“La ragazza nel parco” di Alafair Burke: un legal thriller sul lato più oscuro dell’uomo
“Stavo facendo la mia solita corsetta, all’alba, quando ho visto una donna in abito da sera – rosa pallido, senza spalline – seduta in mezzo al prato. Era a piedi scalzi nell’erba umida e beveva champagne dalla bottiglia. Una situazione piuttosto incredibile, in effetti.”

È uscito il 14 giugno 2016 “La ragazza nel parco” di Alafair Burke, scrittrice ed avvocato penalista, edito da Piemme. Si preannuncia come un thriller che si dipana nelle aule di tribunale, ambiente in cui l’autrice si muove con estrema disinvoltura. A farla da padrone qui è il dubbio, e il fatto che la narrazione impedisca al lettore di rilassarsi. Anche quando crede di avere compreso qualche passaggio e potere, per un istante, abbassare la guardia. Perché niente è mai certo, quando si ha a che fare con l’essere umano, e la situazione continua ad evolversi e a cambiare di continuo. Tutto è l’opposto di tutto, come in ogni buon romanzo di genere che si rispetti.
La protagonista è la quarantatreenne Olivia Randall, avvocato in una New York priva di scrupoli, al cui ambiente si è perfettamente adattata. Una ragazzina sedicenne insiste affinché ella assuma la difesa di un uomo, accusato di un triplice omicidio. Buckley, questo il nome della giovane, ha ottimi argomenti per persuadere Olivia, poiché è la figlia di Jack Harris. Chi sta in prigione, in attesa di processo, è infatti il suo fidanzato di un tempo, col quale aveva anche sfiorato le nozze. Vent’anni prima, il loro amore si era concluso in maniera drammatica, è proprio il caso di dirlo. Olivia si sente ancora in colpa per quegli eventi che le sono sfuggiti di mano, e così accetta di occuparsi del caso.
Attraverso un’indagine serrata, che coinvolgerà molti membri dello studio associato in cui la Randall lavora – nonché Charlotte, la migliore amica di Jack che dal principio tifa per lui –, la situazione sarà un incessante susseguirsi di colpi di scena.
Nel cercare una fantomatica ragazza, avvistata in un parco pubblico ed essenziale per fornire un alibi al suo assistito, le domande che passano per la testa di Olivia saranno tante.

Davvero Jack è quel bravo ragazzo che lei ricorda, oppure anch’egli – come tutti, del resto – nasconde un lato oscuro? È innocente, oppure ha ordito una trappola, molto ben congeniata, attraverso cui poter attuare una sua personale vendetta?
L’essere umano è il più nebuloso mistero che la terra conosca. Non si può mai dire di arrivare a comprenderlo veramente e, soprattutto, niente che lo riguardi è mai come sembra.
La prosa dell’autrice è semplice e mai macchinosa. Non ci si annoia, nemmeno nelle parti in cui si è davanti ad un giudice di tribunale, con le varie regole che ne conseguono. Lo stile è cinematografico, e la lettura scorre veloce.
Unico appunto che potrei fare è sul finale, purtroppo non poi così imprevedibile. Come se ad una prima parte di gran pregio, ne fosse seguita una seconda meno sofisticata. Ma d’altra parte, non è la vita ad essere così? Ci arrabattiamo per conoscere, per indagare. E poi la verità è sotto ai nostri occhi. Basta saper vedere. Beffarda e crudele, nel suo dispiegarsi.
Written by Cristina Biolcati