È morto Gigi Rizzi: il playboy della Costa Azzurra che amò Brigitte Bardot

Un malore improvviso ha stroncato Gigi Rizzi la scorsa notte mentre si trovava a St Tropez a casa di amici. I soccorsi sono stati inutili. Il playboy, famoso per i suoi flirt con donne bellissime, che riuscì a conquistare la mitica Brigitte Bardot, aveva 69 anni. Ironia della sorte, è morto nel giorno del suo compleanno, proprio nel luogo dove, negli anni Sessanta, era diventato un personaggio e forse una leggenda del costume.

Poco prima della mezzanotte di domenica si è sentito male in casa di amici, dove si trovava ospite insieme alla moglie argentina Dolores Mayol. È stato attore, imprenditore, ma soprattutto noto come playboy negli anni Sessanta e Settanta.
Nato a Piacenza, terzogenito di quattro fratelli, la sua famiglia era proprietaria di un’industria di laterizi. Con alcuni amici, Beppe Piroddi, Franco Rapetti detto il Principe, Rodolfo Parisi e Gianfranco Piacentini, Gigi conquista le notti della Costa Azzurra, costituendo il gruppetto noto come “ les italiens”.

È stato imprenditore, con il Number One, locale di grande successo aperto prima a Milano e nel 1969 anche a Roma, che verrà chiuso nel 1972 in seguito al famoso “scandalo” che prese il nome proprio del locale, quando fu trovata cocaina nei bagni. 

Una breve carriera di attore e alla metà degli anni Settanta abbandona la vita mondana europea e si trasferisce in Argentina, dove acquista un terreno e un cospicuo numero di bestiame, avviando un’azienda agricola. Nel 2004 torna in Italia e, in occasione del settantesimo compleanno di Brigitte Bardot, scrive al suo grande amore una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, che ancora oggi fa trasparire passione e tenerezza, oltre alla nostalgia per quella stagione. Dopo il rientro in Italia, rare le sue apparizioni pubbliche. Gigi Rizzi viveva a Sori, qualche decina di km da Genova, sulla riviera ligure di levante.

Anni ruggenti quelli della Costa Azzurra, anni allegri e spericolati. Li raccontò in un romanzo autobiografico “Ho ammazzato Gigi Rizzi”.  Era cresciuto a Nervi, nel quartiere dove abita Beppe Grillo, prima di trasferirsi in Costa Azzurra, dove aveva iniziato una vera e propria “carriera” nel jet set, giunta al culmine col flirt con la Bardot nel 1968 che lo lanciò come una star negli anni magici di St Tropez.

Negli anni Settanta era diventato un mito per i ragazzi che cominciavano a mettersi i jeans colorati, a camminare a piedi nudi, a portare il foulard al collo, proprio come lui. A chi gli chiedeva che cosa avesse di particolare, rispondeva “Niente”. In un’intervista del 1996 dichiarò: “Non servono i soldi, almeno non servivano a noi. Spendevamo tutto quello che avevamo in tasca, pronti a tornare in treno se l’ultima puntata al Casinò finiva male. Non succedeva mai. Vincevamo. E ancora tutti nella suite, champagne, fiori e cene fantastiche”.

BB lo ha amato per la sua simpatia, perché era pieno di entusiasmo, sempre pronto ad ogni sfida. Non esistevano per lui gli adii, poiché è sempre rimasto amico delle sue ex fidanzate.

Soffriva per amore, ma sapeva consolarsi subito. Abbiamo detto che è stato anche attore, e nella sua filmografia ricordiamo: La donna invisibile nel 1969 di Paolo Spinola. La morte risale a ieri sera nel 1970 di Duccio Tessari, Roma bene nel 1971 di Carlo Lizzari, Ettore io fusto nel 1972 di Enzo G. Castellani, fino a L’occhio nel labirinto nel 1972 di Mario Caiano. Nel 2004 ha partecipato al reality show La Fattoria.

Simpatico, scatenato, divertente, pieno di vitalità e di senso dell’umorismo, giocava con la vita fino a conoscerne gli eccessi. Questa la descrizione di Gigi Rizzi, dove uomo e personaggio pubblico combaciano alla perfezione, cosa che raramente si verifica nel mondo dello spettacolo.

Se andiamo con la memoria indietro nel tempo, o magari anche soltanto alle foto dell’epoca, per i più giovani che di lui non possono avere ricordi, possiamo riscontrare quel fascino di “maschio italiano” che ha fatto la sua fortuna. Perché Gigi era bello e piaceva alle donne. E adesso che non c’è più a raccontarci le sue prodezze, sentiamo che si è spenta anche un po’ della magia di quegli anni.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 

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