“Mindhunter” di John Douglas con Mark Olshaker: come capire i serial killer

Mindhunter significa, letteralmente, cacciatore di menti e, John Douglas, è uno dei migliori nel suo campo.

Mindhunter di John Douglas con Mark Olshaker
Mindhunter di John Douglas con Mark Olshaker

Dice Donato Carrisi nella prefazione: “La sua intuizione è dirompente: per capire come funziona la mente di un serial killer in attività, bisogna parlare con quelli già dietro le sbarre. Mettersi al loro livello”.

Douglas è in pratica il padre del criminal profiling dell’FBI, il metodo usato per dare la caccia e catturare la maggior parte dei serial killer in azione.

Nel saggio ci racconta la sua storia, la sua vita, senza nascondere nulla, parlandoci sia dei suoi successi che degli insuccessi.

Come ha perso la famiglia, sempre per colpa del lavoro; di come sia stato poco vicino ai suoi figli, per salvare altri figli. Il prezzo che ha dovuto pagare.

Voleva fare il veterinario, invece, dopo una gioventù da scapestrato, è quasi come se il lavoro abbia scelto lui.

“Arrestare i delinquenti andava benissimo, ma presto scoprii che a interessarmi erano soprattutto i processi mentali che stavano alla base dei reati”.

Ha un innegabile talento, quello di immedesimarsi sia nella vittima che nel criminale. La domanda primaria a cui rispondere è: “Che genere di persona può aver commesso un’azione simile? La risposta a questo interrogativo può essere dolorosa, ma il nostro lavoro consiste appunto nel trovarla”.

“Da sempre gli uomini si rendono colpevoli di violenza contro coloro che amano, o dovrebbero amare”.

E proprio da questo genere di amore insano, malato, nascono i mostri. Nessuno nasce cattivo, lo diventa.

“Venticinque anni di osservazione mi hanno insegnato anche che criminali si “diventa” più di quanto non si “nasca”, e ciò significa che a un certo punto della loro vita questi individui sono stati esposti a un’influenza profondamente negativa. Ecco perché credo che insieme con più polizia, più denaro e più carceri, ci sia anche bisogno di più amore”.

Questa osservazione mi trova assolutamente concorde e, l’unica cosa che mi disturba del pensiero di Douglas è che sia un sostenitore della pena di morte.

Capisco che si è trovato ad affrontare crimini che nemmeno possiamo immaginare; ma una persona con la sua sensibilità e capacità, che riesce a comprendere come tutto ciò sia possibile e come, da sempre, l’essere umano ha avuto a che fare anche con la sua parte oscura; possa cedere alla sconfitta della pena di morte.

Secondo il mio punto di vista so perfettamente che i serial killer sono una tipologia di criminale che non può essere recuperata. Tutti loro, nonostante siano in grado di intendere e volere, hanno comunque una psicopatia. Vanno assolutamente fermati e messi in condizione di non potere reiterare più le loro fantasie malate. Ma possono essere una grande risorsa per studiare la loro patologia e per aiutare le forze dell’ordine nella cattura di altri come loro. Lo stesso Douglas ce lo insegna.

Attraverso diversi crimini ci porta nel suo mondo e ci spiega come sia stato possibile catturare questo o quel serial killer.

John Douglas - citazione
John Douglas – citazione

Ci parla anche del tracollo che ha avuto, quando a trentotto anni, una lesione ed emorragia del lato destro, gli ha prodotto una encefalite virale, causata o complicata da stress e da un generale stato di debilitazione. Probabilmente il prezzo più alto che ha dovuto pagare per fare il suo lavoro.

L’ironia, tratto distintivo del suo carattere, lo ha aiutato spesse volte a resistere e a proseguire.

Un saggio che può interessare soprattutto chi, come me, ha voglia di capire qualcosa di più dei serial killer e di coloro che spendono la loro vita per dargli la caccia.

Un intreccio che porta persone distanti fra loro, per vite, intenti, sentimenti, a vivere su binari paralleli fino alla cattura.

 

© 2022 TEA
ISBN  978-88-502-5943-4
Pag. 381
€ 10,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

 

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