“La tradizione” di Jericho Brown: l’indissolubile intrinsichezza
Quante volte accade che l’attività poetica s’incroci con la vita?
Innumerevoli sono infatti le occasioni in cui la poesia desume la sua sostanza dalla vita, intendendo quest’ultima un serbatoio di argomenti, un contenitore di idee e valori, tutti esemplificativi di una certa epoca che nella loro traslazione poetica assurgono a forma d’arte.
Questa aderenza realistica è ben desumibile nell’arte poetica di Jericho Brown, classe 1976, poeta statunitense tra i più rilevanti della sua generazione, che intinge le sue liriche di urgenza storica, nutrendole della vita ed attingendo da essa una parte non esigua della loro vitalità.
Nella sua raccolta La tradizione (The Tradition), la vita e la poesia si riproducono l’una per mezzo dell’altra, rigenerandosi reciprocamente e sia ben chiaro che un tipo di poesia che deriva così dalle circostanze della vita è certamente una poesia che non aspira al sublime ma all’autenticità, cercandola nella folla, nel quotidiano, fondendo quest’ultimo, traducendolo ed inglobandolo. Soltanto così, nella reciproca infiltrazione, questo tipo di poesia avrebbe trovato la propria conditio sine qua non assurgendo, di fatto, ad emanazione suprema della biografia.
La vulnerabilità del corpo e i mascheramenti culturali delle violenze, le ingiurie antiche e contemporanee sono nello specifico i nuclei portanti del libro narrati da una prospettiva che non è quella individuale, ma corale giacche l’io narrante di The Tradition, si erge a portavoce della compagine e della coscienza collettiva dei neri.
Non a caso, a The Tradition di Jericho Brown, è stato assegnato il Pulitzer 2020, diventando uno dei poeti americani più apprezzati proprio per l’abilità di racchiudere nei suoi versi l’attualità, “c’è il mondo nei miei versi”.
“Una raccolta di testi magistrali che uniscono delicatezza a urgenza storica nella loro amorevole evocazione di corpi vulnerabili all’ostilità e alla violenza”, questo il giudizio degli accademici della Columbia University.
Una poesia insomma intrisa di aderenza realistica ed affidata alla nuda e cruda parola.
Duplex
A poem is a gesture toward home.
It makes dark demands I call my own.
Memory makes demands darker than my own:
My last love drove a burgundy car.
My first love drove a burgundy car.
He was fast and awful, tall as my father.
Steadfast and awful, my tall father
Hit hard as a hailstorm. He’d leave marks.
Light rain hits easy but leaves its own mark
Like the sound of a mother weeping again.
Like the sound of my mother weeping again,
No sound beating ends where it began.
None of the beaten end up how we began.
A poem is a gesture toward home.
Duplex
Una poesia è una movenza verso casa.
Avanza oscure richieste che dico mie.
La memoria avanza richieste più oscure delle mie:
Il mio ultimo amore guidava un’auto bordò.
Il mio primo amore guidava un’auto bordò.
Era celere e tremendo, alto come mio padre.
Risoluto e tremendo, il mio alto padre
Picchiava duro come grandine. Lasciava segni.
Pioggerella picchia piano ma anch’essa lascia il segno.
Come il suono d’una madre che ancora una volta piange.
Come il suono di mia madre che ancora una volta piange,
Non c’è suono di percosse che finisca là dove iniziò.
Non ce n’è uno fra i percossi che finisca nel modo in cui iniziò.
Una poesia è una movenza verso casa.[1]
La poesia (e The Tradition ne è esemplificativo) non è quindi da intendere esclusivamente come genere letterario in sé per sé, ma piuttosto come fenomeno spirituale teso a cogliere il confronto con tutto ciò che è il suo contrario ed è disciplinato da leggi e criteri differenti. Questa tensione, questo slancio proteso ad afferrare ciò che va in un’altra direzione è una costante delle civiltà che hanno attraversato le varie epoche, ecco perché ogni generazione continuerà a produrre i suoi poeti giacché ogni epoca, per trovare identità, reinventa una nuova poesia, che riguarderà non solo il presente, ma il passato ed una visione del futuro.
Written by Manuela Muscetta
Bibliografia
Jericho Brown, La tradizione, Donzelli editore, 2022
Note
[1] Traduzione del testo a cura di Angela D’Ambra