“Fairy Tale” di Stephen King: certe storie sono troppo belle per non condividerle con gli altri
Per questa sua ultima fatica, Stephen King ci regala un fantasy: “Fairy Tale”.
Non è la prima volta, in passato ne ha già scritti diversi, i più famosi quelli della serie della Torre nera.
Il titolo si traduce con Fiaba.
All’interno, ogni capitolo ha al suo inizio una illustrazione di Gabriel Rodriguez e di Nicolas Delort, proprio come un vero libro di favole, come quelle che si leggevano da bambini.
Il romanzo è scritto in prima persona dal protagonista, Charlie, un ragazzo di diciassette anni. Scopriamo in seguito che, il libro, lo ha scritto nove anni dopo gli avvenimenti in esso narrati.
Orfano di madre, con un padre che si butta nell’alcol per superare il dolore, Charlie fa un patto con Dio: se aiuti mio padre, io farò qualcosa per te. “Tutti gli alcolici per me hanno lo stesso odore, carico di tristezza e di sconfitta”.
La sua occasione arriva quando soccorre un vicino di casa burbero e scostante.
Fra i due si instaura un rapporto sempre più solido e, tra loro, spicca un’altra protagonista alla quale personalmente, mi sono affezionata molto: un cane lupo femmina del nome Radar.
Il signor Bowdich si confida con Charlie e gli rivela che c’è un passaggio segreto che parte dal suo capanno nel giardino, da esso si giunge in un altro mondo: Empis.
Il suo motto è: “Gli uomini coraggiosi aiutano gli altri. I vigliacchi portano doni e basta”.
Empis è un luogo maledetto che sta morendo.
I loro regnanti sono stati detronizzati e, il signor Bowdich, non ha fatto nulla per aiutarli.
Charlie, dopo la morte del suo amico anziano, decide di scendere in quel mondo magico, Radar sta morendo di vecchiaia. A Empis c’è una meridiana che ringiovanisce e lui decide di partire per quell’avventura per salvare quello che ormai è il suo cane.
“Sono convinto che a volte sappiamo dove siamo diretti, anche se non ce ne rendiamo conto”.
Charlie farà molto di più: la salverà, ma si occuperà anche del regno e riporterà sul trono i soli regnanti che ne hanno diritto.
Troviamo tanti riferimenti a diverse fiabe: Giacomino e il fagiolo magico, Alice nel paese delle meraviglie, Il trono di spade, Il mago di Oz… la stessa Torre nera. E tantissimi altri tra fiabe, libri e film.
Anziché arrampicarsi come fece Giacomino sulla pianta di fagiolo, qui si scende nelle viscere della terra.
Non manca proprio nulla alla fiaba, anche il lieto fine che giunge dopo una lunga serie di avventure.
E c’è anche una sorta di confronto fra il nostro mondo e un ipotetico altro luogo: “Ci si abitua alle cose più stupefacenti: tutto qui. Alle sirene e ai grandi schermi, ai giganti e ai telefoni cellulari. Se una cosa si trova nel tuo mondo, ne accetti subito l’esistenza. È meraviglioso, non trovate? Se però guardate tutte queste cose da un’altra prospettiva, sono terribili. Pensate che Gogmagog sia spaventoso? Il nostro mondo è seduto sopra un arsenale di armi nucleari che potenzialmente sarebbe in grado di distruggere il pianeta, e se non è magia nera questa, non saprei come altro definirla”.
Un libro gradevole, che si legge con piacere, condividendo i sentimenti dei protagonisti. Sono felice che Radar abbia potuto vivere bene per altri anni, avrei sofferto la sua scomparsa, quasi fosse un cane di pelo e non di carta.
Un altro bel romanzo di King.
© Sperling & Kupfer 2022
ISBN 978-88-200-7444-9
Pag. 675
€ 21,90
Written by Miriam Ballerini