“Lo scontro di classe” di Reclus Malaguti: guerra e pace di un proletariato semplice

Lo scontro di classe” è un libro terribile ma essenziale per capire quel che manca oggi: la fede in un ideale.

Lo scontro di classe di Reclus Malaguti
Lo scontro di classe di Reclus Malaguti

Reclus Malaguti, chiamato dal padre come Elisee Reclus, geografo e anarchico francese, fu un partigiano, uno scrittore, un sindacalista e un devoto alla religione comunista. Fu un una persona ricca di valore e di valori.

Reclus e la sua famiglia hanno combattuto, e pagato col sangue, con condanne, esili, lutti e dolori, il diritto di difendere e di mettere in pratica il proprio ideale. Si tratta, oggi come ieri, di un pericolo che incombe su gran parte del mondo, anche in quello che osa definirsi civile.

Si badi che la famiglia di Reclus era non solo indigente, ma assai poco scolarizzata. Reclus, che ha fatto fino alla terza elementare, in famiglia era considerato una specie di intellettuale.

Da solo, grazie alla sua tenacia, ha cercato di ampliare il proprio orizzonte cognitivo. Pur partendo da basi di così scarsa cultura, è riuscito a elevarsi a paladino di un ideale difficile da accettare e da predicare: il comunismo, quell’ideale di giustizia che prescinde dall’ideologia, che professò per tutta la vita, senza diventare mai un esaltato, ma con uno piglio che mi sento di definire spirituale.

Reclus rimase sempre consapevole dei problemi inerenti all’instaurazione di una società socialista e comunista, ma non ci rinunciò mai al suo sogno.

A pagina 250 egli scrive: “La società socialista non si costruisce da sola e una volta per tutte”.

Ma non è la sua ideologia che mi preme di mettere in luce. È anche e soprattutto altro. È il coraggio immenso che egli ha sempre dimostrato di avere quando si trattava di non cadere nella tentazione della resa morale.

Quando fu catturato, non ha mai ceduto a confessioni che potessero mettere in pericolo la sicurezza dei suoi compagni.

Egli giunse poi, da partigiano, a criticare le efferatezze gratuite compiute da altri partigiani. Egli era un uomo giusto, incapace di mentire, per certi versi scomodo.

Non giunse mai a negare di aver combattuto una guerra, con tutti gli orrori che tale disgrazia umana reca sempre con sé, col suo corredo di uccisioni ed esecuzioni sommarie. Egli però non si è mai lasciato sopraffare dal suo ruolo di difensore della patria. È sempre stato un uomo degno di questo nome. È sempre stato un uomo, un uomo giusto.

Ho ricevuto il libro in regalo dal figlio Posacchio, a cui fu dato il nome dello zio, anch’egli partigiano, che nel 1939 fu condannato a tre anni di carcere dal Tribunale Speciale, in quanto appartenente ad una famiglia di comunisti.

Dopo l’8 settembre 1943, mentre stava organizzando la resistenza nella pianura reggiana, finì per morire in uno scontro armato con le truppe naziste in ritirata, alla vigilia della Liberazione. Cinquant’anni dopo, qualcuno ha spezzato il cippo funerario, che fu riscostruito il primo maggio del 2006.

Oggi ringrazio il suo nipote omonimo per avermi permesso di riscoprire tanto umano valore. Rimango però stupito che questo saggio di Reclus Malaguti sia così negletto e introvabile, anche su Internet. Ed è uno scandalo.

Reclus Malaguti
Reclus Malaguti

Nel parcheggio del centro commerciale di Bagnolo in Piano, c’è il monumento a lui dedicato, costruito grazie ai suoi figli. Quando fu inaugurato c’erano tutti, politici, appartenenti all’ANPI, e mezza Bagnolo. Furono fatti dei lunghi e importanti discorsi, alcuni dei quali un po’ fumosi e retorici, altri invece mi commossero. Questo è tutto.

Ora, Reclus, puoi tornare nel dimenticatoio, da cui potrai emergere solo se qualcuno cercherà di riscoprire la tua opera, se tenterà di commentarla, di criticarla.

Questo non servirà a stabilire l’Ultima Verità, che è un concetto irragionevole anche solo da sognare, ma che, essendo il fine ultimo di ogni scrittura, va in ogni caso ricercata, rovistando tra gli oggetti umani, sollevandoli da terra, che forse la stanno celando. Mia madre diceva che per trovare una cosa, occorre metterci le mani sopra. Semplice, no?

Per conto mio cercherò in ogni modo di rendere pubblico quello che ho imparato da te, Reclus Malaguti, e d’ora in poi tu, ex bracciante delle bonifiche, esule e prigioniero politico, rappresentante dei lavoratori per oltre vent’anni, in tempi in cui essere un sindacalista non comportava compensi, bensì un magrissimo salario, tu, mio eroe, sarai sempre dentro di me.

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Reclus Malaguti, Lo scontro di classe, Bompiani, 1973

 

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