“Genesis 2.0” documentario di Christian Frei e Maxim Arbugaev: la scienza oltre i limiti della natura
Lontano dalla civiltà, nelle lande desolate delle Isole della Nuova Siberia, un gruppo di cacciatori proveniente dalla Jacuzia sfida il Mare Artico alla ricerca di zanne di mammut.

La loro è una caccia al tesoro estremamente rischiosa: il Mare Artico, con la sua bellezza straordinaria e insidiosa, costringe per lunghi mesi a lottare per la sopravvivenza gli avventurieri, alcuni dei quali – in media 2 o 3 l’anno – non fanno più ritorno a casa.
Il commercio d’avorio di mammut, prezioso dal punto di vista economico – una grossa zanna può valere fino a 90mila dollari – spinge, dunque, questi uomini ad affrontare le sfide più incredibili, scavando nella profondità delle terre selvagge siberiane e rinvenendo resti sepolti da secoli e ora visibili a causa dello scioglimento del permafrost.
Da qui la scoperta epocale di residui di carne di mammut, ancora intatti e utili per essere studiati in laboratorio, permettendo così di dare il via ad una ricerca che pone la scienza oltre ogni limite, tra biologia sintetica e clonazione del DNA. Lo scopo è dei più ambiziosi e allo stesso tempo affascinanti: riportare in vita il mammut, una specie ormai estinta e riscrivere, dunque, le leggi della natura.
Questa audace impresa è raccontata in “Genesis 2.0”, documentario del 2018 co-diretto da Christian Frei e Maxim Arbugaev e in uscita nelle sale italiane a partire dal 24 settembre 2020. Il film segue da vicino l’avventura di un gruppo di cacciatori siberiani alle prese con una natura immensa e spietata e allo stesso tempo testimonia lo sforzo di alcune équipe di scienziati provenienti da tutto il mondo – da Boston a Shenzhen in Cina – di impadronirsi del mistero della creazione per dar vita ad una nuova genesi.
Gli intenti ambiziosi dei primi si legano dunque a quelli degli ultimi ed emergono a contrasto in una narrazione binaria che il film porta avanti attraverso una contrapposizione netta e straniante tra la desolazione del paesaggio siberiano e l’avanguardia dei laboratori statunitensi, coreani e cinesi; tra il passato dei resti archeologici millenari e il futuro della scienza che diventa divinità creatrice.

Con occhio critico Frei e Arbugaev ripercorrono le tappe fondamentali di un viaggio epico nei meandri di una realtà apparentemente distopica, ma che invece si rivela reale, riflettendo su dilemmi etici atavici e ora più attuali che mai: il riscaldamento globale che riporta alla luce i resti della preistoria e la hybris di un’umanità che si pone al di sopra della natura al seguito di scienziati moderni Prometeo.
Sostenuto da una colonna sonora solenne a cura del compositore britannico Max Richter – noto per la sua collaborazione in film quali “Shutter Island” di Martin Scorsese, “Arrival” di Denis Villeneuve nonché vincitore di un European Film Award per la colonna sonora del film d’animazione del 2008 “Valzer con Bashir” di Ari Folman – “Genesis 2.0” indaga sulle inquietanti prospettive di una scienza che non conosce etica né limiti.
Si pone degli interrogativi, ma non condanna, trasportando lo spettatore – grazie ad un montaggio alternato – nell’altrove di luoghi suggestivi e remoti e nell’ignoto di un preoccupante futuro.
“Guarda qui… guarda qui… spalle larghe hai, ma stupido sei. Forte abbastanza sei ma imprudente sei. Sciocco e sbruffone sei, ma, guardandoti, vedo… non v’è dubbio… quanto sei bello. Vieni veramente dalla Sacha! Come fai a liberare quel terribile demone? Da quando è diventato il tuo più caro amico? Era tropo tardi per catturarlo. Transitando verso quella terra fertile procedendo verso un uomo sferzato dal vento. Sulla bocca calpestata di un abisso senza fine.”
Written by Roberta Di Domenico