“Verrà il vento e ti parlerà di me” di Francesca Barra: protagonista l’ambiente lucano ed i suoi paesaggi lunari

Verrà il vento e ti parlerà di me è il titolo del romanzo d’esordio della scrittrice lucana edito per Garzanti, Francesca Barra, nata a Policoro, in provincia di Matera. Inizia la sua carriera come giornalista diventando poi professionista e cominciando quindi a lavorare in televisione su La 7, Sky, Rai e Mediaset, dove nel presente è inviata di Matrix.

Verrà il vento e ti parlerà di me

Inoltre ha già una carriera radiofonica su Radio 1 Rai, dove ha condotto La bellezza contro le mafie. Collabora con settimanali e quotidiani come Sette e L’Unità. È anche sceneggiatrice e autrice dei libri Il quarto comandamento, Giovanni Falcone, un eroe solo, Tutta la vita in un giorno. Nel frattempo ha avuto due figli e vive lontano dalla sua terra per la quale prova nostalgia, come dimostra questo suo primo romanzo.

Il primo protagonista del romanzo è l’ambiente lucano, fatto dei suoi paesaggi lunari scelti come ambientazioni per tanti film. Non solo in questo senso. Ma viene visto come un luogo pieno di valori, dove le persone raccontano aneddoti sovrapponendosi,fanno la lista per la spesa o cucinano tutti insieme come per sfamare un intero reggimento.

E poi abbiamo le protagoniste femminili, quasi ad indicare nella terra della scrittrice una sorta di mondo dove le donne sono in grado di prendere decisioni senza l’uomo e governano con dolcezza e ironia la propria famiglia. La nonna, Teresa, che è la matriarca della famiglia e che trasmetterà alla nipote prediletta Caterina, le sue ricette, non prive di aneddoti e storie riguardanti la sua infanzia e la sua adolescenza, passando per la sua storia e il matrimonio con il nonno Mimì, la nascita della figlia Domenica, il rapporto con il paese di Policoro, le nozze della figlia con Antonio benedette da quattro figli, Mary, Caterina, Massimo e Mimmo.

Nonna Teresa stabilisce un legame con la nipote Caterina, che rimprovera di voler andar via dal suo paese, Policoro, per andare a studiare a Roma, dove incontrerà un mondo molto diverso da quello nel quale è vissuta, attraverso le lezioni di cucina. Perché il cibo legherà le due donne anche durante l’assenza. E Caterina, a Roma, si troverà in bilico tra scelte non proprio facili: gli ideali della sua terra e della sua famiglia molto più genuini di quelli dei suoi compagni di università, e la noncuranza per certe doti e per certi valori che non ci sono più nei giovani che frequentano l’Università a Roma. A volte Caterina si ritroverà un pesce fuor d’acqua che solo i consigli della sua famiglia faranno riemergere.

Francesca Barra

Nel libro si raccontano due storie d’amore tra persone socialmente diverse: quella tra nonna Teresa e Mimì, lei, la figlia della serva di casa e Mimì, il figlio del padrone. Ma tutto diventa amore e affetto per i due: infatti da giovane, Mimì insegna a leggere, a scrivere e a contare alla moglie Teresa, che ha anche un dono, quello di aiutare gli altri del paese. Dono che ovviamente cerca di nascondere. E quella tra Caterina e Pietro. Milanese, con l’hobby della neve e dello sci, che Caterina ovviamente non conosce e che inizialmente viene considerata strana perché sa cucinare e non sciare. Sembra un amore tra persone diverse. Eppure Pietro è in grado di stupire sia noi che Caterina, rivelandosi come il nonno per quanto riguarda l’interesse per gli affari politici. E quindi in questa storia si assiste a una specie di compromesso che i due accettano volentieri, volendosi molto bene e non mettendo in discussione i valori dell’una o dell’altro.

 Parte integrante del libro sono le ricette lucane. Questo perché “alcune delle cose più importanti della vita avvengono a tavola. La conoscenza dell’altro parte dal gusto, dalla scelta del piatto, da come ti alimenti”, afferma Francesca Barra, in un’intervista posta alla fine del romanzo.

 Altro tema trattato nel romanzo è quello della depressione post-partum. Perché nella società odierna diventare madre è ancora troppo faticoso. Come se partorirai con dolore fosse un modo per essere una buona mamma. Così come la difficoltà di allattare. La donna si sente sola, giudicata e si deprime Di questo status, lamenta la scrittrice nell’ intervista  già citata, si parla ancora troppo poco.

Tra i prossimi progetti di Francesca Barra c’è quello di un documentario sulla sua terra, legato ad una storia raccontata a un bambino, suo figlio. Per non spezzare il legame della sua famiglia con la terra nativa della Basilicata. Da ricordare infine che Matera, capoluogo della regione, è stata scelta come capitale europea della cultura. Un’ occasione da non perdere per quanti, leggendo questa storia, vorranno approfondire la conoscenza di questo territorio.

 

Written by Maria Romagnoli Polidori

 

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