi clinici riportati ne “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” (Adelphi, 1986, 16ª ristampa nel 2022), di cui si consiglia vivamente la lettura.
Dal capitolo Fraintendimenti dell’udito nel quale Sacks racconta del suo peggioramento della sordità con relativi simpatici esempi di fraintendimenti delle parole, mi preme mettere in luce l’uso di lapsus linguae in luogo del recente lapsus freudiano che, come spiega l’autore, “Dopo la pubblicazione di Psicopatologia della vita quotidiana di Freud, nel 1901, questi fraintendimenti uditivi, insieme a tutta una gamma di errori di lettura, parola, azione nonché di lapsus linguae, finirono per essere considerati «freudiani», ovvero espressione di sentimenti e conflitti profondamente rimossi. D’altra parte, anche se di tanto in tanto mi capita qualche fraintendimento uditivo non pubblicabile che mi fa arrossire, la grande maggioranza dei casi non ammette alcuna semplice interpretazione freudiana.”
Dal capitolo La fallibilità della memoria mi preme, invece, introdurre un’altra riflessione che associa l’avanzare dell’età con l’affiorare spontaneo di ricordi dell’infanzia, dei quali è difficile aver certezza di autenticità perché spesso un coinvolgente racconto sentito da bambini ‒ o nel caso di Sacks una lettera inviata dal fratello che raccontava di una bomba caduta in giardino ‒ penetra così profondamente da diventare immagine vissuta, false esperienze che presentano una chiara distorsione della memoria.
“È sorprendente rendersi conto, tuttavia, che alcuni dei nostri ricordi più cari possono riferirsi a eventi mai accaduti ‒ o magari accaduti a qualcun altro.”
Il capitolo prosegue con l’analisi della differenza tra la criptomnesia ed il plagio, Sacks enumera alcuni esempi di autori celebri ‒ come ad esempio Mark Twain (1835-1910) e Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) ‒ che, vittime inconsapevoli di criptomnesia, talvolta hanno subito processi giudiziari e la gogna pubblica o violente critiche postume.
“Ho il sospetto che molti dei miei entusiasmi e dei miei impulsi, che mi sembrano in tutto e per tutto miei, possano essere scaturiti da suggerimenti altrui dei quali ho subito, in modo più o meno consapevole, la forte influenza, e che ho poi dimenticato.”
Dei tre autori sopracitati ai quali Sacks dedica numerose riflessioni spicca l’entusiasmo per la vera passione di Charles Darwin alla quale dedicherà tutta la sua vita: la botanica. Infatti, il primo capitolo, Darwin e il significato dei fiori, è un vero e proprio percorso nel meticoloso lavoro di ricerca botanica di Darwin nel quale si scopre anche la predilezione per le orchidee e per le piante carnivore come ad esempio la drosera. Francis Darwin descrive l’intento teorico del padre con queste parole: “[era] come se traboccasse di energia teorizzatrice pronta a riversarsi, alla minima scossa, in qualsiasi canale, così che nessun fatto, per quanto piccolo, poteva evitare di liberare un flusso di teoria.”
Con l’augurio che questo breve articolo vi abbia incuriosito sino al punto di acquistare il libro per una attenta lettura si cita un’utile considerazione, tratta dal capitolo Scotoma[1]: quando la scienza dimentica e ignora, sulla storia della scienza e sui comportamenti degli scienziati, valida per qualsiasi campo dello scibile umano: “La storia della scienza e della medicina deve gran parte della sua struttura alle rivalità intellettuali che spingono gli scienziati a confrontarsi sia con anomali, sia con ideologie profondamente radicate. Tale competizione, nella forma di un dibattito e di un processo aperti e diretti, è essenziale per il progresso scientifico. Questa è la scienza «pulita», in cui la competizione in un clima di amicizia o colleganza incoraggia il progredire della conoscenza; vi è tuttavia anche molta scienza «sporca» in cui la competizione e la rivalità personali diventano forze maligne o ostruttive.”
“Ogni attitudine deve svilupparsi attraverso la lotta.” – tratto da “La filosofia nell’epoca tragica dei Greci” di Friedrich Nietzsche
Written by Alessia Mocci
Note
[1] Il termine scotoma deriva dal greco σκότωμα con il significato di ottenebramento (da σκότος, oscurità). In psichiatria viene impiegata per denominare le zone d’ombra della memoria.
Bibliografia
Oliver Sacks, Il fiume della coscienza, trad. it. di Isabella C. Blum, Adelphi, 2024
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