Intervista di Lorenzo Carbone alla pittrice ed illustratrice Minjae Lee

L’imitazione, presupposto necessario per la creazione dell’arte

C’è chi sostiene che tutto quello che diciamo o scriviamo è stato già detto o scritto, quindi sostanzialmente quello che facciamo non è altro che imitare il passato.

Ma dato che un affermazione del genere sottinderebbe la non novità di tutto quello che viene creato, e quindi conseguentemente il poco valore che queste creazioni avrebbero, dobbiamo necessariamente indagarne il significato per non infangare il lavoro di generazioni di artisti.

È vero che quando creiamo qualcosa dobbiamo accedere a quel infinito mondo di informazioni e conoscenze frutto delle persone che ci hanno preceduto, quindi in qualche modo imitiamo il passato, o attingiamo da esso, e poi introduciamo ovviamente degli elementi nuovi, qualcosa di molto personale e unico, quello che contraddistingue ogni artista.

È qui che un famoso linguistia, Tullio De Mauro, individua la differenza tra creatività regolare e la creatività invenvita, la prima permette la creazione razionale, la seconda invece si serve dell’intuito e dell’ispirazione.

Il disegno, come forma d’arte, è qualcosa di sicuramente differente dalla scrittura, infatti il disegnatore tenta di imprigionare graficamente su carta un momento oggettivo della realtà. Secondo Platone l’arte è distruttiva e diseducativa perchè offusca le capacità razionali sollecitando i sensi, nel momento in cui fa appello alla fantasia e alle emozioni.

Forse è proprio per questo motivo che apprezziamo tanto un disegno, così come qualcosa di scritto con passione, perchè in qualche modo distrugge la realtà e la ricompone in maniera irrazionale secondo l’ottica dell’artista.

Vedere un disegno o un quadro è come vedere uno squarcio nel tessuto spazio temporale, un oggetto non necessariamente dotato delle categorie di significato che ci appartengono, in quanto frutto della mente di un altra persona.

L’arte così come il linguaggio è una forma di telepatia, una comunicazione però senza parole, che funziona in maniera immediata evocando in noi sensazioni e pensieri. Se prima l’arte era semplicemente mimetica, poi è diventata surreale, fino a raggiungere la totale astrattezza di Picasso, e al giorno d’oggi è diventata anche digitale. Con questo termine si intende un tipo di arte che presuppone l’uso del computer in un momento successivo alla creazione iniziale.

Sul sito creepmachine.com si presenta così:

«Ciao, mi chiamo Minjae Lee, vivo in Korea, sono un illustratrice e pittrice. Amo i colori da quando avevo 7 anni. Non tutti hanno accettato il modo in cui uso i colori. Ho sempre disegnato da sola. Un giorno, ho scoperto i pennarelli, e li ho adorati per il colore vivido che creano. Quindi uso sempre i pennarelli ora. Trovo ispirazione nei visi delle persone, nel movimento astratto e nei colori! Infatti quando disegno delle persone, sta tutto nel momento, è una cosa molto spontanea, sperimento sempre con nuovi materiali, e tecniche diverse. Spero sempre che il lavoro sia divertente, quindi disegno sempre con cose che mi divertono, è qui il potere nella mia vita.»

 

L.C.: Prima di tutto penso che i tuoi lavori siano fantastici. Vorrei farti alcune domande sulle tue immagini e sul loro significato. Quando ti sei resa conto di voler creare arte digitale?

Minjae Lee: In realtà la mia arte non è digitale. Ci ho provato una volta, ma con tutti gli sbagli che si fanno, è facile poi correggerli, e la cosa è troppo artificiale. Quindi i miei lavori partono da fotografie, che poi converto in stampe, me gli originali li faccio sempre a mano.

 

L.C.:Vuoi dare qualche tipo di messaggio alle persone che vedono i tuoi lavori?

Minjae Lee: Voglio comunicare le mie emozioni, e i pensieri nei miei lavori. Se sono triste, felice, confuso, e penso che sia quello che viene fuori nel momento del processo creativo.

 

L.C.: Come ti senti esattamente quando stai creando un immagine?

Minjae Lee: Varia da volta a volta. Come ti sentivi ieri alle 11 di mattina? Come ti sei sentito momento dopo momento? Cambia e quei cambiamenti sono espressi nei miei lavori, intenzionalmente o inconsciamente.

 

L.C.: Come sei riuscita a creare il tuo stile unico?

Minjae Lee: Con la fatica e la perseveranza.

 

L.C.: Pensi che il tuo successo sia dovuto alla tua unicità?

Minjae Lee: Siamo tutti unici e tutti abbiamo del talento e delle abilità, quello che penso è che sono molto fortunata che delle persone apprezzino il mio lavoro e che sono capace di fare della mia arte la mia professione.

 

L.C.: Quale è secondo te la relazione tra l’arte e il mondo digitale?

Minjae Lee: Cambia continuamente ed è diverso di paese in paese. Mi chiedo come sarà fra 10 o 15 anni, dato che l’era digitale è ancora nella sua infanzia.

 

Written by Lorenzo Carbone

 

Info:

http://www.grenomj.com/

 

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