Le métier de la critique: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, dottoressa ante litteram nel 1678

Advertisement

 «Magistra et doctrix in philosophia»

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia - Conservato nella Biblioteca Ambrosiana, Milano
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia – Conservato nella Biblioteca Ambrosiana, Milano

Conferimento riconosciuto a Elena Lucrezia Cornaro Piscopia in quel di Padova nel 1678.

Donna straordinariamente dotata, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia si distingue per i suoi studi prestigiosi, in un periodo in cui le donne, anche quelle che caratterizzate da qualità rare, non toccavano sommi vertici come conseguire una laurea.

Tra le prime donne laureate al mondo, Elena è persona di indole riflessiva e dedita alla speculazione. Qualità che la portano a discutere la sua tesi di laurea a Padova nel 1678.

Un evento eccezionale, da tenersi non nella sede tradizionale, che sarebbe stata insufficiente per accogliere l’ampia platea raccolta per assistere all’unicità dell’avvenimento, ma in Cattedrale.

“Qui nacque nell’anno 1646 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al mondo il 25-6-1678” – Lapide dedicata a Elena, a imperitura memoria

Simbolo di determinazione e intelligenza, Elena Cornaro nasce nel 1646 a Venezia.

Appartenente per parte di padre a una casata di nobili origini, mentre la madre appartiene al ceto popolare, motivo questo che la porta a sposare il padre di Elena dopo avergli dato 5 figli.

Comunque sia, la donna sarà un importante riferimento per i suoi ragazzi, educati in modo virtuoso, e sarà esempio di emancipazione rispetto alle convenzioni dell’epoca.

A intuire le potenzialità intellettive della ragazzina è il padre, che fin dalla più tenera età le affianca insigni studiosi che la guidano in più di una disciplina, i quali riconoscono nella giovanissima un cervello di prim’ordine accompagnato da un’accesa e inesauribile voglia di sapere.

Il suo essere sobria e austera, qualità che contraddistinguono la sua vita, le fa rifiutare l’idea del matrimonio, a dispetto del padre che avrebbe voluto vederla maritata e frequentatrice di riunioni salottiere e Accademie dove poter manifestare la sua ampia dimensione speculativa.

Ma lei, spinta dalla vocazione religiosa fa una scelta diversa che non quella del vincolo coniugale: sceglie di essere oblata benedettina. Rimanendo però nella casa paterna a far vita domestica.

Giovanni Battista Cornaro Piscopia, il padre di Elena, è procuratore di San Marco. Una carica importante e un titolo che fa il paio con la sua cultura letteraria e scientifica: tanto che la sua casa sarà aperta a eruditi e scienziati provenienti da ogni dove.

D’altra parte, il bisnonno di Elena, Alvise, era in stretta familiarità con Galileo Galilei; a confermarlo è la vasta biblioteca dei Cornaro dove figurano numerosi testi scientifici di ispirazione galileiana.

Non c’è dunque da stupirsi se l’ambiente in cui la giovanetta cresce è ricco di un’atmosfera pregna di stimoli intellettuali.

Ed è, infatti, proprio dalla biblioteca paterna che Elena ha modo di attingere e soddisfare, almeno in parte, la sua sete di conoscenza che supera le convenzioni dell’epoca, le quali non contemplano che una ragazza si dedichi a uno studio totalizzante.

Ma Elena possiede una mente eccellente che si apre a studi impegnativi.

Ed è senza alcuna difficoltà, se non con un impegno costante e prolungato nel tempo, che risponde in maniera eccellente alle sollecitazioni dei suoi precettori.

Teologia, filosofia, latino, greco, e un certo numero di lingue straniere costituiscono il suo bagaglio culturale, fatto inedito per una giovane del suo tempo.

A cui si aggiunge una preparazione filosofica orientata verso un aristotelismo diretto all’interpretazione dei fenomeni della natura. Accanto a composizioni poetiche, di cui è autrice, accompagnate dal bel canto.

Oltre alle materie umanistiche alla giovane viene impartita anche un’ottima preparazione scientifica; ma l’entusiasmo che mette nello studio della teologia, su cui lei si focalizza con una passione senza pari, è in misura maggiore rispetto alle altre discipline. Materia che la spinge a manifestare il desiderio di coronare i suoi studi con il conseguimento della laurea in teologia.

“Uno sproposito dottorare una donna…” – Gregorio Barbarigo, Arcivescovo

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia - Photo by Agenzia di stampa francese
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia – Photo by Agenzia di stampa francese

Inevitabilmente, fra lei e la sua ambizione, si frappone l’Arcivescovo, tale Gregorio Barbarigo, cancelliere dell’università di Padova, che categoricamente le proibisce di addottorarsi in teologia, quale momento finale di un excursus a dir poco eccellente.

“Rendersi ridicoli a tutto il mondo…” – Gregorio Barbarigo, Arcivescovo

Motivo per cui Elena si vedrà costretta a optare per la filosofia, che diventa la disciplina di discussione per la sua seduta di laurea, anziché la dottrina teologica.

“Magistra in philosophia tantum”

Proclamazione con cui Elena viene congedata al termine della sua dissertazione.

Infine, dopo che aver ricevuto il titolo di dottoressa, la sua fama si diffonde ampiamente e molti eruditi le si rivolgono per dibattere su questioni non solo filosofiche, ma che contemplano diversi campi dello scibile, riconoscendo in lei doti non comuni.

Oggi, a oltre trecento anni dalla sua morte, anche se di lei e dei suoi scritti restano ben poche tracce, la giovane Cornaro resta un modello femminile di fermezza e di sicura ispirazione.

Pur non avendo sovvertito alcuna convenzione del suo tempo, circostanza impossibile da attuarsi all’epoca, ha avuto comunque il pregio di aver dimostrato le potenzialità intellettuali insite in una donna. Manifestando al contempo una libertà di pensiero che fa della Cornaro un simbolo dei suoi tempi, non ancora maturi perché il potenziale femminile fosse riconosciuto completamente. Fatto che sarà affermato, fra molte difficoltà, nei secoli successivi al suo.

La vita terrena di Elena si conclude prematuramente nel 1684 (26 luglio) a soli 38 anni.

Relegata ben presto in un oblio, la memoria di una delle prime donne laureate nella storia si è riaccesa in occasione del terzo centenario della sua laurea, sul finire degli anni Ottanta del Novecento.

A ricordarne la figura di alta levatura intellettuale e morale è una statua, collocata nel portico del Palazzo principale dell’università a Padova, oltre che un suo ritratto alla Pinacoteca Ambrosiana a Milano, e un affresco presso l’università di Pittsburg.

Inoltre, un saggio coinvolgente e che ben tratteggia il profilo di questa persona straordinaria. Il titolo? Illuminata, della scrittrice Patrizia Carrano.

Comunque, testimonianze minime, insufficienti, per una donna che ha dato molto all’universo femminile consacrando se stessa e la propria vita al sapere. E che, in maniera forse embrionale, ha fatto da apripista ad altre e più concrete battaglie femministe che hanno visto la luce nei tempi a venire.

 

Written by Carolina Colombi

 

Advertisement

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: