“Maria di Ísili” di Cristian Mannu: il romanzo corale vincitore del Premio Italo Calvino 2015

“Quella notte ho capito come si sente una quercia privata della sua corteccia, quando a tagliarla sono mani inesperte. Ti vola via l’anima. E non torna più indietro. E se la notte si alza il maestrale, il tuo corpo è solo un brivido di freddo e di buio. E tremi. E piangi. Per tutto il resto della vita ho vissuto senza corteccia, aggrappandomi ai muri e barcollando. Corteccia malata, la mia, e traballante. Occhi azzurri e piangenti. Occhi di luna senza cielo.”

Maria di Ísili

Forse il segreto che induce autori sardi quali Grazia Deledda e, più recentemente, Vanessa Roggeri o altri, a comporre romanzi che appaiono come un piccolo microcosmo, è proprio questa terra, la Sardegna, ricca di tradizioni e di storie fantastiche.

Una regione aspra e selvaggia, dove è il vento a farla da padrone, coi suoi profumi di fiori, portati a spasso insieme alla salsedine. Storie di streghe e di leggende, che si tramandano di generazione in generazione, e che infiammano l’animo dei futuri poeti. Un territorio di cui sembra che a “nessuno interessi” e che tutto stia andando in rovina, che invece ispira e dà voce a tante storie.

Deve essere stato così anche per Cristian Mannu, nato a Cagliari nel 1977, che con la sua opera d’esordio ha vinto il Premio Calvino 2015, il prestigioso riconoscimento letterario per scrittori esordienti.Maria di Ísili”, pubblicato da Giunti Editore nell’aprile del 2016, è proprio questo: un romanzo scritto a più voci, con una Sardegna arcaica e suggestiva a fare da sfondo.

È la storia di una ragazza, Maria, abitante ad Ísili, un paese a sud dell’isola, fautrice di una scelta dolorosa a soli sedici anni, che condizionerà in maniera nefasta le sorti di un’intera famiglia. Una decisione presa per amore, che sfida le convenzioni sociali per seguire un desiderio più forte di ogni altra cosa.

Maria, scrittrice, sognatrice, elegante nelle sue movenze, bellissima e abile nell’utilizzare il telaio che sotto le sue mani appare come un pianoforte, è amata, invidiata, maledetta e poi da tutti rinnegata. Ma è anche il fulcro attorno al quale ruota il ricordo di chi l’ha conosciuta. Questi personaggi dicono la loro, ciascuno a proprio modo e secondo un differente registro letterario, che da una prosa “metrica” passa al turpiloquio e giunge fino al linguaggio forbito.

Essi l’hanno amata e odiata allo stesso tempo.

Cristian Mannu

Una cosa è certa: tutti sono stati ammaliati dalla sua personalità e riconoscono il coraggio della sua scelta. Purtroppo, col tempo, le cose cambiano, e neppure lo “zingaro” ramaio, che col suo cavallo nero era giunto a prenderla e a portarla via, è bastato a renderla felice. Già marito della sorella Evelina, ma suo unico e grande amore, Antonio è stato come una specie di “miccia” che ha attivato un susseguirsi di eventi nefasti nella famiglia di Maria Piga.

Maria di Ísili” è un romanzo sull’amore e sul suo contrario. Contiene in sé tante sfaccettature e tocca tanti punti: dallo stupro abilmente occultato al suicidio annunciato; dalla mortalità infantile all’omosessualità repressa; dall’amore non ricambiato a mariti che cadono vittima dell’alcol. Un’opera in cui ogni personaggio è detentore di segreti e le convenzioni sociali hanno un grosso peso.

Nessuno è libero anche se, paradossalmente, ognuno è solo. Arma vincente, che fa ancora sperare, è quel perdono sul quale possiamo contare, e che offre un domani alle generazioni future.

Un romanzo breve, coinvolgente e suggestivo. Un premio ed un successo ampiamente meritati.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 

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