“Botero. Una ricerca senza fine” documentario di Don Millar: il segreto per crescere è confrontarsi

“Un artista è attratto da certi tipi di forme senza saperne il motivo. Prima adotto una posizione per istinto, e solo in un secondo tempo cerco di razionalizzarla o anche di giustificarla.”

Botero. Una ricerca senza fine documentario di Don Millar
Botero. Una ricerca senza fine documentario di Don Millar

A illustrare la vita e le opere di Fernando Botero, artista di origini colombiane, è un documentario dal titolo Botero. Una ricerca senza fine.

Realizzato dal regista Don Millar, nel documentario viene tracciato un profilo quanto mai interessante di un pittore dall’acclamata singolarità, grazie anche all’intervento di critici e di esperti d’arte. Consentendo così allo spettatore di conoscere la figura, da un punto di vista umano e professionale, di un artista celebrato nonostante la sua produzione artistica non sia stata sempre di facile accettazione; in virtù della sua diversità rispetto ad altre espressioni artistiche.

Nell’arte il segreto per crescere è confrontarsi. Un’esposizione in un museo è una opportunità per confrontare un’opera con un’altra che è sempre la migliore lezione di pittura. Occorrono occhi freschi, liberi da ogni pregiudizio. Fortunatamente l’arte ha una grande dote, quella di essere inesauribile. È un processo senza fine, nel quale non si smette mai di imparare.”

Scomparso nella sua casa di Montecarlo il 15 settembre 2023, Fernando Botero nasce a Medellin (Colombia) il 19 aprile nel 1932. Come riferito da alcune fonti, si racconta che il pittore, fin da piccolo, sia attratto dalle illustrazioni della Divina Commedia che gli offrono l’ispirazione per intraprendere il mestiere dell’artista.

È a Bogotà che ha inizio la carriera di Botero, città che grazie alla sua attività di illustratore presso un giornale locale, gli riconosce ampie potenzialità creative. Metropoli a cui rimarrà sempre legato, anche se l’Italia diventa la sua patria di adozione, quando stabilisce la sua residenza a Pietrasanta, dove ama risiedere per lunghi periodi. Anche per la vicinanza della cittadina toscana alle cave di marmo delle Alpi Apuane.

È il 1952 l’anno in cui partecipa al Salone degli artisti colombiani, posizionandosi al secondo posto, e investendo il denaro ricevuto in premio in un viaggio di studio in Europa. È questa l’occasione per Botero di visitare il Museo del Prado di Madrid, dove scopre le opere di Francisco Goya e Tiziano. Anche Parigi gli apre le sue porte con i suoi numerosi musei e le avanguardie francesi dell’epoca.

Arrivato in Italia, Fernando Botero si accosta alle maggiori opere del Rinascimento italiano; sono soprattutto Giotto e Andrea Mantegna a ispirare il pittore, riproducendo alcune copie dei loro capolavori.

Tornato in Colombia nel 1955 per sposare la prima moglie, sono molte le critiche che gli piovono addosso in seguito all’esposizione delle sue opere, la cui comprensione, all’epoca, pare non essere degna di nota.

Decide quindi di trasferirsi in Messico, paese che gli suggerisce grande creatività, che prende forma nel suo personale modo di esprimersi, con singolari modelli pittorici che danno al suo stile una caratteristica ben definita.

Nel 1958 è nuovamente in Colombia perché gli viene assegnata la cattedra di pittura presso l’Accademia di Bogotá. Ed è nello stesso anno che espone le sue opere presso la Gres Gallery di Washington, dove ottiene un importante successo di critica e di vendite. A cui segue però un periodo di precarietà che lo porta ad abbandonare il suo paese, a causa delle contestazioni che critica e pubblico non gli risparmiano.

È il 1961 quando il museo di arte moderna di New York acquista la sua versione della Monna Lisa all’età quattordicenne, anche se la mostra non suscita l’interesse che Botero si era auspicato.

A quel punto, è ancora la Grande Mela ad accogliere il pittore che stabilisce la sua residenza nell’East Side, appassionandosi allo studio del Rubens e delle sue opere, e dove si conferma con il suo stile dalle forme plastiche esageratamente voluminose.

Nel 1966 raggiunge l’Europa dove viene allestita una sua mostra personale, che ottiene ampio apprezzamento da parte del pubblico. Nel frattempo, intorno alla metà degli anni Settanta, trasferitosi a Parigi, si dedica anche alla scultura. Per tornare quindi in Italia, fermandosi a Pietrasanta, città in cui realizza due affreschi a tema religioso nella chiesa della Misericordia.

Nel 1974 è un grave lutto a destabilizzare la vita del pittore, a causa di un incidente stradale che gli porta via il figlioletto Pedrito di soli 4 anni. L’immenso dolore per la perdita non gli dà pace, portandolo a fare del piccolo il protagonista di molti suoi lavori.

“Credo che l’arte debba dare all’uomo momenti di felicità, un rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana. Invece gli artisti oggi preferiscono lo shock e credono che basti provocare scandalo. La povertà dell’arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo.”

La caratteristica più evidente dei lavori di Botero, come già sottolineato, è la dilatazione dei suoi soggetti dotati di attributi insoliti e non corrispondenti alle dimensioni reali, ma amplificati in maniera abnorme. E raffigurati in maniera dettagliata, sottolineando ogni particolare pittorico con estrema cura.

Le sue opere, talvolta enigmatiche e in certi casi inquietanti, comprese in un’atmosfera sospesa, sono in molti casi uno spaccato della realtà quotidiana, con la raffigurazione di persone comuni, dalle sagome rotonde e voluminose, inserite nella loro quotidianità.

Ballerini, musicisti, cantanti, tutti rappresentativi di un’umanità dalle forme piene e morbide che sottolinea la condizione umana. Oltre che a voler accentuare le differenze esistenti fra le persone, nonché la varietà di tipi diversi, Botero coglie l’essenza della realtà in cui si muovono i suoi personaggi, spesso satura di contraddizioni e pervasa talvolta da un velo di malinconia.

Le rappresentazioni pittoriche del pittore colombiano avvengono in assenza di ombreggiatura, per non sporcare la purezza del colore. Così, come sottolineato dallo stesso durante un’intervista inserita nel docufilm Botero. Una ricerca senza fine.

Una lettura che si presta all’interpretazione delle opere di Botero è di uno stigma della società contemporanea, con raffigurazioni di eventi storici e politici illustrati con una sorta di ironia, portati alla luce attraverso la sua arte, e realizzati ad hoc con l’intento di far riflettere lo spettatore sull’umanità in senso universale.

È dunque una grande versatilità artistica che si può riscontrare nella produzione del pittore colombiano, grazie anche alle diverse tecniche da lui sperimentate. Versatilità, che gli ha permesso di comunicare il suo pensiero e la sua idea di concepire il fare artistico in modo singolare e dallo stile inconfondibile.

Considerato uno dei principali esponenti dell’arte latino-americana contemporanea, Botero denota la capacità di rapportarsi con i suoi estimatori attraverso una tecnica originale, diventata iconica, portando l’arte all’attenzione anche di coloro che non partecipano al dibattito artistico. Ed è propria questa sua prerogativa che dà la cifra del ruolo significativo ricoperto da Botero nel panorama artistico internazionale.

La sua importanza non è soltanto per l’elaborazione di figure così riconoscibili che si fanno modelli per interpretare una critica alla società, ma l’impatto maggiore che ha avuto, e continua ad avere, è sull’identità latino-americana, influenzando la cultura popolare. Lasciando un’impronta destinata a perdurare a lungo nel panorama artistico mondiale, tanto da essere un punto di riferimento per le future generazioni.

Da instancabile innovatore quale è stato durante la sua lunga carriera, Botero ha lavorato ininterrottamente per perfezionare il suo modo di esprimersi con tematiche che vanno dalla religione alla vita circense fino al fenomeno della corrida, sottolineando ogni dettaglio con perizia     pittorica. In sintesi, si può affermare che Botero ha saputo trasferire concetti importanti, che danno la misura del suo fare arte, attraverso un’abilità artistica non accessibili a tutti.

“La cosa più terribile per un artista riguardo all’idea della morte è sapere che non potrà più dipingere.”

Riconosciuto come una figura d’artista fra le più significative e influenti del suo tempo, oggi, l’opera di Botero, costituita da un bagaglio di pittura, scultura e di numerosi disegni, è celebrata nel mondo. Tanto che la sua scultura ‘Man on horse’ è stata venduta all’asta da Christie’s, nel 2022, per una cifra che supera i quattro milioni di dollari.

Accanto a Gabriel García Márquez, Fernando Botero è il più celebre e omaggiato esponente dell’attuale patrimonio culturale colombiano.

“Voglio morire come Picasso, che all’età di 93 anni, dopo aver dipinto un quadro andò a lavarsi i denti alle due del mattino e cadde morto. Noi pittori non andiamo mai in pensione.”

Fernando Botero - citazioni
Fernando Botero – citazioni

Il documentario presente in streaming sulla piattaforma NexoPlus (della Nexo Digital) Botero. Una ricerca senza fine ha il pregio di offrire un ritratto, profondo e inedito, di un artista considerato un pilastro del mondo dell’arte.

A confermare tale giudizio sono interventi di storici, di accademici e di curatori d’arte, i quali hanno rimarcato la creatività e la poetica di una delle personalità più significative dell’arte contemporanea.

Bisogna descrivere qualcosa di molto locale, di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere compresi da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso di profondamente religioso legato alla mia realtà, per poter essere universale.”

 

Written by Carolina Colombi

 

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