“Cuori affamati” di Anzia Yezierska: un sogno americano

“Come tutti coloro che non hanno niente, vivevo di sogni”

Cuori affamati di Anzia Yezierska
Cuori affamati di Anzia Yezierska

Uno sguardo sognante si staglia sullo sfondo grigio delle povere abitazioni del Lower East Side, ghetto ebraico newyorkese: è quello di Shenah Pessah, una giovane donna ebrea, povera e analfabeta, emigrata proveniente dalla Russia e giunta negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo nella speranza di vivere una vita migliore.

Tuttavia l’America, vagheggiata da Shenah Pessah come terra dell’oro e dell’abbondanza, dove la libertà è alla portata di tutti ed ogni desiderio si realizza, non concede a quest’ultima nulla all’infuori di strade anguste, stanze spoglie ed una vita di stenti.

È un mondo nuovo riluttante a schiudersi e ad accogliere generazioni di emigrati che condividono con Shenah Pessah la medesima condizione di oppressione.

Il sogno americano si infrange, così, contro la triste realtà delle numerose comunità di emigrati, pur rinnovandosi nel cuore della giovane con intenso vigore.

Nonostante gli stenti, la fatica e l’allontanamento dalle proprie radici, forte è il desiderio di Shenah Pessah di diventare americana, realizzando se stessa al di là del rigido ebraismo ortodosso.

Sul medesimo sfondo si staglia, del resto, anche lo sguardo di Hanneh Hayyeh, altra giovane donna ebrea che, proveniente dall’Europa dell’Est, custodisce nel cuore lo stesso sogno di Shenah Pessah, ovvero quello di diventare americana.

È, quello di Hanneh Hayyeh, un sogno americano che si manifesta nel gesto simbolico di ritinteggiare le pareti della cucina per renderle simili a quelle delle abitazioni americane, sacrificando tutti i suoi averi e finendo col perdere ogni cosa.

La storia di Hanneh Hayyeh si lega a quella di Shenah Pessah e di altre otto donne nel microcosmo del ghetto ebraico del Lower East Side che trova spazio nei dieci racconti che costituiscono la raccolta Cuori affamati” di Anzia Yezierska, pubblicata negli Stati Uniti nel 1920.

L’opera di Yezierska, tradotta e pubblicata in Italia per la prima volta nel 2020 dalla casa editrice Mattioli 1885, ricostruisce il percorso di emancipazione portato avanti dalle dieci protagoniste dei racconti e la loro strenua lotta al patriarcato, alla povertà e all’arretratezza della comunità ebraica ortodossa.

Il passaggio, da greenhorn (così venivano definiti gli immigrati appena sbarcati) a cittadine americane e dall’oppressione alla libertà, è però arduo e doloroso perché porta ad un’inevitabile perdita delle proprie radici.

Sole, umili, ma allo stesso tempo tenaci e determinate, le protagoniste di “Cuori affamati” vivono a cavallo tra due mondi ai quali non appartengono; tuttavia, in loro vibra una forza misteriosa che le rende affamate di vita, di sogni, di conoscenza e di libertà e che non trova un limite nella frustrazione e nell’ingiustizia delle loro condizioni.

Anzia Yezierska
Anzia Yezierska

“La mia rovinosa e frustrante esistenza da immigrata visionaria era una non-vita e avevo fame e sete d’America. Ero arrivata come rifugiata dai pogrom russi, in preda al sogno americano. Ma non trovai l’America nei luoghi di lavoro dove sfruttavano i dipendenti, tanto meno nelle scuole e nei college. Eppure, per centinaia di anni, i popoli perseguitati in tutto il mondo sono stati allevati nella speranza dell’America. Fin da quand’ero una neonata tra le braccia di mia madre, prima ancora d’essere abbastanza grande per parlare, vedevo tutt’intorno a me volti emaciati illuminarsi per gli elettrizzanti racconti della lontana ‘terra dell’oro’. Ma, nonostante la mia fede in questa terra fosse ormai in frantumi, sotto sotto, nella linfa e nelle radici della mia anima, bruciava la fede immortale che quell’America tanto sognata doveva esserci, in qualche modo, da qualche parte. Nonostante il mio odio e le mie ribellioni più amare, la visione dell’America si ergeva davanti ai miei occhi, come la canzone di libertà di un popolo oppresso”.

Nelle vite delle protagoniste di Yezierska fame di libertà e sogno americano si fondono e riflettono aspirazioni e difficoltà collettive, proprie dei numerosi immigrati che alla fine del XIX giunsero negli Stati Uniti con l’intento di dare alla propria esistenza nuove possibilità e della stessa autrice, che abbandonò il villaggio russo-polacco di Plinsk nel 1890 per trasferirsi a Manhattan con la propria famiglia.

Attraverso dieci storie, l’autrice ne racconta, dunque, una sola: la sua. Con i suoi turbamenti, i suoi ardori ed un incessante bisogno di dare un senso alla propria vita e, così, sentirsi viva.

 

Written by Roberta Di Domenico

 

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