“G.B. Parodi nel labirinto” di Giovanni Gatto: la storia dell’antico stregone e del vecchio professore

Tutti noi camminiamo in un labirinto, cercando di comprendere la ragione del labirinto stesso.

G.B. Parodi nel labirinto di Giovanni Gatto
G.B. Parodi nel labirinto di Giovanni Gatto

“G.B. Parodi nel labirinto” è l’ultimo libro della trilogia di Giovanni Gatto dedicata a Gibì Parodi, professore di filosofia medievale, genovese che, in seguito a vari disguidi, viene scambiato per il gemello Filippo, trovandosi a risolvere dei casi come investigatore privato.

Ambientato a Genova nel 2005 e, come nei libri precedenti, è lo stesso Gibì che ci narra di sé.

Ritroviamo personaggi già conosciuti in precedenza, lo scrittore ne rispetta la provenienza inserendo i loro dialoghi in dialetto: dal genovese, al romano, al napoletano, passando per il tedesco!

Gibì è un protagonista al quale ci si affeziona, ormai di lui conosciamo tutti i difetti e i pregi: “Soprattutto in deprimenti giornate come questa di oggi, grigia e fredda, finisco per farmi domande senza risposta …”

Muore un suo ex collega; picchiato a sangue l’uomo viene ritrovato impiccato a un ponte. Sarà stato ucciso o si è suicidato?

Gibì viene mandato a Milano dall’odiato preside della facoltà, per incontrare la vedova: “Annuisco e mi schiarisco la voce, apprestandomi a recitare il necrologio e le condoglianze per un vecchio professore, ex-collega”. Questa scena la troviamo subito all’inizio quale prologo, con la dicitura: “Come sono cominciati i casini”.

Dopodiché ha inizio la vera e propria vicenda che riparte da quando, in effetti è accaduto l’antefatto che lo ha portato dalla donna: “Questa volta, io non me la sono andata a cercare questa grana. Anzi, per la precisione è lei, la grana, che è venuta a cercare me, a bussare sommessamente alla mia porta: alla porta del mio ufficio in facoltà, intendo, qualche giorno fa. E pensare che quella sembrava una giornata assolutamente banale e noiosa. Me la ricordo bene”.

Scritto in modo ironico, divertente; vivace, senza un attimo di tregua. Lo si legge fino in fondo, seguendo i percorsi di Gibì fra l’università dove sta ricercando tracce di un misterioso Anselmo, medico e stregone; e l’avventura fra spacciatori e individui senza scrupoli per capire cosa sia accaduto al suo amico. Alla fine la storia dell’antico stregone e quella del vecchio professore si intrecciano.

Ad ogni inizio capitolo troviamo frasi di autori vari, ad esempio di De André, comunque che fanno da incipit al capitolo.

Il labirinto di cui ci parla l’autore è quello dei caruggi di Genova: “Da Piazza delle Vigne, dove sono adesso, parte un minuscolo caruggio, il cui imbocco è quasi invisibile…”

Ma è anche un viaggio interno, dove il labirinto interseca il nostro vivere interiore: “Le persone si incrociano e le loro vite si intrecciano, come fanno i caruggi della vecchia Genova…”

L’autore ci mette al corrente di due cose vere che andremo a leggere: “… la storia di un rivo secolare e dimenticato, coperto nel Medio Evo per realizzare una strada e scoperchiatosi nel cuore antico di Genova nel 2005, è assolutamente vera. Anselmo da Incisa, co-protagonista di questo romanzo è esistito davvero…”

Anche questa terza avventura mi è piaciuta e sarei felice di vedere i romanzi di Gatto, in futuro, impostati e corretti da un buon editore, così da uscire col loro miglior aspetto. Perché lo meritano.

 

© 2023 Amazon KDP

ISBN 9798852155153

€ 10,00

Pag. 157

 

Written by Miriam Ballerini

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *