“Imagine”: il remake del film di John Lennon e Yoko Ono per l’anniversario di nascita di un mito senza tramonto
“Le persone che hanno lavorato in Imagine erano persone di pace, ed è stato illuminante ed eccitante essere una di loro. Ricorda: ognuno di noi ha il potere di cambiare il mondo” ‒ Yoko Ono

L’occasione per ricordare John Lennon è l’anniversario della sua nascita, avvenuta in quel di Liverpool il 9 ottobre 1940. A oltre settant’anni da quella data, il musicista rimane un mito indiscusso.
A celebrare l’evento è un film, o meglio, il remake di una pellicola già realizzata e prodotta dallo stesso Lennon in comunione con Yoko Ono, la sua compagna di sempre, la donna con cui il chitarrista ha condiviso l’esistenza fino a quando la mano omicida di un folle ne ha spezzato l’ancor giovane esistenza.
Prima però di entrare nel vivo di ciò che il film ha rappresentato allora e che oggi ancora rappresenta, è opportuno fare un breve cenno al ragazzo che è stato John, e al suo coinvolgimento nel gruppo dei Beatles.
Salito alla ribalta quasi inaspettatamente, la sua presenza ha lasciato un segno indelebile, sia nell’universo musicale come nel cuore dei moltissimi fan che ne hanno seguito il percorso artistico e di vita.
“Ho sempre avuto questo sogno di fare l’artista in un piccolo cottage in una stradina. Il mio vero desiderio è scrivere versi e fare qualche quadro a olio. Era così un bel sogno, vivere in un cottage e andarsene in giro per i boschi…” ‒ John Lennon
Nel 1946, all’età di sei anni, è la zia Mimi a prendere il ragazzino sotto la sua ala protettiva.
D’altra parte i suoi genitori si sono separati, e il piccolo John necessita di una figura di riferimento che lo guidi in un percorso che non sembra facile. Fin da piccolo, infatti, denota una certa eccentricità che, associata a un’eccellente creatività, non è però sufficiente da permettergli di ottenere un profitto scolastico soddisfacente. Si distingue soltanto nel disegno e nella musica, altrimenti colleziona una serie di risultati scolastici negativi.
“Il rock’n’roll era reale. Tutto il resto era irreale. Quando avevo quindici anni era l’unica cosa, fra tutte, che potesse arrivare a me era il rock’n’roll” ‒ John Lennon
Si avvicina alla musica da autodidatta, e lo fa grazie a una chitarra comprata a basso prezzo da Julia, sua madre, figura a cui John rimarrà sempre legato.
A 16 anni, nel 1956, organizza la sua prima band, nonostante la zia non sia del tutto d’accordo che il ragazzo si occupi soltanto di strimpellare la chitarra.
“La chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere…” ‒ Zia Mimi
Gli dice la zia Mimi, preoccupata per il futuro del nipote; ma, con uno sguardo rivolto al futuro il tempo non le darà ragione: all’epoca non immaginava certo che il suo John potesse raggiungere la fama, ed un risultato economico considerevole. Anni dopo, poco riconoscente e con un pizzico di impertinenza, il giovane invierà alla zia una targa d’argento su cui fa incidere le sue memorabili parole.
Quando, nel 1958, viene a mancare la madre, considerata dalla critica la musa ispiratrice del figlio, il giovane ne subisce un tracollo che lo segna nel profondo.
“Ho perso mia madre due volte. Una volta da bambino a cinque anni, e poi ancora a diciassette…” ‒ John Lennon
Avrà da dire John, costernato e affranto per il legame spezzato anzitempo.

Dal 1962 al 1970, Lennon è compositore e cantante dei Beatles, per i quali compone la maggior parte delle canzoni.
Quando incontra Paul McCartney, fra loro è subito feeling, tanto che i due progettano immediatamente di fondare una band: il nucleo da cui poi si espanderà uno dei gruppi più celebrati al mondo.
Al fine di trovare ispirazione, i ragazzi di Liverpool approfittano spesso dell’ospitalità della zia Mimi, nella cui casa nasceranno le prime canzoni dei Beatles, e dove nella tranquilla dimora John vivrà fino al 1963.
Tra il 1964 e il 1966 la band realizza diversi album, e tour li portano fuori dall’Inghilterra: i quattro saranno acclamati in tutto il mondo da un pubblico spesso in visibilio.
Viene definito beatlemania l’interesse crescente per il gruppo, il quale contagia un numero sempre più alto di persone.
I Beatles sperimentano musica d’ogni genere, abbracciando anche espressioni sonore in cui elementi orientali e psichedelici sono sinergici a interventi di musica rock. Realizzano in questo modo sonorità dalla singolare attrattiva.
Da ricordare Revolver, del 1966, album a dir poco rivoluzionario, dove la voce di John si sovrappone a singolari effetti elettronici creati in studio dagli stessi musicisti. A un certo punto del loro percorso artistico i Beatles decidono di mettere fine ai concerti e di dedicarsi alle sole registrazioni in studio, dando vita ad album innovativi, rispetto alla produzione precedente.
È del 1968 un loro viaggio in India per mettere in pratica la meditazione trascendentale.
“Era come stare in alta montagna, ma in realtà ci trovavamo in una valle pedemontana affacciata sul Gange, piena di babbuini che venivano a rubarti la colazione e di gente che andava vestita con delle semplici tuniche. Era uno scenario piacevole e sicuro…” ‒ John Lennon
Rientrati dall’India, entra in scena Yoko Ono, già affermata artista d’avanguardia, che affianca John nel suo percorso di vita come in quello artistico.
La sua presenza sarà motivo dei primi conflitti fra i componenti del gruppo, dissensi che porteranno nel 1970, anno in cui i Beatles si separano, alla rottura definitiva. Da quel momento in poi John Lennon è solista e attivista politico.
Paladino dei movimenti pacifisti si dice che per lungo tempo l’FBI abbia tenuto sotto controllo le sue attività e quelle della moglie, considerandoli dei sovversivi.
“Gli anni Sessanta hanno assistito a una rivoluzione tra i giovani, che non si è limitata solo ad alcuni piccoli segmenti o classi, ma che ha coinvolto l’intero modo di pensare. Toccò prima ai giovani, poi le generazioni successive. I Beatles furono parte di questa rivoluzione, che in realtà è una rivoluzione ancora in atto. Eravamo tutti nella stessa barca: una barca che andava alla scoperta del Nuovo Mondo. I Beatles erano di vedetta” ‒ John Lennon
Artista eclettico e dotato di un umorismo singolare, a volte dissacrante, soprattutto nei confronti delle istituzioni, John Lennon, insieme a Yoko Ono, intraprenderà battaglie pacifiste e in favore del disarmo; mentre la sua carriera musicale si consuma da solista, in collaborazione con la sua compagna di sempre.
Nel 1971 John Lennon pubblica un brano corale, un singolo dal titolo Power to the people, che diventa un inno della sinistra americana, ed ha l’ambizione di essere un manifesto per il dissenso della guerra in Vietnam.

Poco dopo, sempre nel 1971, John e Yoko registrano e pubblicano l’album Imagine, il quinto della produzione da solista di Lennon, che fin da subito si rivela un successo commerciale di ampie proporzioni, raggiungendo il primo posto nelle classifiche di tutto il mondo.
Le tracce base dell’album sono composte e registrate nello studio casalingo dei Lennon: Ascot Sound Studios, a Tittenhurst Park, residenza in stile Tudor della coppia.
Per l’occasione John chiama nomi eccellenti della musica: George Harrison, Nicky Hopkins, Alan White, solo per citarne alcuni. Si racconta, che l’album sia stato scritto e inciso per motivi conflittuali, in seguito alla citazione in giudizio dei suoi ex-compagni da parte di Paul McCartney, affinché fosse ufficializzato lo scioglimento del gruppo.
“How do you sleep?” è un brano compreso nell’album che attacca in maniera sottile Paul McCartney, scritto in risposta all’odioso atteggiamento adottato da Paul, nei confronti dei suoi ex-compagni.
“Immagina che non esistano le nazioni, non è difficile, niente per cui uccidere o morire e nessuna religione…” ‒ Dall’album Imagine
Ma non solo John intreccia rapporti difficili con Paul, anche quelli con i discografici non sono affatto flessibili, semmai alquanto conflittuali: il musicista ha un atteggiamento provocatorio, ed esige una totale autonomia e l’indipendenza per i suoi lavori.
Il suo comportamento è indisponente, soprattutto quando rifiuta le onorificenze che gli vengono riconosciute, causando anche moti di dispiacere e disapprovazione nell’affezionata zia Mimi che, premurosa, continua a seguire la carriera del nipote.
Qualche tempo dopo la sua unione con Yoko entra in crisi, segue quindi un periodo di separazione, durante il quale John ha una storia sentimentale con un’altra donna. Ma, dopo un intervallo di diciotto mesi, l’ex-Beatles ritorna al suo antico amore. Da quel momento si ritira per cinque anni dal mondo musicale, senza però interrompere la sua attività di compositore.
Conclude infine la sua parabola terrena nel 1980, colpito e ucciso da un colpo d’arma da fuoco di un suo fan, un alienato che lo aspettava nei pressi della sua lussuosa abitazione di New York.
“Non ho paura di morire, sono preparato alla morte, perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un’auto per salire su un’altra” ‒ John Lennon
Ma, veniamo al film distribuito in Italia dalla Nexo Digital, realizzato per celebrare una delle indimenticabili icone del XX secolo. Occorre ricordare innanzitutto, al fine di sgomberare il campo da equivoci di sorta, che la pellicola odierna è sì un remake di quella realizzata nel 1971, ma ripensata in chiave attuale.
All’epoca, il film fu diretto e prodotto da John e Yoko con interventi di guest star internazionali dove, predominante della pellicola, girata sia nel Regno Unito sia a New York, è un mondo immaginifico. Girato nella sontuosa residenza britannica della coppia, nelle sue fasi iniziali, il video mostra John che, seduto al pianoforte, è intento a suonare un brano.
Circondato da un’atmosfera ovattata, percepibile attraverso il grande schermo, a essere focus del contesto scenico è il colore bianco, talmente smagliante da far pensare a una scenografia creata ad hoc per infondere alle sequenze uno sfondo evocativo.

Il film, presente in questi giorni di ottobre del 2018 nelle sale cinematografiche, è stato ricostruito frame-by-frame, rispetto alla versione originale, e restaurato in 4K. Il remix audio è di Paul Hicks, all’interno del quale sono stati inseriti filmati in studio di John e della sua band che eseguono brani, quale il già citato “How do you sleep?”, in un mix creato intenzionalmente, dove lo spettatore ha l’impressione di trovarsi al centro della scena.
Imagine è quindi un film del tutto inedito, perché parte dei contenuti inclusi nella versione per il grande schermo sono inediti; per l’esattezza si tratta di quindici minuti netti.
Quella proposta al pubblico è quindi un’occasione unica, con lo scopo di celebrare John Lennon e riscoprire Imagine, mitico film che si presenta come un collage di colori, suoni, sogni e realtà, tanto da poter essere catalogato come pellicola surreale, dove a momenti di finzione si alternano scene reali, riprese di John e Yoko e del loro universo emotivo, fatto di realtà e insieme sogno, e della loro vita da definirsi vita ‘sui generis’.
La pellicola non segue un vero e proprio canovaccio su cui è imbastita una trama, semmai è un mix di video musicali delle canzoni tratte dal celebre album; quindi, video musicali inframezzati da schegge di quotidianità della coppia.
Ottima la scelta di fondere segmenti di vita normale, accostati a scene di fantasia. Espedienti che conferiscono allo storico film una sorta di perenne giovinezza.
In conclusione, quale valore aggiunto per celebrare l’anniversario della nascita di John Lennon, un libro scritto da Yoko Ono e pubblicato con l’editore L’ippocampo.
Nel libro Imagine, la vedova di John Lennon, attraverso i ricordi racconta la genesi e i retroscena del mitico album, in un puzzle quasi inedito composto di immagini, approfondimenti e testimonianze, il tutto calato nei luoghi che hanno visto la nascita dell’album.
Written by Carolina Colombi
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