Viaggiare a Genova: un intenso percorso nella città verticale

“Abitano una terra aspra e povera, perciò sono costretti a enormi fatiche per ricavarne a stento pochi frutti. Ne deriva che sono di corporatura asciutta e vigorosa grazie al continuo esercizio fisico…” ‒ Diodoro Siculo

Genova viaggio
Genova viaggio

Definita ‘città verticale’ in virtù del suo sviluppo urbanistico che dal mare si inerpica verso le colline, la città di Genova si affaccia sul Mar Ligure in posizione centrale rispetto al golfo omonimo. Città marinara dal passato importante, è ‘nell’andar per mare’ che fin dai tempi più remoti i suoi abitanti hanno trovato il loro punto di forza. Ed è proprio dal mare, come recita il cantautore genovese Ivano Fossati, che si può godere di una suggestiva vista panoramica della città, la quale si presenta in un mix di antico e moderno.

Situata tra la costa e l’Appennino ligure, che ne delinea il naturale confine con il Piemonte, il suo territorio si sviluppa con caratteristiche paesaggistiche e ambientali diverse fra loro: dal mare ci si può spingere verso l’interno fino a raggiungere rilievi anche di una certa quota.

“Ho cercato di andare a visitare tre gallerie di quadri famosi in via Balbi. Siccome i proprietari hanno la bella abitudine di abitare negli appartamenti dove sono i quadri, bisogna ripassare diverse volte; e spesso l’impazienza che desta in me il rifiuto altezzoso dei valletti mi toglie la gioia davanti ai quadri. I ricchi di Genova occupano quasi sempre il terzo piano per poter vedere il mare. I gradini delle scale sono di marmo ma quando, dopo aver salito cento di quei gradini, un valletto, dopo avevi fatto aspettare un quarto d’ora viene a dirvi: “sua eccellenza è ancora nella sua stanza, ripassi domani”, è permesso avere uno scatto d’umore, soprattutto quando si deve ripartire la sera…”  ‒ Stendhal

Il periodo d’oro genovese è il secolo XVI, durante il quale il capoluogo ligure diventa una potenza navale e commerciale. Ma le sue origini, raccolte con dovizia e ricostruite grazie alle tracce rinvenute, alcune anche della civiltà etrusca, affondano in tempi lontani attraversando varie epoche, le quali ne hanno plasmato l’identità.

Si ha notizia di un primo insediamento in epoca neolitica (V-IV millennio a.C.), probabilmente da parte dei liguri, popolazione autoctona appartenente a uno dei ceppi più antichi di gente italica. Che in seguito, tra il VII e il VI secolo a. C., gettano le fondamenta di quella sarà genua, poi Genova, che dal colle del Castello (oggi Piazza Cavour) domina il porto. Per diventare poi, sotto il dominio di Roma, il principale porto della Gallia Cisalpina. È il 218 a. C. quando è un importante punto di approdo per Cornelio Scipione, che deve affrontare l’invasione di Annibale; per venire poi distrutta dai cartaginesi intorno al 205 a. C.

Dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (476 d. C), Genova viene conquistata dai Goti e in seguito dai Franchi. Per essere poi, intorno al 935 d.C., attaccata e saccheggiata dai Saraceni.

In difesa della città i genovesi costruiscono mura difensive davvero possenti, i cui resti sulle alture della città sono visibili tutt’oggi, al fine di vigilare sulle incursioni dei Saraceni. Periodo in cui, in sinergia con i pisani, cacciano i saraceni da Genova e dalla Corsica.

La prima crociata (1096-1099) vede Genova partecipare con l’invio di navi per il trasporto di viveri e soldati. Sarà l’occasione per gettare le basi per intraprendere scambi e rapporti commerciali con l’Oriente. Se in precedenza Genova ha agito in accordo con Pisa, nel 1284 si scontra con la stessa nella battaglia della Meloria da cui uscirà vittoriosa. Sarà invece sconfitta durante gli scontri con Venezia nella battaglia di Korcula. Per piegarsi poi, intorno al XIV secolo, al dominio di Milano e della Francia. Sconfitta da Venezia nella battaglia di Chioggia, (1378-1381), sarà grazie all’ammiraglio Andrea Doria, dopo essere stata coinvolta nelle lotte franco-spagnole per il predominio sull’Italia, che Genova diventerà Repubblica autonoma.

Nel corso del ‘500 e del ‘600, le attività mercantili di Genova diminuiscono drasticamente: sono molti gli scali che perde in Oriente, e la sua importanza economica viene meno in seguito alla scoperta dell’America, che vede i principali commerci spostarsi sulle rotte dell’Oceano Atlantico.

Nel 1805 entra a far parte dell’Impero napoleonico, mentre nel 1815, dopo il Congresso di Vienna è assegnata al Regno di Sardegna. Durante il Risorgimento italiano (XVIII-XIX secolo) Genova gioca un ruolo significativo per l’unificazione dell’Italia. Che, da paese frammentato soggetto al dominio straniero, diventa nazione. Coinvolta in modo attivo nel movimento risorgimentale, Genova beneficia della presenza di Giuseppe Mazzini, patriota e sostenitore dell’unità d’Italia, che nel 1849 proclama la Repubblica di Genova, in un tentativo di autonomia andato fallito. Mentre Giuseppe Garibaldi, altro protagonista del Risorgimento, guida la spedizione dei Mille partendo da Genova Quarto. Anche il periodo della Resistenza al nazifascismo vede la città coinvolta attivamente con la formazione di gruppi partigiani. Fino al 1945 quando, per liberare la città, i partigiani si uniscono alle forze alleate.

“Il primo Palazzo che ho visto è stato il Palazzo Brignole, facciata rossa, scalone di marmo. Le statue non sono grandi come in altri palazzi ma la manutenzione, i mosaici dei pavimenti e soprattutto i quadri lo rendono uno dei più ricchi di Genova.” Gustave Flaubert

Palazzi dei Rolli - Genova - Palazzo Rosso - Photo by In viaggio con Monica
Palazzi dei Rolli – Genova – Palazzo Rosso – Photo by In viaggio con Monica

L’assetto urbanistico della città, nonostante sia cresciuta disordinatamente verso l’entroterra, mantiene le caratteristiche di città verticale con il centro storico, risalente all’epoca medievale, fra i più estesi e antichi d’Europa. A confermarlo è un dedalo di vicoli stretti, in alcuni casi strettissimi, detti ‘carruggi’, che insieme alle antiche mura a protezione della città fanno di Genova una città dal fascino singolare. Oltre a elementi risalenti all’epoca medievale, sono anche le tracce rinascimentali e barocche a testimoniare l’importanza economica e mercantile, di cui si diceva poc’anzi, che Genova ha avuto nel XVI secolo. Elementi che si possono rintracciare nei Palazzi dei Rolli, eleganti dimore di epoca rinascimentale, un tempo alloggi di banchieri e mercanti in uso alle antiche famiglie gentilizie.

I quali rappresentano un innovativo piano urbanistico: fra i primi in Europa a rispondere a un progetto di rappresentanza per le delegazioni straniere in visita a Genova.

I Palazzi dei Rolli, costruiti con materiali pregiati e finemente fregiati a stucco oppure affrescati, con i loro interni sfarzosi si presentano con scale monumentali e fini decorazioni.

All’esterno, invece, fanno sfoggio di logge e cortili, giardini e ninfei. Sviluppati lungo la via Giuseppe Garibaldi, un tempo Strada Nuova, definita dal Rubens emblema di grandiosa modernità. E modello di modernità Strada Nuova lo è per davvero, da un punto di vista architettonico, allora come adesso; è considerata, infatti, una delle più interessanti al mondo, anche per il suo affaccio sul centro storico della città. Oggi, i Palazzi dei Rolli non sono più le cinquecentesche dimore nobiliari; spesso sono aperti al pubblico che può godere dei preziosi affreschi custoditi e delle collezioni d’arte, in un tripudio di rara magnificenza artistica dei loro interni. Fra i molti Palazzi compresi nei Rolli, i più noti ai turisti, agli appassionati d’arte e ai genovesi sono Palazzo Bianco e Palazzo Rosso collegati a Palazzo Tursi attraverso un percorso ricco e suggestivo. In Palazzo Rosso trovano spazio le sale delle stagioni, affrescate da Gregorio De Ferrari e Domenico Piola, eccellenti esponenti del barocco genovese. Ma non solo genovesi a Palazzo Rosso; anche pittori italiani altrettanto celebri e di uguale bravura, seppur con modi e tecniche pittoriche di diverso tenore. Si ricordano il Veronese, Orazio Gentileschi, Guido Reni e il Guercino, ai quali si accostano anche un certo numero di artisti stranieri quali Durer, Van Dick, Rigaud. In Palazzo Bianco, di origine cinquecentesca e poi ricostruito nel ‘700, considerato la principale pinacoteca ligure, si trovano opere di fiamminghi del secolo XV e oltre, quali Rubens, Van Cleve e altri pittori non meno importanti di quelli citati. Anche qui, accanto a italiani illustri quali Caravaggio, Lippi e Procaccini, trovano spazio alcuni genovesi celebri. Infine, due dipinti di scuola veneziana di Bordon, e per concludere con enfasi La Maddalena Penitente del Canova. Con Palazzo Tursi, dall’elegante architettura manierista, un tempo residenza privata costruita all’interno delle mura cittadine cinquecentesche, prosegue un percorso artistico espositivo con opere d’arte decorativa e applicata: arazzi, ceramiche, raccolta di monete, pesi e misure dell’antica Repubblica di Genova. E per finire, un oggetto prezioso più di altri: il violino appartenuto a Niccolò Paganini, il Guarneri del Gesù, da lui definito “il cannone” per la potenza del suo suono.

Del Palazzo Pallavicino, compreso nei Rolli, si potrebbe dire molto, solo un accenno ai suoi stucchi, che insieme ai soffitti affrescati sontuosamente sono talmente eleganti da lasciare lo spettatore anch’esso di stucco. A seguire, altri e numerosi palazzi d’epoca che hanno dato a Genova la connotazione non solo di città di navigatori e mercanti, ma anche di sapienti pittori e collezionisti d’arte.

Oltre a essere uno scrigno d’arte, Genova è anche altro, molto altro. Alzando lo sguardo, in prossimità del porto, si può distinguere la Lanterna; simbolo manifesto di Genova, che con i suoi 77 metri è il faro più alto del Mediterraneo. Mentre, in pieno centro città, trova spazio il Palazzo Ducale, un tempo sede del dogato dell’antica Repubblica; anch’esso simbolo cittadino è uno dei principali edifici storici. Oggi ospita mostre d’arte e convegni nelle sale del Maggior e del Minor Consiglio. A proposito degli edifici religiosi di cui Genova è ricca, da ricordare è innanzitutto Il Duomo. Realizzato in stile gotico, dedicato a San Lorenzo, è custode della reliquia di San Giovanni Battista, patrono della città; al suo interno sono presenti affreschi di Bernardo Castello e di Luca Cambiaso. Mentre la sua facciata si presenta con la caratteristica decorazione a strisce bianche e nere.

La basilica della Santa Annunziata del Vastato, in Piazza della Annunziata, è di origine medievale, mentre nel suo interno, in stile barocco, sono custodite opere dei principali esponenti del barocco genovese, Bernardo Strozzi, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari e Gioacchino Assereto.

Fra le chiese più antiche di Genova da ricordare è la basilica di San Siro, in pieno centro storico, il cui interno custodisce l’opera di Orazio Gentileschi Annunciazione, oltre a lavori di pregio di artisti dell’epoca. La Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano, altro gioiello genovese, è stata progettata dall’architetto Galeazzo Alessi in stile rinascimentale; anch’essa contiene elementi artistici di notevole valore. Santa Maria delle Vigne, anch’essa situata nel comprensorio del centro storico, è un esempio di chiesa in stile romanico ed è anch’esso un edificio vetusto fra quelli presenti in città; subì poi una trasformazione in stile barocco, conservando il campanile e il chiostro del XII secolo. Al suo interno sono presenti opere di artisti liguri del XVI e XVII secolo. Santa Maria di Castello è un edificio edificato sulla collina di Castello a partire dal 658 d. C. Accanto ad essa si trova il convento che ospita un museo con opere di importanti artisti liguri del Seicento. Ai piedi della collina di Castello è situata la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che gode di una struttura romanica del XIII secolo. La chiesa di San Matteo, situata in prossimità di Piazza De Ferrari, con il suo importante chiostro, situati sull’omonima piazza e nati come cappella gentilizia della famiglia Doria, insieme agli altri edifici religiosi fa di Genova una città anche di devozione. Poi ampliata e decorata conserva l’impianto medievale, con affreschi di Luca Cambiaso e Bernardo Castello situati al suo interno. La chiesa di San Pietro in Banchi, commissionata dalla Repubblica di Genova nel 1580, quale voto per la fine di un’epidemia, gode di una posizione sopraelevata.

Dovuta al fatto che la sua costruzione è stata finanziata tramite l’affitto delle botteghe situate al di sotto di essa. La Commenda di San Giovanni di Prè è un complesso costruito come ricovero per i pellegrini di passaggio per la Terrasanta ed è sviluppata su due livelli. Nel quartiere di Struppa, zona periferica rispetto al centro, si trova la chiesa di San Siro di Struppa, principale esempio di architettura storica della Valbisagno. Contiene un polittico, raffigurante San Siro, attribuito a Pier Francesco Sacchi. La presenza di edifici religiosi storici sia in città che in periferia è piuttosto nutrita, e va oltre a quelli già citati. Difficile elencarli tutti.

“Le tenute a giardino, fra edifici e edifici… con le viti che formano arcate verdi, coi boschetti di aranci e con gli oleandri fioriti…” Charles Dickens

Degni di nota sono i vari belvedere siti in diverse zone della città. Punti d’incontro davvero interessanti, di genovesi e non, permettono al visitatore di volgere uno sguardo d’insieme sulla città da una prospettiva davvero suggestiva. Da Spianata Castelletto, terrazza naturale raggiungibile con un ascensore che dal centro si inerpica verso l’alto, al belvedere di Carignano, quartiere dominato dalla basilica rinascimentale di Santa Maria Assunta. Da aggiungere ai principali luoghi di interesse genovese sono la casa di Giuseppe Mazzini, e la casa di Cristoforo Colombo, o quel che ne rimane, situate entrambe in centro città. Altro luogo di assoluta inclusione è il Porto Antico, luogo di incontro e di svago dove si tengono eventi di interesse pubblico e a scopo turistico. È del 1992 l’anno di ristrutturazione di questa parte del porto, dove trova spazio sia l’Acquario, come la biosfera… progettata dall’architetto genovese Renzo Piano. Oltre al Bigo, ascensore panoramico, che permette ai visitatori una visuale a 360 gradi sulla città.

Genova - Boccadasse - Photo by Hotelmix
Genova – Boccadasse – Photo by Hotelmix

Altro elemento rappresentativo della città è il litorale genovese con le riviere di Levante e di Ponente; entrambe disseminate di cittadine prospicienti il mare, che si prestano a bagni di sole e di mare per residenti e turisti di ogni età. Fra questi, come non ricordare Boccadasse, borgo pittoresco poco lontano dal centro, decantato da Andrea Camilleri come da Gino Paoli, si affaccia su di una suggestiva spiaggia di ciottoli con le sue casette variopinte. A proposito dell’attività turistica ligure e nello specifico di quella genovese, si può affermare che è un’attività fiorente e redditizia, grazie anche al clima mitigato della regione. Ed ha radici nel lontano ‘800, quando a scopo prettamente turistico, si sviluppano i primi centri costieri delle due riviere.

“Sono impavidi. E forti in tutte le circostanze dove si richiede abilità e coraggio. Navigano il Mar di Sardegna e il Mare Libico su imbarcazioni più semplici delle zattere, del tutto sprovvisti degli strumenti necessari alla navigazione…” ‒ Diodoro Siculo

Quale valore aggiunto di una città dal fascino singolare, è d’obbligo ricordare che ha dato i natali a personaggi illustri, rimasti nell’immaginario collettivo come protagonisti di un tempo passato. Altri, invece, sono di più recente memoria.

Genova è la città di Cristoforo Colombo, navigatore per antonomasia. Di cui molto si può dire e criticare per le sue imprese dall’impatto negativo sulle popolazioni di indigeni con cui è entrato in contatto, ma a cui non si può negare il ruolo di uomo di mare esperto e lungimirante. Se non altro perché i suoi viaggi verso le Americhe hanno dato il via all’Epoca moderna.

Doveroso è citare Renzo Piano, architetto per definizione, che con la sua vena creativa ha dato lustro alla sua città natale, portando la sua genialità progettuale in tutto il mondo.

Un esempio fra tutti è il Ponte San Giorgio, un tempo Ponte Morandi, tristemente noto per aver inghiottito nelle sue spire di cemento ben 43 persone, colpevoli soltanto di transitare sul viadotto in un funesto 14 agosto 2018. E ricostruito grazie all’esemplare progetto di Renzo Piano, che di Ponte San Giorgio ha fatto un gioiello di architettura urbana la cui funzionalità è modello di solidità e innovazione.

Poeti e artisti genovesi da celebrare sarebbero numerosi, impossibile citarli tutti. Ma ricordarne almeno le figure, che hanno lasciato un segno in ambiti diversi quello sì. Da Eugenio Montale a Edoardo Sanguineti, da Giorgio Caproni, genovese d’elezione, a Camillo Sbarbaro ed Edoardo Firpo.

Genova, città dai mille volti, è anche città che possiede molte anime. L’anima musicale, per esempio, con personaggi diversi fra loro, sia per genere musicale come per epoca in cui hanno esercitato la loro musica. In certi casi molto lontane l’una dall’altra, ma tutti rappresentativi dell’identità cittadina. Basti ricordare Nicolò Paganini, esimio violinista vissuto nel XVI secolo, che dei suoi virtuosismi ne ha fatto un simbolo che tiene alto il nome della città. Da non dimenticare è l’universo musicale che comprende la scuola dei cantautori genovesi, che di Genova hanno raccontato angoli e aspetti di sicura suggestione; tutti amati dai nativi come da coloro che della città ne hanno fatto una loro seconda patria. Bruno Lauzi, Umberto Bindi, Gino Paoli e l’indimenticabile Fabrizio De André che di Genova ha raccontato anche aspetti oscuri e meno edificanti, ma riconoscibili da ogni genovese in quanto identitari della città.

L’economia genovese ha visto, soprattutto in passato, l’industria meccanica occupare un posto di rilievo. Come pure la cantieristica navale e la raffinazione petrolifera. Senza trascurare le attività terziarie legate al mare e le attività armatoriali. L’agricoltura ligure è legata ai beni della terra. Sia a Levante come a Ponente, da citare sono le coltivazioni di olivo, che danno ottime qualità di olio e un’abbondante raccolta di olive, insieme a colture di un’ampia varietà di ortaggi; il tutto è fonte di importante reddito per la regione. A Ponente è soprattutto la floricoltura, fiore all’occhiello dell’economia ligure, a essere modello economico di rilievo. Basti ricordare la città di Sanremo, che con la sua produzione di fiori occupa uno dei primi posti in questo settore.

Altro simbolo tutto genovese sono i jeans, diventati nel tempo elemento di abbigliamento presente in ogni guardaroba, femminile e maschile, sia dei giovani come dei meno giovani.

Il cui termine blu jeans è traducibile con blu di Genova. La storia di questo capo d’abbigliamento, diventato un’icona della moda, ha radici lontano nel tempo ed è legata alla storia del tessuto denim. Già conosciuto nell’Europa medievale è nella Genova del’500 che ha inizio la sua produzione, inizialmente utilizzata per le vele delle imbarcazioni della Repubblica di Genova. Anche se il boom lo si conosce negli Stati Uniti nel secolo XIX quando un sarto bavarese, tale Levi Strauss, ha l’idea di rinforzare gli abiti dei minatori con il robusto denim. Che brevetterà con un socio. I jeans diventeranno così popolari fra operai e agricoltori per la loro praticità e robustezza. Diventando poi un simbolo di cultura popolare e ribellione giovanile. Indossati anche da celebrità del mondo del cinema, James Dean, per esempio.

Genova porto antico - Photo by Quotidiano Net
Genova porto antico – Photo by Quotidiano Net

A proposito della gastronomia ligure e genovese la si può definire creativa, in quanto i suoi piatti comprendono primi e secondi davvero originali. È una cucina per certi aspetti vicina a quella mediterranea, senza però trascendere dalla tradizione ligure, custode di cibi legati al tempo che fu. Quando le condizioni ben più povere della popolazione portavano le massaie a destreggiarsi inventando cibi con i pochi beni offerti da un territorio aspro e non molto benevolo nei confronti dei suoi abitanti, soprattutto in passato. Che costringevano le donne ad arrangiarsi e combinare composti di verdure da mettere in tavola, insaporiti con la maggiorana, erba particolarmente aromatica e dal sapore intenso. Un bene prezioso per il territorio è il pesto, una salsa a base di basilico e formaggio e aglio da servire con ogni tipo di pasta. Da ricordare la focaccia al formaggio di Recco, specialità tipica del luogo rivierasco poco lontano da Genova.

Città dal fascino indiscusso, la Liguria beneficia anche di località rivierasche suggestive, fra le quali le rinomate 5 terre, dalla conformazione geografica caratteristica, che ne fanno un polo turistico davvero attraente e molto frequentato. Cittadine in cui la qualità della vita è senz’altro migliore rispetto a quella della città. Dove, a essere fonte di criticità è soprattutto il centro storico, a livello umano e sociale. Non soltanto perché abitato da comunità multietniche, in competizione fra loro, e spesso dedite ad ‘affari non propriamente puliti’, ma perché di non facile gestione da parte delle istituzioni. Centro storico, che meriterebbe, in nome della storia di Genova e dei nativi, instancabili lavoratori di mare e di terra, una riqualificazione tanto da farne un modello di virtuosismo.

 

Written by Carolina Colombi

 

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