“Elogio dell’inconscio” di Massimo Recalcati: fare esperienza del limite

“Come agire per reintrodurre l’esperienza soggettiva del limite come condizione per l’esercizio del desiderio in un contesto sociale che invece incentiva il consumo illimitato degli oggetti di godimento?” ‒ tratto da “Elogio dell’inconscio”

Elogio dell’inconscio di Massimo Recalcati
Elogio dell’inconscio di Massimo Recalcati

Cercare l’esperienza del limite in un saggio intitolato “Elogio dell’inconscio” pare quasi un controsenso vista la condizione di “illimitato” che si è soliti riferire all’inconscio. Eppure Massimo Recalcati ha le sue motivazioni e non sono solo di carattere individuale bensì sociale.

Pubblicato da Castelvecchi, il libro vede nel 2024 una edizione aggiornata rispetto alla prima del 2007, infatti presenta al pubblico dei lettori due diverse introduzioni nelle quali si potranno vedere le differenze sostanziali fra le due pubblicazioni.

Quanto è cambiata la società dal 2007? Quanto il rapporto con la nostra “personalità”? E perché è necessario elogiare l’inconscio ed introdurre nuovamente il concetto di limite di contro al consumo che pare non essere soggetto a confine ?

“Elogio dell’inconscio” lancia un allarme per il preoccupante principio di prestazione divenuto comandamento sociale che si basa sui consensi sui social network (like) e che, per il loro carattere effimero, non recano una “reale” felicità ma solo un apparente appagamento momentaneo.

“L’adattamento al sistema implica un’idea omogenea di felicità che deve essere condivisa socialmente senza lasciare alcuno spazio alla critica. L’iperattivismo euforico che pervade il discorso capitalista disegna una forma inedita di umanità che vorrebbe scongiurare il disagio e la sofferenza in nome di un benessere il cui diritto non può essere contestato.”

“Elogio dell’inconscio” è suddiviso in dodici capitoli, dodici argomenti con i quali Massimo Recalcati discute repliche e critiche rivolte agli psicoanalisti.

Ogni argomento è principiato da una domanda che guida il discorso, ad esempio nel Terzo argomento intitolato “Critica al principio di identità” si legge: “Cosa significa che l’io non è padrone nemmeno in casa propria? Perché per la psicoanalisi la malattia è un effetto del rafforzamento dell’identità più che quello di un suo indebolimento?”; nel Quarto intitolato “Una responsabilità radicale” si legge: “Cosa significa essere responsabili dopo Freud, dopo l’invenzione dell’inconscio? Come posso essere responsabile di ciò che non governo? L’inconscio diventa un alibi o radicalizza la mia responsabilità?”; nel Sesto intitolato “Critica alle ideologie della liberazione” si legge: “Perché il desiderio inconscio non ci autorizza all’ideale di una liberazione senza castrazione? Perché non può essere un desiderio senza Legge?”; nell’Ottavo intitolato “Una diversa concezione della cura” si legge: “Perché la cura psicoanalitica non si può ridurre a un recupero del funzionamento normale della macchina del corpo o del pensiero? Perché la cura psicoanalitica è una cura diversa dalle altre?”; nel Decimo intitolato “L’inguaribile” si legge: “Qual è lo scandalo che la psicoanalisi solleva con il concetto di pulsione di morte? Perché il sintomo è una formazione di godimento? Perché la vita non vuole il suo Bene?

Recalcati mostra le sue risposte a domande cogenti dell’umanità seguendo una chiave interpretativa basata sulle intuizioni di Sigmund Freud e Jacques Lacan.

“La psicoanalisi afferma che senza esperienza del limite vi sia solo la dissipazione del godimento che distrugge ogni attività sublimatoria; vi sarebbe, in una formula sintetica, forma senza forma. Questa nuova responsabilità che investe il discorso educativo, ovvero la responsabilità di sostenere un “no!” che sia un vero “no!”, entra in contrasto con il programma dominante, di tipo perverso, che caratterizza la Civiltà attuale.”

Il saggio è di grande interesse anche e soprattutto per i “sostenitori” di Carl Gustav Jung perché ciò che accomuna queste due correnti è l’avanzata della scuola cognitivo-comportamentale.

Massimo Recalcati citazioni
Massimo Recalcati citazioni

Talvolta è tra simili che si pone distanza, così come accadde tempo fa a due amici e colleghi, Freud e Jung. Ma volgendo lo sguardo altrove si potrà scorgere il vero pericolo della psicoanalisi che non si materializza propriamente nell’attribuzione di significato di una parola, di un sintomo o dell’interpretazione dei sogni ma bensì nella negazione dell’efficienza della terapia in nome di un uso smodato di farmaci che non “risolvono/mettono in luce” ma “occultano/mettono in pausa”.

Il compito della psicoanalisi, oggi, è di riunificare quel rapporto di amicizia conclusosi nel primo decennio del Novecento? È possibile per i figli appianare le controversie dei padri?

 

Written by Alessia Mocci

 

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