“Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete” di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza: la virtù del confronto

“Credo nella solidarietà tra gli esseri viventi. Non credo in un Essere Supremo che abbia creato il mondo. Ricorrere a Dio è una spiegazione comoda.” – Margherita Hack

Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza
Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza

È un confronto quanto mai aperto e sincero quello che si sviluppa tra Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza nel saggio Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete.

Curato da Marinella Chirico e pubblicato da Nuovadimensione nel 2012 il saggio affronta molteplici e articolate argomentazioni in un dialogo quanto mai costruttivo.

Gli autori, due eccellenti figure che da sempre hanno operato nella società civile sono Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale e protagonista, in vita, del dibattito culturale italiano.

Pierluigi Di Piazza, religioso, è un prete sui generis, che da sempre presta attenzione ai più deboli.

Persona di spessore umano considerevole, è impegnato attivamente nel mondo del volontariato con la fondazione del Centro di accoglienza per immigrati Ernesto Balducci presso Zugliano, in provincia di Udine.

“Nel mio progetto di prete, il sogno diventato realtà è il centro Balducci di Zugliano. E questo è stato possibile perché l’intuizione e la proposta sono stati condivisi da tante persone volontarie che ci hanno creduto e a cui sono profondamente grato…” – Pierluigi Piazza

Ed è in uno scambio di opinioni, vivace ma dai toni pacati che, seppur schierati su posizioni diverse, i due sostengono le loro tesi su tematiche varie, che hanno inevitabili ripercussioni sulla collettività.

La fede, la morte, la libertà, l’etica, la politica, la solidarietà sono alcuni dei temi su cui dibattono Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza.

Speculazioni, che vedono i due mettere a nudo le proprie personali convinzioni, influenzate anche dall’essere o non essere credenti. In una discussione supportata da questioni non soltanto legate all’etica, ma che sono parte di vita reale. Che vanno dal decadimento della politica fino al lavoro giovanile, per disquisire poi sull’ambiente, questione di vitale importanza per il pianeta.

In materia di fede, ovviamente, la posizione dei due è divergente.

Per Margherita Hack non credere in Dio è ugualmente una forma di fede, in quanto non è dimostrabile la sua esistenza, come non dimostrabile è la sua non esistenza.

Per Pierluigi Di Piazza la sua fede si origina nell’ambito della sua famiglia d’origine, una famiglia friulana della Carnia di modeste condizioni.

“Credo nel Dio di Gesù di Nazareth, un Dio umanissimo. Che sta in mezzo alla gente, che accoglie, ascolta, perdona, incoraggia; un Gesù che insegna ad amare.” – Pierluigi Di Piazza

Tuttavia, anche su questa spinosa e delicata questione, il saggio mostra che è possibile trovare un punto d’intesa. Nonostante le loro differenti posizioni.

E così, anche per le altre problematiche messe in campo, fra loro si sviluppa una sintonia di punti di vista. Più di quanto possa immaginare il lettore che si dispone a leggere un libro di formazione estremamente stimolante. Una lettura, che seppur impegnativa per le speculazioni affrontate, si rivela non essere dotta. Manifestandosi, invece, come una lettura fluida e scorrevole, appassionante e di sicura sollecitazione intellettiva.

E ciò, nonostante l’origine del dialogo fra i due parta da posizioni apparentemente discordi, che sembrano non avere nulla in comune; piuttosto, invece, presentano fondamenti che li accomunano.

Da cui si evince un’ampia libertà di pensiero che appartiene loro, il cui scopo principe è veicolare un messaggio importante: il confronto è sempre utile e costruttivo.

Una libertà di pensiero che è frutto soprattutto dell’assenza di alcun tipo di pregiudizio, che non ha mai permesso loro, in vita, di focalizzarsi su posizioni statiche o anacronistiche.

Entrambi, figure dalla naturale apertura mentale non ingabbiata in schemi fissi, non indugiano nel saggio su affermazioni che avrebbero potuto rendere sterile il loro confronto, ma hanno messo in campo un contradditorio che è motivo di accrescimento.

Soprattutto per il lettore, che partecipa attivamente allo scambio di opinioni, tanto da uscirne arricchito, e soprattutto portato a riflettere sulle dissertazioni affrontate dai due, oltre che interessato a porsi domande e a cercare di darsi delle risposte.

“Ho avuto un’infanzia felice anche se un po’ solitaria. Avevo difficoltà ad avere amici con cui giocare e ho incontrato questo ragazzino, Aldo, con cui ho subito instaurato una grande amicizia, una simpatia profonda, basata soprattutto sul rispetto delle regole…”

Margherita Hack - Pierluigi Di Piazza
Margherita Hack – Pierluigi Di Piazza

Nella seconda parte del libro i due raccontano di sé, mettendosi a nudo grazie ad aneddoti ed episodi personali legati al loro passato. Ricordi più o meno malinconici intrisi di grande umanità. Da cui emergono due personalità eccezionali le quali testimoniano che le distanze, grazie al dialogo, sono soltanto una struttura mentale, che ha poco o addirittura nessun valore.

Le cui lacune si possono colmare proprio in virtù di un confronto, così come è stato per gli autori, portato avanti in nome dell’impegno civile che si sono sempre assunti, e vissuto come un dovere morale verso la collettività.

“Quando ho occasione di parlare agli studenti o in incontri pubblici, dico sempre che la prima accoglienza non è all’altro che sta fuori di noi, ma all’altro che sta dentro di noi…”

Legati da un’amicizia di vecchia data, supportata da reciproca stima, dopo aver affrontato tematiche universali quali la vita, la morte, la morale, la religione, fino a discutere anche di sessualità, espresse con rara limpidezza di pensiero, i protagonisti hanno trovato molti punti d’accordo simili, più di quanto avessero immaginato. Una libertà di pensiero, la loro, appartenente a coloro che non hanno alcun tipo di pregiudizio, e non è frutto di alcun tipo di ideologia precostituita.

Semmai, è espressione di una forma di intelligenza che si è sempre manifestata con la coerenza delle loro azioni, nonché tramite i loro principi etici.

Che hanno dato il risultato di una sinergia d’intenti, nonostante le loro differenti posizioni di partenza, suggerite anzitutto dalla contrapposizione tra fede e scienza. Dicotomia che da sempre affonda le sue radici nell’essere umano.

“Oggi l’attività umana è in grado di distruggere il pianeta. Bisogna esserne coscienti e rendere l’ambiente più vivibile. I rischi e le emergenze del terzo millennio sono soprattutto l’inquinamento atmosferico e l’aumento dell’effetto serra…” – Margherita Hack

 

Written by Carolina Colombi

 

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