“Io non dormo da sola. Reportage da sotto le lenzuola” di Catherine Townsend: non ho finito la lettura e non voglio finirla
Chi segue il mio account instagram (@Juliet993), un paio di settimane fa avrà notato un post sopra le righe. Era la foto di “Sleeping Around. Secrets of a Sexual Adventuress” di Catherine Townsend.
Sotto al post, scrivevo che mi sono davvero stancata dei miei pregiudizi: non ho letto Harry Potter per anni solo perché era troppo mainstream, non ho voluto leggere per diversi mesi le famose “Cinquanta sfumature” e, in generale, volevo iniziare ad aprirmi a tutte quelle letture, o quelle attività culturali, che normalmente non mi attraggono.
Ho deciso, quindi, di leggere l’erotico di Catherine Townsend, “Io non dormo da sola. Reportage da sotto le lenzuola” (Einaudi), ventinovenne americana che nel 2007 scriveva per l’Independent, il New York Magazine, Glamour, Cosmopolitan e Marie Claire. Avrei fatto meglio a dare retta ai miei pregiudizi.
Sono arrivata a pagina 100 con interesse. Volevo sapere se Cat avrebbe finalmente trovato quello che cercava a Londra (un lavoro, un fidanzato, una vita felice). Beh, nel libro si passa da una Cat disperata che ottiene solo lavoretti saltuari da freelance a una Cat che viene portata in cocktail bar per discutere della sua famosissima rubrica di sesso.
Non si capisce bene come, né quando, il passaggio di carriera avvenga. Si capisce, invece, che Cat ha voglia di esplorare. Compra lingerie (che va benissimo), fa sesso con uomini che l’attraggono (anche qui, va benissimo) e poi… boh.
Non so bene cosa accada dopo, perché è tutto uno shopping di giocattoli sessuali e un liquidare fidanzati, o potenziali tali, nel giro di cinque pagine. Andrew, ad esempio, sparisce nell’arco di pochissimo.
Sarebbe bello se si capisse in maniera un po’ più dettagliata per quali motivi Cat lo lascia e dopo quanto tempo che si frequentano. Ma è tutto nebuloso. Si sa solo che lui è sposato, che è separatissimo e che Cat pensa che comunque non sia pronto a rifarsi una vita. Boh.
Ma la parte imbarazzante sono le tirate “femministe”. Ad esempio, la crociata pro porno. Candida Royalle e Petra Joy sono le registe preferite di Cat. E da lì parte tutto uno spiegone su come sia possibile che il porno e il suo uso siano ancora un tabù per molte donne.
Non solo, ma a pagina 135 la Townsend distrugge Naomi Wolf. La Wolf sostiene che il porno allontani gli uomini dalle donne reali. Cat, dall’alto delle sue non-lauree in sociologia, afferma di non aver mai conosciuto nessuno che anteponesse il pixel al reale. Ma stiamo scherzando? Fior di studi parlano di queste tematiche e, forse, prima di scriverne, la Townsend dovrebbe leggerne qualcuno.
La frase raccapricciante, comunque, è “e in ogni caso cerco sempre di mantenere la politica fuori dalla camera da letto.”
Certo, perché ovviamente la politica non entra in ogni scelta della nostra vita. La politica non influenza le nostre relazioni amorose, sessuali e interpersonali. Il patriarcato non influenza la coppia, no.
Dopo questa sciocchezza immane, ho smesso di leggere. Una donna che non capisce quanto sia politica la vita sessuale di una donna, e che scrive un libro sul sesso pretendendo di insegnarmi la libertà sessuale, non fa proprio per me.
Magari è quello che altre donne cercano, e non ci sarebbe nulla di male se così fosse, ma per me è al pari di un insulto alla mia intelligenza. Che magari non sarà straordinaria, però esiste.
In conclusione, non ho finito il libro e non voglio finirlo. Domani andrà dritto dritto in un negozio dell’usato per beneficenza, dove qualcuno potrà acquistarlo e magari apprezzarlo più di me.
Ci ho provato e ci ho messo le mie migliori intenzioni, ma questo libro è bocciato. E me ne dispiaccio, perché l’inizio non era affatto male. La mia prossima lettura sarà, con ogni probabilità, qualcosa della Tamaro. Stay tuned, ché quella varrà sicuramente la pena.
Written by Giulia Mastrantoni
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